
Santo contro corrente in tutti i sensi è San Giovanni Battista, a cominciare dalla sua festa: è l’unico, insieme a Maria Madre di Gesù e a Gesù stesso, a vedersi tributare la celebrazione della nascita a questa vita terrena, invece che solo la ricorrenza della nascita al cielo. San Giovanni Battista nasce da una vecchia coppia sterile; dotato di spirito profetico fin dal seno della madre, si ritira in luoghi deserti, predica la conversione, si oppone a viso aperto ai potenti di questo mondo. Una scena dal Gesù di Nazareth di Zeffirelli QUI.
Voce che grida

È un santo battagliero. La sua è una predicazione infuocata, vigorosa e piena di zelo e di radicalità; tanto è vero che ad un certo punto sentirà il bisogno di chiedere a Gesù conferma del suo essere il Messia (Mt 11,2-3), dato che lo vede proporsi in mitezza e umiltà.
Giovanni stesso però è umile: sa di essere solo una voce che grida, aprendo la strada alla Parola di cui è precursore; sa di dover diminuire, mentre Lui dovrà crescere.
Ma già la predicazione del Battista mostra come la misericordia di Dio non si faccia carico solo delle persone gradevoli e di buona volontà: la «buona volontà», la bene-volenza (eudokia) di cui parlava il canto degli angeli di Betlemme non è, per grazia di Dio, la nostra, ma quella divina, l’amore che Egli ha per tutti. Così, pubblicani e soldati al servizio di potenti iniqui, che esercitano mestieri riprovevoli agli occhi della Legge, vengono accolti sulla strada del Regno. «Dio non ci ama perché siamo amabili», diceva il grande scrittore cristiano C.S. Lewis, «ma ci fa amabili perché ci ama»; come il tetto luccicante di una serra non attira i raggi del sole perché riluce, ma, al contrario, riluce perché i raggi del sole lo illuminano.
Niente si deve frapporre a questa luce: neppure un personaggio come il Battista che dopo aver svolto il proprio ministero deve diminuire perché Egli cresca: e questo dovrebbe farci riflettere anche sul nostro modo di accostarci al culto dei Santi.
Iconografia

San Giovanni Battista viene rappresentato in diversi momenti della sua vita, dalla nascita all’imposizione del nome, dall’infanzia quale cuginetto di Gesù alla predicazione, dal Battesimo di Gesù alla decollazione.
Gli attributi che lo rendono riconoscibile nelle immagini sono il lungo bastone sormontato dalla croce con la scritta «Ecce Agnus Dei»; il mantello di pelo di cammello, talvolta un mantello rosso segno del futuro martirio; la presenza dell’agnello, simbolo con il quale ha annunciato Cristo. Nelle icone orientali, in cui i personaggi presentano sempre capigliature elaborate e ordinate, segno dell’ordine interiore, San Giovanni Battista è l’unico ad essere ritratto scarruffato, perché i capelli in disordine rappresentano il soffio dello Spirito che lo animò fin da bambino.
La festa di San Giovanni Battista

Perché il giorno natale di San Giovanni Battista è collocato dalla liturgia proprio al 24 giugno? Ovviamente non si sa niente della vera data storica della sua nascita. Ma, dato che il giorno convenzionale della Natività di Gesù è fissato al 25 dicembre, è naturale che la nascita del Battista la anticipi di sei mesi, secondo le parole dell’angelo nel racconto lucano («Ed ecco Elisabetta, tua parente, è già al sesto mese, lei che era chiamata sterile»: Lc 1,36). Quindi, se la nascita di Gesù è celebrata il 25 dicembre, quella di Giovanni la deve precedere di sei mesi.
C’è un interessante dato astronomico che lega questi due giorni: per il Natale di Gesù fu scelto il giorno del «Sol Invictus», il Sole vittorioso sulle tenebre. Infatti, il 25 dicembre, Natività del Signore, è una data di poco successiva al solstizio d’inverno, il giorno più corto e più buio dell’anno; rappresenta la Luce che rischiara sempre più il mondo. Al contrario, il 24 giugno è di poco posteriore al solstizio d’estate, quindi al giorno più lungo dell’anno: la Natività di San Giovanni Battista è ricordata in un giorno in cui la luce inizia a diminuire. Che cosa dice Giovanni di Gesù e di sé nel IV Vangelo? «Egli deve crescere, io invece diminuire» (Gv 3,30).
Tradizioni popolari
Data l’importanza del Santo, e il periodo di inizio estate in cui si celebra la sua festa, il giorno di San Giovanni è sempre stato al centro di numerose tradizioni popolari.
Alcune tradizioni, come quella di accendere fuochi nella notte di San Giovanni, avevano in origine carattere naturalistico, nella convinzione, ad esempio, di dare più forza al sole che a partire dal giorno successivo al solstizio si stava indebolendo. Di una di queste tradizioni, l’acqua di San Giovanni, sono testimone anch’io, perché in casa mia, a Livorno, si faceva.
L’ACQUA DI ROSE
Era usanza preparare la sera della vigilia una bacinella di acqua con petali di fiori, nel nostro caso soprattutto rose (i fiori saranno stati variati a seconda delle zone), ed esporla la notte fuori del davanzale. Si supponeva che durante la notte San Giovanni Battista passasse a benedirla. La mattina si ritirava in casa e si usava per lavarsi viso e mani come benedizione.
Un’altra tradizione di quei giorni era quella di comprare mazzetti di spigo (lavanda) che si vendevano nelle strade e disporli nei cassetti della biancheria per profumarla.
San Giovanni Battista patrono dei cantori

San Giovanni Battista veniva invocato come patrono dei cantori. Le note musicali sono nate proprio da un inno scritto nell’VIII secolo da Paolo Diacono in onore del santo, ma musicato da Guido d’Arezzo nell’XI secolo. Il monaco Guido utilizzò la prima strofa dell’inno «Ut queant laxis» per trarne i nomi delle note musicali (la prima, ut, sarà successivamente chiamata do per eufonia; il si fu aggiunto nel secolo XVI – XVII).
UT queant laxis –
REsonare fibris –
MIra gestorum –
FAmuli tuorum –
SOLve polluti –
LAbii reatum –
Sancte Johannes
«Affinché i [tuoi] servi possano esaltare a voci spiegate le meraviglie delle tue gesta, cancella la colpa dell’impuro labbro, Santo Giovanni». Il canto QUI.