Santi e animali: San Biagio

Santi e animali: San Biagio. Scuola umbra del XVII secolo
San Biagio e gli animali. Scuola umbra del XVII secolo

Scarse sono le notizie storiche su San Biagio, che tuttavia viene venerato come protettore contro le malattie, in particolare quelle della gola, e come patrono degli animali.

Si narra che…

Fu probabilmente medico e filosofo prima ancora di divenire vescovo di Sebaste in Armenia. Secondo le narrazioni che si sono tramandate, durante la persecuzione di Licinio (316) trovò rifugio in una grotta sui monti, dove si raccoglievano anche gli animali selvatici che gli portavano il cibo. Egli col segno della croce li benediceva e guariva le bestie ferite o malate, così come guariva le persone che si rivolgevano a lui.

Il miracolo che gli meritò l’attributo di protettore contro le malattie della gola è la guarigione di un bambino che stava soffocando per una lisca che gli era rimasta in gola. A questo suo patronato si riferisce il rito della benedizione della gola che anche oggi si effettua nelle nostre chiese proprio nel giorno in cui ricorre la sua memoria, il 3 febbraio.

Giacomo Jaquerio, San Biagio tra gli animali feroci (post 1410), abbazia di Sant'Antonio di Ranverso (Torino)
Giacomo Jaquerio, San Biagio tra gli animali feroci (post 1410). Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso (Torino)

San Biagio e gli animali

Ma San Biagio è anche patrono degli animali. Si dice che i soldati di Agricola, governatore della Cappadocia, cercando bestie per i giochi del circo, trovassero molti animali feroci di tutte le specie, leoni, orsi, iene, lupi, che si erano radunati in perfetta armonia davanti ad una grotta. Da questa uscì un uomo che li benedisse e li congedò perché tornassero nelle tane e nei deserti da cui erano venuti. Solo un enorme leone rimase lì, presentò una zampa a San Biagio e si fece estrarre una spina che vi si era conficcata, poi se ne andò tranquillo. San Biagio fu arrestato, processato e condotto al martirio. Mentre vi si recava guarì il bambino soffocato da una spina in gola e ordinò ad un lupo di riportare il maialino che la bestia aveva rapito alla sua proprietaria.

Santi e animali: il miracolo del lupo. Sano di Pietro, Polittico di Scrofiano, 1449
Sano di Pietro, il miracolo del lupo. Polittico di Scrofiano (Siena), 1449

Il santo di fronte alle minacce ed ai supplizi perseverò nella sua fede e fu sottoposto a diversi tipi di tormenti, come l’essere straziato da pettini di ferro e l’essere gettato in uno stagno sulle cui acque tuttavia camminò senza affondare, finché non fu decapitato.

Patronati

San Biagio patrono degli animali
San Biagio patrono degli animali

Per i miracoli operati e la vastità dei patronati è compreso fra i quattordici Santi Ausiliatori. Oltre a San Biagio, gli Ausiliatori sono i santi Acacio di Bizanzio (emicrania), Barbara (morte improvvisa), Caterina d’Alessandria (malattie della lingua), Ciriaco di Roma (ossessioni diaboliche), Cristoforo (peste), Dionigi di Parigi (dolori alla testa), Egidio abate (panico e pazzia), Erasmo di Formia (dolori addominali),Eustachio (pericoli del fuoco), Giorgio (infezioni della pelle), Margherita di Antiochia (problemi del parto), Pantaleone di Nicomedia (consunzione), Vito (corea, idrofobia, letargia ed epilessia).

Il patronato più importante di San Biagio è quello riguardante le malattie in generale, quelle della gola in particolare e la categoria professionale degli otorinolaringoiatri. Il patronato sulle malattie della gola è particolarmente delicato. Oggi si può pensare anche solo ad una banale tonsillite. Nei secoli passati, però, la temibile difterite, prima di essere debellata dalle campagne di vaccinazione, mieteva vittime soprattutto fra i bambini.

Per il miracolo del maialino, San Biagio è patrono dei porci e dei porcari, delle greggi e dei pastori. Protegge contro le bestie feroci, ma è anche patrono di tutti gli animali. Per il supplizio dei pettini di ferro è patrono dei pettinai e dei cardatori, lanaioli e materassai.

Altri patronati nascono solamente da analogie o assonanze di nomi. Il latino Blasius deriva con tutta probabilità dall’aggettivo blaesus = bleso, balbuziente, ma in tedesco ricorda il verbo blasen (soffiare), per cui in Germania è patrono dei suonatori di strumenti a fiato. Forse per questo è patrono anche dei mulini a vento e dei mugnai?

Per l’assonanza Biagio / bacio in molte regioni è il patrono dei fidanzati. Per la somiglianza del nome Blaise con il francese blé, grano, in Francia viene invocato prima del raccolto.

Stranamente, San Biagio è anche patrono degli osti; probabilmente, per il semplice fatto che a Roma la corporazione degli osti aveva la propria sede presso la chiesa di San Biagio.

Il dominio sugli animali feroci, in particolare, è una caratteristica molto importante della santità in quanto esprime l’armonia con la natura che l’uomo ritrova in Cristo nuovo Adamo. Per leggere qualcosa su un altro santo patrono degli animali, Sant’Antonio abate, cliccare QUI.

Proverbio

Per coerenza con il giorno della Candelora: «San Biagio, se trova il ghiaccio lo disfà, e se non lo trova fa». Ovvero: se il 3 febbraio la giornata è fredda porterà un clima temperato, se la giornata è mite porterà il freddo. Siamo fra gli 11 e i 15 gradi, quindi… ancora freddo a venire.