Lettura continua della Bibbia. Salmi regali: il Salmo 72

Salmo 72
I re David e Salomone. Vetrata della cattedrale di Strasburgo (II metà XII secolo). Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14474492

Solo due salmi hanno ricevuto nel titolo la paternità salomonica, il Salmo 72, carme regale a netto orientamento messianico, e il Salmo 127. Salomone nella tradizione giudaica era l’emblema del perfetto sovrano e del sapiente ideale.

Salmo 72: epoca di composizione

Il carme, probabilmente, è di origine monarchica ma è da attribuire ad un’epoca posteriore a quella di Salomone (X sec.), forse alI’VIII – VII secolo a.C., coi re riformatori Ezechia e Giosia. La spiritualità della giustizia propria dell’inno ha fatto sì che esso ricevesse una forte coloritura messianica nell’uso post-esilico, giudaico e cristiano. H. Schurmann parlava di questo carme regale come di «un preludio biblico dell’Adveniat regnum tuum del Padre Nostro».

Questo salmo è in una posizione strategica, perché chiude sia le preghiere di Davide (2-72) che il Secondo libro dei Salmi (42-72). Potrebbe rappresentare un rituale monarchico per un’ascensione al trono od incoronazione (inizio del regno di un sovrano), ma anche una preghiera, in un’occasione speciale, per il benessere del re (sec. VIII-VII a.C.: Ezechia, Giosia).

Tuttavia, il clima universalistico del salmo (vv. 8-11.17cd) e le allusioni a testi della Torah e dei profeti (Gen 12,1-3; 22,18; Zc 9,9-10; Mi 7,14-17; Is. 60,6.9-10.14; Mal 3,12) fanno pensare al post-esilio, quando la monarchia non esiste più.

D’altra parte, un’interpretazione meramente messianica non soddisfa, perché il testo parla del re come presente; l’ipotesi di riletture posteriori neppure, perché il salmo ha una struttura regolare e non è un assemblaggio di vari brani.

Può darsi allora che il Sal 72 sia un “pezzo editoriale” composto espressamente per concludere la collezione davidica in tempo post-esilico, supponendo in modo fittizio (quasi come in un sogno) la monarchia ancora esistente, e imitando lo stile della preghiera antica per il re: Salomone è visto come un modello che può riprendere vita e su cui si appoggiano ormai le speranze messianiche.

Attribuzione e struttura

Lishelomohin questo caso significa non “di Salomone”, come nel Sal 127, ma “riguardante Salomone”: Salomone che nella tradizione giudaica è il perfetto sovrano e il sapiente ideale.

Il Salmo vero e proprio è racchiuso nei vv. 1-17. I vv. 18-19 sono, infatti, una solenne dossologia che chiude il Secondo libro in cui è stato diviso dal giudaismo il Salterio (Sal. 42-72) mentre un «explicit» tradizionale (v. 20) ipotizza l’appartenenza di tutti i Salmi finora letti a Davide.

Lo stile è litanico. Il Salmo inizia e termina con la parola “Dio” (v. 1 e 18) ed è scandito da tre giaculatorie regali (vv. 5.11.17), è aperto da una solenne invocazione (vv. 1-4) ed è articolato in quattro strofe (vv. 5-8; 9-11; 12-14; 15-17). Una pagina rigoro-samente strutturata con una fitta trama di rimandi, segno di un’opera attenta di composizione.

Preghiera per il re (vv. 1-4)

Il Salmo 72 inizia con l’invocazione a Dio perché doni la sua benedizione al re (movimento discendente), e mediante il re al popolo e al mondo intero. Alla fine del salmo, la benedizione sale a Dio (v. 19).

Il primo tema di rilievo offerto dal Salmo è quello sociale del buon governo, marcato con insistenza attraverso il lessico della giustizia e della povertà nei vv. 1-4 e 12-14.

Il re per cui si prega è figlio di re, di stirpe regale;

  • deve esercitare il potere divino a favore del popolo,
  • soprattutto degli umili e dei poveri che in tempo di oppressione confidano nel Signore,
  • eliminando la violenza
  • per avere relazioni sociali giuste
  • e grazie ad esse pace e benessere.

La difesa del povero e del debole è uno dei doveri tipici del re, un luogo comune dell’encomio monarchico orientale, ma in Israele la motivazione sottintesa è teologica: il povero è il «cliente» di Dio, suo avvocato difensore e Vindice; il re, come luogotenente di Dio, dev’essere garante di questa tutela. Di fronte alle delusioni suscitate dalla dinastia davidica si rilancerà il tema verso orizzonti regali messianici (vedi Is 11).

Auguri (vv. 5-17)

* Di felicità (vv. 5-7)

Sono preghiere indirette per il re: si realizzeranno se Dio le ascolterà

  • per un regno senza limite di tempo
  • di fertilità
  • di giustizia e di pace.

* Di dominio (vv. 8-11)

Il sovrano, poi, è rappresentato secondo lo schema bellico del trionfatore. Nel Salmo 2 abbiamo già detto che si tratta di un ritratto legato a fatti contingenti, come la ribellione dei vassalli, costretti dal re a «leccare la polvere come il serpente» (Mi 7,17; vedi il v. 9). Il re avrà quindi:

  • un regno senza limite di spazio (2c.9.10b), dal mare Mediterraneo al Golfo Persico
  • la sottomissione dei popoli: dai quattro punti cardinali, ad est il deserto (viene riportato alla lettera il testo di Is 60,6.9-10.14), ad ovest Tarsis (Gibilterra o Sardigna) e Grecia, a sud Sheba (Arabia) e Saba (Arabia meridionale, Yemen o Etiopia), si prostreranno e lo serviranno (Sion è considerata la montagna del Nord, la più vicina a Dio, accessibile solo dal basso), saranno centrati sul trono di Davide mentre i cicli giornalieri e annuali (sole e luna, v. 5) scandiranno l’eternità del regno.

* Per il governo sociale (vv. 12-15)

– liberando il povero e l’oppresso,

– Dio è Go’el del debole e del misero.

* Di benedizione (vv. 15-17)

  • lunga vita
  • abbondanza (raccolto lussureggiante) paragonabile a quella del Libano (dimensione cosmica che si aggiunge all’u-niversalismo del Regno)
  • stabilità del nome
  • unione dei popoli (eredità di Abramo: Gen 12,3).

Il trionfo secondo la retorica di palazzo acquista contorni cosmici. Tutte le nazioni si piegano al re davidico e nel mondo si apre un’iperbolica età dell’oro in cui il grano ondeggerà anche sulle cime dei monti (v. 16). Era pronta in questo modo la rilettura messianica che avrebbe usato questi schemi encomiastici per esaltare il nuovo mondo del re – Messia avvolto nella pace – shalóm perfetta.

«Nel deserto prenderà dimora il diritto

 e la giustizia regnerà nei giardini.

 Frutto della giustizia sarà la pace,

 prodotto del diritto una sicurezza perenne.

 Il deserto diverrà un giardino

 e il giardino si trasformerà in un parco»  (ls 32,16-17.15).

Dossologia (vv. 18-19)

Così conclude, il Salmo 72, il Secondo libro dei Salmi (Salmi 42-72) e le preghiere di Davide.

Nota finale (v. 20)

Son finite le preghiere di Davide, figlio di Jsai”.

È una nota redazionale che afferma la provenienza davidica di tutti i salmi precedenti.

In questo modo, giustizia (zedeq) e diritto (mishpath), pace (shalom) e salvezza (shi’a), abbondanza e prosperità fioriscono nel Cristo, cuore della storia e dell’universo, discendenza di Davide e di Abramo.