Molto simile al Salmo 96, il Salmo 98 è l’unico fra i Salmi Jhwh malak a non essere orfano (cioè del tutto privo di titolo), avendo un titolo sia pur semplicissimo: Mizmor (“Salmo”).
Questo Salmo è un inno pressoché identico al Sal 96, tuttavia accentua maggiormente il tema della salvezza universale escatologica. Il nome “Signore” (Jhwh) vi ricorre sei volte e l’espressione “nostro Dio” una volta (v. 3). Ricorda i prodigi del passato, li riconduce al presente e li proietta nel futuro, disegnando e auspicando la venuta di un regno di giustizia per tutti i popoli.
Salmo 98: struttura e contenuto
Il Salmo 98 si divide in due parti.
Prima parte (vv. 1-3)
La prima parte è costituita da un invito a lodare (v. 1) Dio con un canto nuovo con la motivazione dei prodigi che Dio ha già compiuto in passato (vv. 1b-3). I “prodigi” sono quelli dell’esodo, ma evocano anche il nuovo esodo, il ritorno dall’esilio babilonese, che a sua volta diviene simbolo della salvezza messianico – escatologica aperta a tutti i popoli. La destra e il braccio santo di Dio costituiscono un antropomorfismo esprimente la potenza di Dio nei prodigi della creazione, dell’esodo e del nuovo esodo (Is 40,10; 51,5-9; 52,10). Pure il binomio Salveza – Giustizia (v. 2) è ispirato al Deuteroisaia; l’amore e la fedeltà (v. 3), spesso in coppia nel Salterio, sono le due virtù caratteristiche dell’alleanza. La salvezza rappresenta la vittoria, la giustizia il suo frutto, la realizzazione dei disegni di Dio. Tutto ciò avviene grazie al ricordo di Dio, atto che rappresenta da parte di Dio la messa in opera della sua “misericordia e fedeltà” nel preciso contesto dell’alleanza.
“Tutti i confini della terra…”: l’espressione non esprime solo la grandezza delle opere salvifiche di Dio, ma anche la partecipazione di tutte le genti alla gioia e ai benefici delle sue gesta in una decisa apertura universalistica. Come nel Deuteroisaia, i popoli pagani non sono solo spettatori o testimoni della salvezza di Israele, ma vi prendono anche parte.
Seconda parte (vv. 4-9)
Nella seconda parte il Salmo 98 contiene l’invito solenne a lodare Dio, (vv. 4-8), questa volta adducendo a motivazione (v. 9) il giudizio escatologico.
In questa seconda parte l’invito si fa più solenne e festoso e marcatamente più universalistico, con la partecipazione di tutta la natura (vv. 7-8).
L’invito a cantare e acclamare viene rimarcato dalla menzione dell’uso degli strumenti musicali come l’arpa, il suono melodioso (= salterio), la tromba, il corno. Sono quattro strumenti che rappresentano quelli adoperati nel tempio per il culto. Ma al suono degli strumenti si aggiunge la partecipazione del cosmo: il mare, il mondo abitato, i fiumi e le montagne, personificati (cfr. Sal 96,11-12; Is 55,12): “I fiumi battono le mani”, come in Is 55,12 gli alberi della campagna, accompagnando ritmicamente il canto degli uomini.
“Davanti al Signore che viene… a giudicare” (v. 9) è la motivazione dell’invito alla solenne lode cosmica ed è anche una professione di fede nell’avvento del Signore. Nella sua regalità, Dio viene per un giudizio di salvezza per tutti gli uomini.