
Per quanto riguarda il libro di Samuele, la formazione del testo è stata laboriosa. Per ricostruire le vicende dell’istituzione monarchica in Israele, l’agiografo attinge a materiali d’archivio oggi non più disponibili, alle tradizioni orali e alla memoria storica del suo popolo. Siamo nell’ambito dell’opera deuteronomistica, e una delle sue caratteristiche è una narrazione appassionata e ricca di riflessioni, che si preoccupa non di riportare solo freddi dati storici, ma soprattutto di dare la sua interpretazione religiosa della storia di Israele, collegata con un preciso progetto divino.
Non ostante l‟unitarietà di fondo, alcuni fatti vengono narrati due volte, come l’ingresso a corte di Davide; altri fatti vengono giudicati in modo diverso, come l’istituzione della monarchia. L’agiografo menziona una sola fonte, il Libro del Giusto da cui dichiara di trarre il lamento di Davide su Saul e Gionata, e che è citato anche in Giosuè 10,13 come fonte della descrizione del miracolo del sole a Gabaon; le fonti, indubbiamente, sono però state molteplici.
Samuele: Ipotesi sulla formazione del testo
Teoria delle fonti
Secondo la teoria documentaria, la fonte principale avrebbe caratteristiche analoghe alla Jahvista (soprattutto 2 Samuele 9-20 e una buona metà del primo libro); un redattore D avrebbe utilizzato la fonte E per completare il quadro.
Teoria dei blocchi
Secondo un‟altra ipotesi, i libri sarebbero nati da diverse collezioni di documenti, una relativa a Samuele (1,1-3), un’altra all’Arca (1,4-6 + 2 Sam 6), un’altra alla persecuzione di Saul nei confronti di Davide e un’altra ancora relativa alle vicende della successione dinastica sul trono di Davide.
Teoria della storia deuteronomista
Proposta da Martin Noth nel 1943, afferma l’unitarietà di fondo del ciclo Deuteronomio – Giosuè – Giudici – Samuele – Re sulla base di documenti di varia provenienza non legati fra loro. La redazione sarebbe avvenuta verso la metà del VI secolo.
Teoria della doppia redazione della Storia deuteronomista
F.M. Cross rielabora in modo più convincente la teoria precedente, ammettendo due redazioni principali: una redazione di stampo ottimista ai tempi di Giosia (fine VII secolo a.C.) un’altra di tono pessimista, post-esilica.
Lettura “sincronica”
Recentemente, si pratica una lettura di tipo sincronico, interessata al significato teologico del testo così come letterariamente si presenta nella sua stesura definitiva, più che ad una analisi storico-critica. Alcuni ritengono che il testo sia stato elaborato nel IX secolo a.C., dopo la divisione del regno, a legittimare giuridicamente la dinastia davidica; appare però più probabile una composizione più tarda in due fasi, una pre-esilica ed una esilica.