Sant’Egidio è un altro dei santi la cui vita e la cui iconografia sono legate particolarmente ad un animale, in questo caso una cerva. Egidio, nato forse ad Atene nel 640 circa, morì verso il 725, dopo essere stato un eremita e probabilmente anche abate di un monastero nel sud della Francia. Fondò infatti in Provenza nei pressi di Arles un monastero che prese il suo nome: Abbazia di Saint-Gilles. È una figura di santo molto popolare nel Medioevo a causa di numerose leggende, anche se sicure notizie storiche scarseggiano. È invocato contro le paure.
La leggenda di Sant’Egidio
Secondo la più antica narrazione della sua vita, databile al X secolo e riportata anche dalla Legenda Aurea, Egidio giunse in Gallia da Atene per sfuggire alla fama di santità che lo circondava sin da ragazzo e si ritirò a vivere vita eremitica in un luogo deserto della Linguadoca, in compagnia soltanto di una cerva che ogni mattina gli donava il suo latte. Già una cerva lo aveva allattato quando, neonato, era stato rapito e abbandonato in un bosco.
Egidio abitava in una grotta, si riparava con legname e frasche e si nutriva dei frutti del bosco. Durante una battuta di caccia il re dei Visigoti Vamba ferì con una freccia Egidio e l’animale si salvò perché Egidio aveva preso il suo posto. I cani non osarono avvicinarsi. Il re si pentì e donò all’eremita delle terre sulle quali egli costruì un monastero di cui divenne abate. Diffusasi la sua fama di santità, Sant’Egidio fu convocato da Carlo Martello, nonno del futuro imperatore Carlo Magno, che lo supplicò di pregare affinché fosse perdonato di una colpa che non osava confessare. La domenica successiva, mentre Egidio celebrava la messa, vide un angelo deporre sull’altare un biglietto nel quale era scritto il peccato segreto del sovrano. Così Carlo Martello riuscì a confessarsi e ad ottenere il perdono.
Patronati
Sant’Egidio è venerato come patrono dei tessitori, nonché di molti paesi. È protettore di foreste, eremiti, indigenti, disabili (ne risanò molti), lebbrosi (aveva guarito tra gli altri una donna affetta da lebbra) e storpi (aveva ricevuto in una gamba la freccia destinata alla cerva). Viene invocato per ottenere la grazia di un buon allattamento e contro il delirio della febbre, l’epilessia, gli attacchi di panico, la paura, le fobie, la pazzia, la sordità. Un bel campionario per un santo che visse la sua vita nella serenità dell’unione con Cristo.
Comunità di Sant’Egidio: Salvaguardare il legame che unisce i fragili ai loro animali
È forse un caso che la comunità fondata nel 1968 a Roma per la protezione dei più fragili prenda il nome da Sant’Egidio. Fatto sta che nella sua azione di tutela delle persone deboli la Comunità di Sant’Egidio ha pensato di tutelare anche il loro legame con gli animali, collaborando con la LAV.
«La sinergia tra LAV e Comunità di Sant’Egidio è molto importante per salvaguardare il prezioso legame che unisce una delle fasce più fragili della popolazione, gli anziani, con i cani e i gatti che hanno condiviso con loro tutta la vita. Prendersi cura di un animale richiede molte risorse e spesso gli anziani con difficoltà non possono più far fronte a tutto ciò di cui i loro cani e gatti necessitano, arrivando anche a rinunciare ad essere curati pur di non lasciarli soli – evidenzia Gianluca Felicetti, Presidente LAV. – A seguito della segnalazione di Sant’Egidio, i volontari LAV intervengono rispondendo ai bisogni degli animali garantendo agli anziani la possibilità di non doversi separare da loro e di mantenerli in salute».
Il supporto alle famiglie che vivono con cani e gatti in condizione di fragilità sociale è un’attività chiave per LAV che si propone di rafforzare la collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio estendendo entro il 2023 il supporto al programma «Viva gli Anziani!» ad altre città dove entrambe le associazioni sono presenti.