Nell’isola d’Elba, presso la rocca del Volterraio, esiste ancora una chiesetta diroccata intitolata a San Leonardo. Il castello, edificato verso l’anno Mille, fu ampliato dall’architetto Vanni di Gherardo Rau nel 1281 su incarico della repubblica di Pisa che a quel tempo dominava l’Elba, per adeguare la fortezza alle esigenze difensive dell’epoca. Nella metà del XV Secolo, nel contesto di rafforzamento delle difese voluto da Jacopo III Appiani Signore di Piombino, il Volterraio fu ancora ampliato assumendo la conformazione attuale. Risultò l’unica fortificazione imprendibile dell’isola: assediato nel 1402 dai genovesi, e quaranta anni dopo dai pirati tunisini, nel 1544 resisté persino a Khayr al-Dīn(il famigerato Barbarossa) e nel 1553 a Dragut. Sul finire del Settecento divenne un presidio delle truppe napoleoniche, e fu proprio nel 1798 che un’insurrezione contro i militari francesi portò alla semidistruzione dell’antica fortificazione, poi abbandonata.
La chiesetta di San Leonardo potrebbe essere coeva alla fortificazione del Volterraio nel secolo XIII.e io mi sono chiesta il perché dell’intitolazione a San Leonardo di Limoges di una chiesetta situata in un luogo così remoto. San Leonardo: chi era costui?
San Leonardo: la vita
San Leonardo, protettore dei prigionieri, nacque in Gallia tra il V e il VI secolo, da nobili franchi; il re Clodoveo gli fu padrino nel battesimo.
Da ragazzo, rifiutò di arruolarsi nell’esercito, come avrebbe dovuto, e si fece discepolo di San Remigio, arcivescovo di Reims. Questi aveva ottenuto da Clodoveo, che egli stesso aveva convertito, la liberazione dei prigionieri che avesse incontrato; anche Leonardo ottenne lo stesso favore, riuscendo così a liberare un gran numero di infelici.
Quando Clodoveo gli offrì la carica vescovile, Leonardo la respinse, ritirandosi come eremita prima presso S. Massimino a Micy, poi a Limoges. Si racconta che attraversando una foresta si trovò a soccorrere la regina Clotilde, sorpresa dalle doglie del parto; fu grazie alle sue preghiere che le difficoltà furono superate e venne alla luce un bel bambino.
Clodoveo, per riconoscenza, gli concesse parte del bosco per edificarvi un monastero. Leonardo vi fece anche sgorgare un pozzo che chiamò «Nobiliacum» in ricordo della donazione del re «nobilissimo» Clodoveo e che dette il nome alla località di Nobilac.
A Nobilac accorrevano malati di ogni genere, che ne ritornavano guariti; ma soprattutto il santo liberava i carcerati, che erano essenzialmente prigionieri di guerra (la detenzione serviva allora a riscuotere i riscatti, per i crimini esistevano invece pene fisiche e pecuniarie). Le catene si spezzavano, i lucchetti si aprivano, i carcerieri si distraevano, i cancelli si spalancavano; i prigionieri liberati si presentavano da Leonardo e molti rimanevano con lui.
S. Leonardo morì il 6 novembre di un anno collocabile nella prima metà del VI secolo, comunque dopo il 530, anno in cui era morto San Remiglio, a cui Leonardo aveva dedicato un altare.
San Leonardo: il culto
Per ovvi motivi, la venerazione di San Leonardo si accentuò all’epoca delle crociate. Tra i suoi devoti spicca Boemondo d’Altavilla, figlio di Roberto il Guiscardo: prigioniero nel 1100 durante la prima crociata, ottenne nel 1103 la liberazione. Attribuendola al santo, donò al santuario di Saint-Léonard-de-Noblat delle catene d’argento, simili a quelle che lo avevano avvinto in prigionia. Anche Riccardo Cuor di Leone pare vi si sia recato nel 1197, riconoscente per la liberazione dalle carceri di Enrico VI, non ostante che il fratello Giovanni Senza Terra avesse offerto denaro all’imperatore perché continuasse a tenerlo prigioniero. Noblac divenne così una delle tappe del cammino verso Santiago di Compostela, costituendo una meta di pellegrinaggio frequentatissima. I Normanni diffusero la venerazione del santo anche in Italia e San Leonardo divenne uno dei santi più popolari nell’Europa medioevale.
Patrono dei prigionieri
L’iconografia lo mostra con l’attributo delle catene, simbolo della sua protezione verso coloro che sono carcerati ingiustamente; per questo è patrono anche dei fabbricanti di catene, di fermagli, fibbie, ecc. Dato il suo particolare patronato, e dato il pericolo costante delle popolazioni costiere di essere catturate dai pirati turchi, si può comprendere perché la memoria di San Leonardo fosse importante in un luogo come la rocca del Volterraio, dove si rifugiavano, durante le razzie dei predoni saraceni, le genti elbane.
Inoltre San Leonardo offre la sua intercessione per parti difficili (dato il soccorso da lui prestato alla regina Clotilde), mali di testa e malattie dei bambini; ma anche per la protezione del bestiame e contro la grandine ed i banditi; a lui si rivolgono – chi sa perché – anche gli obesi. L’iconografia germanica gli affianca un bue, anche in questo caso non so perché.