San Gerasimo, nato in Licia nell’Asia Minore nel V secolo, è stato un anacoreta. Dopo aver visitato i Padri del deserto della Tebaide in Egitto, e avervi fondato diversi monasteri, fece ritorno in Palestina, dove entrò in contatto con l’archimandrita Saba e il diacono Atanasio di Gerusalemme.
Si stabilì sulle rive del Giordano nei pressi di Gerico per vivere da eremita, ma ben presto tanti furono i suoi discepoli che dovette fondare per loro una laura (aggregazione monastica). La sua regola era improntata ad una dura disciplina. I monaci vivevano di una sola razione giornaliera di cibo (pane, datteri e acqua), dormivano su letti di giunco e osservavano il più assoluto silenzio. Solo il sabato e la domenica si radunavano in chiesa per le funzioni religiose e potevano mangiare cibi cotti. Gerasimo per tutta la Quaresima si nutriva unicamente dell’Eucaristia. Morì il 5 marzo del 475.
La leggenda del leone
Giovanni Mosco, nel suo Prato Spirituale, riporta la vita di S. Gerasimo, narrando che un giorno gli si avvicinò un leone zoppicante. Gerasimo gli estrasse la grossa spina che aveva conficcata in una zampa e lo medicò. Da allora il leone lo seguì fedelmente, facendo amicizia con un asino che trasportava l’acqua. Quando alcuni predoni rubarono l’asino, San Gerasimo pensò che il leone lo avesse e lo incaricò di trasportare l’acqua al posto suo, cosa che il leone, benché calunniato, accettò docilmente di fare. Quando poi i ladri si rifecero vivi portando con sé l’asino e tre cammelli, il leone li assalì, li mise in fuga e ricondusse al santo l’asino con i cammelli per giunta. San Gerasimo si scusò con lui per l’ingiustizia commessa nei suoi confronti. Il leone visse con i monaci per cinque anni, e quando Gerasimo morì si posò sulla sua tomba rifiutando il cibo fino a morire con lui.
Nelle icone S. Gerasimo viene rappresentato in abiti monastici mentre cura un leone. Si pensa che anche la celebre rappresentazione di S. Girolamo accompagnato da un leone derivi dalla confusione generata dall’assonanza tra i due nomi, simili, dei santi Hierasimus e Hieronimus, che avrebbe fatto attribuire anche a Gerolamo il leone di Gerasimo.