
Genesi 18,1-16: tre sconosciuti sono accolti da Abramo alla porta, presso la tenda sotto la grande quercia: sono occasione per Abramo di esprimere l’ACCOGLIENZA verso chi ha bisogno.
Non ho bisogno di sapere chi sei per accoglierti, mi basta sapere che hai bisogno di me.
(Lavoro degli alunni di Regione della classe I G scuola media A. Guardi di Piombino)
Sconosciuti alla porta: Abramo condivide tutto il suo con l’altro

Una caratteristica costante di Abramo, in ogni episodio in cui compare, è la generosità: generosità con Dio e con gli uomini, sia familiari che sconosciuti. Verso queste tre persone ignote, che non parlano e quindi non si fanno riconoscere neppure dal linguaggio, Abramo mostra l’ospitalità che avrebbe per i propri parenti e amici. È ricco di beni, ma è ricco anche perché il suo desiderio è condividerli. In questo modo, senza saperlo, ha accolto Dio che gli si è presentato nella veste di un muto straniero.
Il sorriso di Sara

Sara ride. Ancora non lo sa, ma lo straniero offre novità, stupore, ciò a cui non siamo preparati. Dall’accoglienza di Abramo nasce la vita: il figlio Isacco vedrà la luce in una famiglia che sembrava ormai sterile.

Ma ecco che già spunta all’orizzonte il grande pesce che contribuirà a far superare a Giona la barriera del pregiudizio…
(Continua)