Il lungo Salmo 106 conclude il IV Libro del Salterio. È un salmo di ringraziamento collettivo, con motivi innici, penitenziali, di supplica e di fiducia. Tratta della bontà del Signore verso il suo popolo nonostante le continue infedeltà di quest’ultimo, attraverso i diversi periodi della sua storia, dall’Esodo al tempo dei Re, quindi fuori della Terra promessa ma anche durante la dimora di Israele in essa.
Salmo 106: struttura e contenuto
- vv. 1-6: invito alla lode e appello introduttivo. Nessuno può narrare nella loro vera portata tutti i gesti di salvezza operati dal Signore che sempre si ricorda di Israele.
- vv. 7-46: confessione dei peccati dei padri in otto quadri. Al ricordo di Dio si contrappone la dimenticanza dei padri, dimostrata in tutte le loro colpe, dalla prima incredulità presso il Mar Rosso alle ribellioni nel deserto e persino ai sacrifici offerti agli dèi nella Terra promessa, fino all’esilio babilonese. Ma la misericordia di Dio non viene mai meno. Il Signore cede alle preghiere di Mosè (o meglio, rivela a Mosè il suo volto di Misericordia), e perdona tutte le infedeltà della generazione del deserto compresa l’idolatria ed il cibarsi della carne immolata agli idoli, ed anche la mancanza di giustizia verso gli innocenti. le varie oppressioni subite a più riprese da Israele sono viste come un castigo che dovrebbe richiamare il popolo a Dio.
- v. 47: supplica. Dopo la constatazione dei peccati dei padri e della misericordia sempre esercitata da Dio, il salmista chiede fiduciosamente al Signore la liberazione e il ritorno in patria degli esuli, per poterlo esaltare e ringraziare.
- v. 48: dossologia liturgica. Questo versetto si intona bene anche con il v. 47, ma è stato aggiunto a chiusura del quarto libro dei Salmi. È una formula liturgica con cui il nome di Dio viene proclamato e lodato.