
Il nome Kevin oggi è di moda, merito dell’attore Kevin Kostner. Ma che cosa significa, e da dove deriva? Davvero c’è stato un santo che si chiamava Kevin? Sì. C’è stato un San Kevin, e la sua storia è piena di santi dai nomi per noi strani… perché sono tutti celtici.
San Kevin (latinizzato Coemgenus) di Glendalough (498 – 618) è stato un monaco irlandese, priore dell’abbazia di Glendalough, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa. Il nome irlandese Caoimhín o Coemgen significa «di nascita nobile», e secondo la leggenda fu indicato da un angelo, il giorno del suo battesimo. Nato nel Leinster, in Irlanda, Kevin era effettivamente discendente di una famiglia nobile.
La vita
Fu battezzato da San Cronan di Roscrea ed all’età di sette anni fu mandato in Cornovaglia per essere educato da San Petroc. Fece vita monastica dall’età di 12 anni. Fu discepolo di San Eonagh, suo zio paterno, e fu ordinato sacerdote dal vescovo Lugidus (Lugaidh). Conobbe i maggiori santi irlandesi suoi contemporanei. San Ciarán di Clonmacnoise fu suo grande amico.
Dopo la sua ordinazione, San Eonagh, che doveva trasferirsi nell’Irlanda del nord, voleva nominare Kevin abate, ma Kevin fuggì. Visse da eremita per sette anni a Glendalough, «la valle tra i due laghi», in una grotta nota come «il letto di San Kevin», probabilmente una tomba dell’età del Bronzo. La leggenda dice che vi fu condotto da un angelo. Lì visse cibandosi di erbe selvatiche e trascorrendo il tempo in preghiera. Le voci sulla sua santità gli attirarono però seguaci da tutta Irlanda: fra questi, San Moling.
Allora Kevin fu indotto a fondare a Glendalough un monastero, attorno al quale si sviluppò un villaggio. Fu abate del monastero fin quando questo non fu ben avviato e poi volle tornare ad una vita di solitudine. Ma, quattro anni dopo, i suoi monaci lo implorarono di tornare a Glendalough, dove fu abate fino alla morte, avvenuta, secondo la leggenda, a 120 anni. Glendalough divenne un famoso luogo di pellegrinaggio in Irlanda: sette viaggi a Glendalough erano ritenuti valere quanto uno a Roma.
I miracoli

San Kevin amava la compagnia delle bestie selvatiche, ed era da loro ricambiato. La leggenda riporta alcuni suoi miracoli.
Il merlo
Una volta, durante la quaresima, mentre San Kevin stava immobile con le mani giunte in preghiera, un merlo gli depose un uovo tra le braccia. San Kevin rimase in quella posizione, in modo che il merlo lo potesse covare, finché l’uovo si schiuse e il santo tornò al monastero per celebrare la Pasqua. Fu il merlo a nutrire il santo per tutto il periodo della quaresima, con le bacche e le noci che gli portava.
La lontra
Mentre San Kevin viveva da eremita in totale isolamento, d’inverno scendeva sulle rive del lago e vi si immergeva fino al collo per pregare. Una lontra gli portava del pesce. Quando gli cadde il breviario nel lago, la lontra glielo riportò intatto. Durante un periodo di carestia, la lontra sfamò i monaci di San Kevin portando loro del salmone. Per tutta ricompensa, uno dei monaci meditò di fare guanti con la pelliccia della lontra. Non l’avesse mai pensato! La lontra abbandonò i monaci per sempre – e fece bene.
La mucca
Una mucca aveva l’abitudine di recarsi presso il luogo di preghiera di San Kevin e di leccargli i piedi e le vesti. Quando la mucca la sera tornava alla fattoria, dava da sola tanto latte quanto 50 mucche. Un giorno il fattore, un pagano di nome Dima, la seguì fino alla grotta del santo e vide il prodigio; cadde ai piedi di Kevin e si convertì al cristianesimo. Dima chiese al santo di andare ad insegnare il Vangelo alla sua famiglia, che costituì il primo nucleo della comunità cristiana di Glendalough.
L’oca
Il re O’Tool di Glendalough aveva addomesticato un’oca, che però col tempo si era indebolita fino a non poter più volare volare. Saputo dei miracoli che faceva San Kevin, il re, pagano, lo chiamò perché gli ringiovanisse l’oca. Kevin chiese in cambio di avere tanta terra quanta l’oca fosse stata in grado di sorvolare. Poiché l’oca non poteva più volare, il re accettò la richiesta. Non appena Kevin toccò l’oca, essa ringiovanì e volò sull’intera vallata di Glendalough, che fu donata al monastero.
La cerva
Mancando il latte per nutrire l’unico figlio del re Colman di Fælan, che era stato affidato alle sue cure, Kevin pregò e subito una cerva giunse in suo aiuto. A Glendalough si trova ancora la Deer Stone (la pietra della cerva), una specie di mortaio al centro di alcuni massi, dove la leggenda afferma che Kevin trovasse il latte procuratogli dalla cerva.
Il cinghiale
Un gruppo di cacciatori stava cacciando un cinghiale. Questo corse dove Kevin sedeva pregando sotto un albero, e si accucciò al suo fianco. Quando i cani da caccia videro il santo in preghiera, si sdraiarono senza avvicinarsi. I cacciatori tentarono ugualmente di uccidere il cinghiale, ma uno stormo di uccelli si posò sull’albero. I cacciatori interpretarono il fatto come un segno del Cielo e risparmiarono la vta del cinghiale.
Le pecore
Un giorno Kevin, ancora giovane, guardava il gregge dei suoi genitori. Vedendo venire alcuni mendicanti bisognosi di cibo, regalò loro quattro pecore. Quando però alla sera le pecore furono contate, non ne mancava neppure una.