
Sull’antica porta della Beccia, che introduce alla parte duecentesca del santuario della Verna, è inciso un verso: Non est in toto sanctior orbe mons. Non c’è in tutto il mondo un monte più santo. È vero. La Verna è il Calvario francescano. Non solo alcune chiese, non solo il convento, ma l’intero monte.
Salire alla Verna
Salire alla Verna può significare molte cose. Può significare scoprire un panorama meraviglioso dopo la fatica della salita…

… trovare un angolo di pace…

… tornare indietro nel tempo…

… nei secoli…

… fino a ritrovare le proprie radici, e con esse il sé più autentico.

… Ma per Giovanni può significare anche incontrare la zia Sara appena arrivata…

… e riunire la famiglia.

Può significare ammirare un’arte sublime…

… le magnifiche Robbiane…

… contemplare la Croce nello spirito del cristianesimo…

… ma anche prendere parte a liturgie molto vive e partecipate, in basilica…

… come alla processione quotidiana.

E poi ci sono le stagioni: inverno…

… con la neve…

… primavera…

… la piena estate…

… autunno, quando la Verna si copre di toni dorati e si avvolge di nebbia.

Natura, storia, arte, spiritualità si uniscono per fare della Verna un luogo unico al mondo, dove ciascuno può ritrovare se stesso. Nella natura, nell’arte, nella storia, nella contemplazione della Croce, a seconda di dove lo conduca la propria esperienza del momento.