Sant’Uberto di Liegi (656 – 727) è conosciuto come il Santo patrono dei cacciatori, ma veramente sarebbe il contrario. Si fece santo, infatti, dopo che rinunciò alla caccia.
Sant’Uberto era il primogenito del duca Bertrando di Aquitania e nipote di re Cariberto II. Nacque probabilmente a Tolosa attorno al 656 e crebbe a Metz come conte palatino presso Teodorico III di Neustria, poi fu accolto in Austrasia da Pipino di Herstal, maestro di palazzo e bisnonno di Carlo Magno. Nel 692 Uberto sposò la figlia del conte di Lovanio e ne ebbe un figlio, Floriberto. Una normale vita di corte, un’esistenza mondana, destinata però a cambiare in modo radicale… grazie ad un cervo.
Sant’Uberto e il cervo
Come narra la leggenda, ispirata forse a sua volta alla leggenda di Sant’Eustachio (+ 118), il futuro Sant’Uberto si trovava a cacciare in una foresta delle Ardenne quando un Venerdì Santo, mentre tutti gli altri erano in chiesa (il Venerdì Santo è proprio il giorno meno adatto di tutto l’anno per andarsene a caccia), stava inseguendo un magnifico cervo. Improvvisamente il cervo si voltò verso di lui e Uberto vide un Crocifisso apparire fra le sue corna, poi udì una voce che diceva: “Uberto, se non ti rivolgi al Signore e non conduci una vita santa, presto scenderai all’inferno”.
Uberto smontò da cavallo e si prostrò, dicendo: “Signore, cosa vuoi che io faccia?”. Ne ebbe la risposta: “Va’ a cercare Lambert ed egli ti istruirà”. Uberto si recò dal vescovo Lambert di Maastricht e si affidò alla sua guida spirituale. Rimasto vedovo, donò tutte le sue ricchezze ai poveri e rinunciò al titolo a favore del fratello Oddone, cui affidò anche la tutela del figlio Floriberto. Si preparò quindi per il sacerdozio, vivendo una vita santa, digiunando e pregando. Nel 701 succedette a Lambert come vescovo di Maastricht, ma si dedicò anche all’evangelizzazione delle zone orientali del Belgio (Brabante, Ardenne) e fondò la diocesi di Liegi, di cui divenne il primo vescovo nel 721.
L’iconografia
L’iconografia di Sant’Uberto è legata alla figura del cervo, ed in questo è simile all’iconografia di Sant’Eustachio. Questo santo martire si distingue da Sant’Uberto perché indossa una veste militare essendo stato, secondo la leggenda, magister militum sotto gli imperatori Tito e Traiano.
Il cervo, nel bestiario medievale, è simbolo di Cristo. questo significato fu favorito dal fatto – così credevano gli scrittori dell’antichità – che il cervo fosse un avversario acerrimo del serpente, lo cercasse e lo uccidesse senza che il veleno potesse fargli alcun male. Fu facile applicare questa figura a Cristo che sconfigge il serpente / diavolo con tutto il suo veleno di morte.
Sant’Uberto fu eletto dai cacciatori come patrono del comportamento etico nella caccia; in realtà vi rinunciò totalmente dopo aver avuto la visione del Crocifisso fra le corna del cervo.