Lettura continua della Bibbia. Un inno: il Salmo 67

Salmo 67 scritto a forma di menorah. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10790998

Il Salmo 67 è una breve lirica semplice e solare. Data la sua apertura universalistica,è da collocarsi nel tempo post-esilico. In esso Israele, dopo un’annata agricola particolarmente fruttuosa, mostra la sua gratitudine a Dio e il suo desiderio che la sua giustizia e la sua salvezza risplendano alle genti oltre i confini del popolo eletto. La preoccupazione “missionaria” emerge insistentemente in tutto il salmo: all’inizio, nella motivazione introduttiva, nel ritornello, nella parte centrale e nella chiusura.

Salmo 67: struttura

La struttura del salmo 67 è chiaramente scandita dal ritornello:

  • parte iniziale (vv. 2-4);
  • parte centrale (vv. 5-6);
  • parte finale (vv. 7-8).

Parte iniziale (vv. 2-4)

In questa prima parte del Salmo 67 è presente la richiesta della benedizione divina, come pure l’esplicitazione dell’elemento missionario che lo pervade per intero: il desiderio che Dio, proprio tramite tutto quello che ha elargito ad Israele, venga “conosciuto” (conoscere implica amare) e adorato dai popoli.

Il v. 2 è chiaramente ispirato alla Benedizione sacerdotale di Nm 6,24-26:

«Ti benedica il Signore e ti custodisca;

faccia splendere il suo volto verso di te

e sia benevolo verso di te…».

La benedizione auspicata riguarda la vita, la fertilità del suolo, una famiglia numerosa (cf. Sal 128,3-4).

V. 3. L’augurio di una conoscenza di Dio da parte di tutti i popoli rispecchia quanto espresso nella letteratura profetica. La “conoscenza”, biblicamente, è un’esperienza profonda che coinvolge l’intera persona, mentre la “via” rappresenta tutto quell’insieme di principi che la guidano nel suo comportamento. La via di Dio è il suo modo di agire verso l’uomo, cioè è la benevolenza e la salvezza (yeshu’ah).

V. 4. Il ritornello «Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti» riflette la concezione universalistica della salvezza. Tutti i popoli sono invitati ad associarsi a Israele nella lode di Dio per i benefici elargiti. Si affaccia qui un universalismo mediato dalle promesse fatte ad Abramo.

Parte centrale (vv. 5-6)

In questa parte centrale del Salmo 67 si invitano i popoli a riconoscere nella gioia e nell’esultanza Colui che guida tutte le genti nella giustizia e nell’equità. Questa gioia infatti travalica i confini di Israele e chiede di divenire universale. Spesso queste espressioni rappresentano un motivo di abbellimento letterario, ma in questo salmo sono essenziali, dato l’universalismo di fondo che lo pervade.

Salmo 67: parte finale (vv. 7-8)

Nella sua conclusione, il Salmo 67 riprende a mo’ di inclusione quanto espresso all’inizio: il desiderio della benedizione divina e del suo riconoscimento da parte di tutti i popoli.

Il timore di Dio, di cui tanto spesso si parla nella S. Scrittura, non è la paura del castigo divino, ma il senso di rispetto che l’Alterità di Dio deve incutere: nell’amore, però, e non nel terrore;un rispetto che porta alla conversione. Il salmista prega perché la benedizione a Israele, manifestatasi con un abbondante raccolto, possa suscitare anche negli altri popoli il timore di Dio, come primo passo verso la salvezza universale.

Troviamo qui l’unico verbo al passato, «La terra ha dato il suo frutto» (v. 7), in cui possiamo riconoscere la circostanza che ha dato luogo alla formulazione del salmo: il ringraziamento per il raccolto.