All’interno della cosiddetta Collezione Elohista del Salterio (Salmi 42-89) si possono individuare piccole raccolte: il complesso 42-49 (salmi dei figli di Qorach), una piccola collezione elohistica di Davide (salmi 51-70), i salmi di Asaf (salmo 50 + salmi 73-83).
Questi Salmi sono così distribuibili (scorrere la freccia per vedere la tabella intera):
Suppliche individuali | 42 | 43 | 51 | 52 | 53 | 54 | 55 | 56 | 57 | 58 | 59 | 61 | 64 | 69 | 70 | 71 | ||
Suppliche nazionali | 44 | |||||||||||||||||
Salmi regali | 45 | 72 | ||||||||||||||||
Inni di Sion | 46 | 48 | ||||||||||||||||
Inni cosmici | 47 | 65 | 66 | 68 | ||||||||||||||
Sapienziali | 49 | |||||||||||||||||
Salmi liturgici | 50 | 60 | ||||||||||||||||
Salmi di fiducia | 52 | 62 | 63 | |||||||||||||||
Ringraziamento nazionale | 67 |
I Salmi dei figli di Qorach
Tutti i Salmi deI complesso 42-49 hanno il titolo «Dei figli di Qorach». Qorach o Core era stato capo di una ribellione contro il potere sacerdotale di Mosè ed Aronne (Num 16), ma secondo il primo libro delle Cronache «i Qorachiti attendevano al servizio liturgico, erano custodi della soglia della tenda» (9,9), erano addetti al culto al tempo di Davide (26,1-18). I salmi loro intitolati fanno pensare piuttosto al post-esilio ed alla liturgia del Secondo tempio: il nucleo più significativo (42-47) è centrato sul culto e sulla teologia di Gerusalemme. Vi domina l’immagine di Dio che abita sul suo monte santo in Sion da cui concede vita e salvezza.
Suppliche individuali: Salmi 42-43
II salmo 42 forma un’unità con il salmo 43, che ne riprende il ritornello e alcune espressioni, e la struttura letteraria e contenutistica.
È l’unico che si apra all’improvviso con una comparazione:
«Come la cerva anela ai corsi dell’acqua
così l’anima mia anela a te, o Dio».
Il soggetto è maschile, cervo (reso dai LXX con il femminile), mentre il verbo è femminile: il verbo ‘arag indica il lamento, il sospiro, e può essere in questo caso una forma arcaica di terza persona maschile o un infinito assoluto, ma per i rabbini indica l’ardore mistico di cui la cerva è simbolo, mentre il cervo designa la ricerca, da parte del popolo, della salute materiale.
La comparazione esprime chiaramente il bisogno di Dio, come un istinto vitale quasi animale, in una persona, forse un sacerdote o levita, costretto a risiedere nell’alta Galilea (42,7: la regione del Giordano e dell’Hermon, il monte Miz‘ar), lontano dal centro del suo amore e della sua vita, il tempio.
Metro e simboli
Il metro è la qinah, la lamentazione, che esprime un dramma personale. L’invocazione del nome di Dio risulta ben 22 volte nel complesso dei salmi 42-43, numero alfabetico perfetto. Fondamentale è il valore del simbolismo acquatico, nella sua ambivalenza positiva – negativa: l’acqua fonte di vita (v. 2) e l’amarezza delle lacrime (v. 4), l’abisso primordiale e distruttore (v. 8), le cascate, i flutti, le onde.
Altri dati simbolici rilevanti sono quelli
- temporali (vv. 2-6: dalla nostalgia del passato
vv. 7-12 all’oscurità del presente
Sal 43 alla speranza della salvezza per il futuro)
- e spaziali (senso della lontananza di Dio e desiderio del tempio: ricordo del tempio nel paese d’esilio con il desiderio del volto di Dio).
Anche in questo salmo compaiono i nemici, sopratutto con il loro sarcastico commento: Dov’è il tuo Dio? L’ateismo biblico non è professione di una negazione teorica, ma lo scetticismo pratico di chi non crede nella presenza di Dio all’uomo, un ateismo pratico.
Nel salmo troviamo un raro esempio di monologo interiore (42,12; 43,5) o dialogo con la propria anima, la nephesh, concepita come l’io profondo dell’orante.
Passato e presente
Mentre la prima scena è dominata dal ricordo struggente della gioiosa liturgia del tempio (vv. 2-6), la seconda esprime il presente tragico (vv. 7-12), la terza (salmo 43) la speranza di un futuro gioioso presso l’altare di Dio. Il Messale di Pio V ha usato appunto il salmo 43 come preghiera di introduzione alla liturgia eucaristica, per la sua forte tensione verso la celebrazione liturgica.
Salmi dei figli di Qorach: una supplica comunitaria
Le suppliche comunitarie sono la voce del popolo ebraico, colpito da sconfitte nazionali, epidemie, carestie a causa della sua infedeltà all’alleanza, secondo il tradizionale modello retributivo.
La purificazione passa attraverso il pentimento e una serie di atti rituali (lamentazione, cenere, pianto, vesti di lutto, acqua lustrale…). Il castigo e il pentimento riportano il popolo alla sua identità nazionale. Diamo a mo’ di esempio la struttura di una di queste suppliche, il salmo 80:
- introduzione = appello a JHWH pastore d’Israele
- espressione di speranza in nome delle azioni salvifiche passate
- corpus – passato di salvezza
· noi e la nostra sofferenza
· il peccato e i nemici esterni
- conclusione == oracolo di salvezza
Altre suppliche collettive sono i salmi 44, 60, 79, 83, 85, 123, 137.
Salmo 44
È la prima lamentazione comunitaria del Salterio e può riflettere varie circostanze storiche, dal tempo di Davide all’invasione assira di Sennacherib (701 a.C.) alla caduta di Gerusalemme (586 a.C.), al post-esilio o persino al periodo maccabaico. Lo sfondo è ormai troppo vago per essere databile. Il muoversi del salmo è articolato lungo lo snodarsi
* di un passato di salvezza (vv. 2-9)
* di un presente umiliante (vv. 10-23)
* di un futuro di speranza (vv. 24-27).
Anche gli attori del salmo sono tridimensionali: Dio, il noi collettivo della nazione sofferente, l’essi dei nemici.
Lo schema generale del salmo è quello bellico, con metafore somatiche.