Come il precedente Salmo 46, anche il Salmo 48 è un inno di Sion. Celebra la gioia degli abitanti della Città santa per una vittoria sui nemici.
Salmo 48: il testo
2 Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, 3altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.
4 Dio nei suoi palazzi
un baluardo si è dimostrato.
5 Ecco, i re si erano alleati,
avanzavano insieme.
6 Essi hanno visto:
atterriti, presi dal panico, sono fuggiti.
7 Là uno sgomento li ha colti,
doglie come di partoriente,
8 simile al vento orientale,
che squarcia le navi di Tarsis.
9 Come avevamo udito, così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
nella città del nostro Dio;
Dio l’ha fondata per sempre.
10 O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
11 Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra.
12 Gioisca il monte Sion,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi.
13 Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri,
14 osservate le sue mura,
passate in rassegna le sue fortezze,
per narrare alla generazione futura:
15 questo è Dio,
il nostro Dio in eterno e per sempre;
egli è colui che ci guida in ogni tempo.
Salmo 48: alcune osservazioni
In questo salmo però prevale una sorta di contemplazione della bellezza di Sion, riflesso della potenza di Dio (v. 15).
Il Salmo appartiene infatti al genere letterario dei Cantici o Inni di Sion, celebrando il monte santo come dimora divina. Vi riscontriamo un simbolismo spaziale, sia urbano che cosmico, e militare.
Immagini spaziali:
- Montagna
- Altura
- Città
- Palazzi
Immagini militari:
- Baluardo
- Fortezza
- Eserciti nemici
- Signore degli eserciti (ricordo però che questa espressione rimanda primariamente alle schiere celesti e non agli eserciti terreni in senso militare)
Nel Salmo 48 il nome di Dio ricorre più volte: due volte come “Signore” (Jhwh), otto come “Dio” o “Dio nostro”, giustificandone l’appartenenza alla “Collezione Elohista”. Dio è celebrato nella sua grandezza e potenza, di cui la solidità e la bellezza stupenda di Sion sono il riflesso terreno in quanto essa è dimora del Signore e città del Grande Sovrano (v. 3).
È Lui che si mostra come una fortezza inespugnabile“nei suoi baluardi”: alla lettera: “i palazzi”, che possono essere anche le abitazioni dei ricchi e dei principi, oltre alle fortificazioni di particolare consistenza sparse nelle varie parti della città (v. 4).
In contrasto con tale forza e stabilità stanno i re nemici che inutilmente si coalizzano: “attoniti e presi dal panico”; fuggono e sono colti dalle doglie come di un parto (vv. 6-7), scossi come le grandi navi commerciali del Mediterraneo occidentale vengono squarciate dal “vento orientale” (v. 8), come quello che prosciugò il Mar Rosso (cfr. Es 15,10).
La seconda parte del salmo (vv. 10-15) conduce i fedeli nel tempio, nella celebrazione delle gesta salvifiche che attualizzate nella liturgia come memoriale si realizzano anche nel presente. Le espressioni usate farebbero pensare ad una processione liturgica intorno alla città, durante la quale i fedeli sono invitati a contemplare le fortificazioni come segno visibile della protezione che Dio garantisce al .suo popolo in eterno.