
Scatti di primavera: che cosa c’è di più rappresentativo della buona stagione di una lucertola che si gode il sole? Questi animaletti, a sangue freddo, hanno bisogno di termoregolarsi mettendosi al calore dei raggi solari. Sono animali notevoli, perché presentano una capacità, che molti conoscono, di autotomia, la capacità di staccare una porzione della coda in caso di pericolo. Poiché la coda, staccata, si contorce grazie ai centri nervosi indipendenti che contiene, inganna il predatore, che la ritiene una preda viva, mentre l’animale, che magari al tempo stesso si è finto morto, fugge incolume.
Non è autolesionismo: la coda ricrescerà successivamente, talvolta doppia: è il caso della lucertola di bronzo con due code scolpita sulla porta centrale della cattedrale di Pisa. Gli studenti vogliono credere che accarezzarla porti fortuna nel sostenere gli esami di maturità: usanza simpatica, si accomodino pure…

Se un animale a sangue freddo può non piacere a tutti, come non provare tenerezza per un paio di tortore calde, morbide e piumose?
Timide e delicate, monogame per natura, le tortorelle sono un ideale simbolo di amore perpetuo. In questo senso le usa il Cantico dei Cantici per esprimere la primavera dell’amore:
“Riappaiono i fiori sulla terra, è giunto il tempo della canzone, e la voce della tortora si ode nella nostra terra” (2,12).

Non altrettanto poetico può risultare il colombaccio, se non altro per il nome che porta in italiano, ma che è semplicemente un parente selvatico del piccione. Originariamente migratore, si è adattato abbastanza bene alla vita dei parchi di città oltre che alla campagna, anche se mantiene un comportamento riservato.

Ed è tornata la meravigliosa, solare, coloratissima upupa, tanto calunniata nella letteratura italiana fino al Foscolo…

Ecco, per finire questa carrellata di scatti di primavera, una pianta di stagione, la viola mammola… Ammirate la perfezione delle piccole cose che questa nostra Casa comune ci offre! C’è da rimanere ogni volta incantati.