Sadducei e farisei erano i due gruppi religiosi più influenti nella Palestina del tempo di Gesù. Ci può meravigliare che correnti con idee tanto diverse fra di loro da risultare antitetiche si riconoscessero reciprocamente come correnti “ortodosse”, cioè non devianti da un retto pensare. Infatti, mentre i farisei ritenevano S. Scrittura anche i Profeti e gli Scritti, cioè gli altri libri di quello che noi chiamiamo Antico Testamento oltre il Pentateuco, i sadducei si fermavano alla Torah e non ritenevano ispirati gli altri libri. Non credevano nell’immortalità dell’anima né nella resurrezione finale… e dire che erano sacerdoti!
I sadducei
I sadducei, o discendenti del sacerdote Saddoq del tempo di Salomone, erano l’élite sacerdotale del tempio di Gerusalemme, le famiglie più aristocratiche ed influenti all’interno del sacerdozio di Aronne. Riconoscevano come unica autorità la Scrittura, non la tradizione orale, e nella Scrittura solo la Torah, non i Profeti o gli altri Scritti.
Riconoscendo l’ispirazione divina solo ai Libri più antichi, non ammettevano l’immortalità dell’anima, né la resurrezione finale, e neppure l’esistenza di un mondo angelico. L’unica retribuzione per l’uomo avviene in questo mondo: non esiste, per i sadducei, un mondo futuro.
L’interesse politico dei sadducei consisteva nel mantenimento dello status quo, l’equilibrio con i dominatori romani che permetteva lo svolgimento dei riti nel tempio, per cui essi vedevano con sospetto le attese messianiche e le tensioni profetiche del futuro.
I farisei
Ci potrà sorprendere sapere che i tanto screditati farisei rappresentassero in realtà la corrente religiosa più vicina al pensiero di Gesù ed al cristianesimo stesso. Divenuti sinonimo di “ipocriti” a causa dei comportamenti loro rimproverati da Gesù, si caratterizzavano invece, come movimento religioso, per uno spiccato amore della Legge e per una peculiare pretesa: quella di vivere continuamente da laici, nella propria famiglia e nel proprio lavoro, nello stesso stato di purità rituale con cui il sacerdote officiava al tempio.
Se i sadducei rappresentavano l’aristocrazia sacerdotale di Gerusalemme, i farisei provenivano soprattutto dalle classi urbane medie e basse. La loro era una spiritualità laicale molto bella. Applicavano alla famiglia i precetti riguardanti il tempio; dichiaravano che il tavolo domestico era equivalente all’altare del tempio se vi si studiava e praticava la Parola di Dio. In sostanza, i farisei si facevano carico di condurre Israele a realizzare il sacerdozio universale secondo Es 19,6. Questa purità rigorosa era però causa di separazione da coloro che non la praticavano, per cui i farisei furono detti, appunto, perushim = separati.
Questa corrente, i cui seguaci credevano nella totalità della Scrittura, nella tradizione orale, nell’immortalità dell’anima, nella resurrezione della carne, nell’esistenza di angeli e demoni, fu l’unica che sopravvisse alla catastrofe del 70, la distruzione del tempio: i sadducei non ebbero più un culto da prestare, gli esseni e gli zeloti si estinsero con il prevalere del dominio romano. Solo i farisei, con la loro spiritualità laicale, superarono il trauma, e dettero luogo all’ebraismo moderno.
Sadducei e farisei… e gli altri?
Al di fuori di tali correnti religiose rimaneva, disprezzato dagli osservanti, lo «‘Am-haarez», il «popolo della terra» costituito dalla massa degli incolti. Per i farisei, il contatto con un appartenente allo ‘Am-haarez rendeva impuri in quanto sospetto di impurità era tutto quanto possedeva e faceva. Un giovane maestro come Gesù, che si lasciava avvicinare e toccare da tutti, suscitava scalpore.