Parole e frasi bibliche. Rimpiangere le cipolle d’Egitto

Rimpiangere le cipolle d’Egitto
Foto di Peace,love,happiness da Pixabay

Rimpiangere le cipolle d’Egitto. Anche questa è una frase biblica divenuta proverbiale, adesso forse un po’ desueta: chi è più in grado di capirla?

«Rimpiangere le cipolle d’Egitto» è una locuzione che potrebbe corrispondere al nostalgico «Si stava meglio quando si stava peggio»: si denigra la situazione attuale per rimpiangere la condizione passata, teoricamente peggiore del presente ma in pratica di nuovo auspicabile, perché il presente non appare apprezzabile. Ci si rifugia in un sogno defilandosi dal presente.

L’origine

L’espressione nasce dall’episodio narrato in Esodo 16,3 e Numeri 11,3-6 in cui il popolo d’Israele, pellegrino nel deserto, è nauseato dall’alimento frugale di cui dispone, ancorché donato quotidianamente dal Signore, e reclama carne e cibi che possano gratificare il palato. In Egitto sì che si mangiava bene! Dimenticando completamente che quei cibi nutrivano degli schiavi, mentre nel deserto Israele sta camminando in completa libertà…

Il significato

La locuzione, dunque, è evocatrice di diversi aspetti del vivere umano:

  • La facilità con cui si dà peso agli aspetti meno importanti della vita, dimenticando quello che è l’elemento principale e irrinunciabile, come, in questo caso, la libertà…
  • La tentazione di ingigantire la reale portata delle gratificazioni avute nel passato, il comportamento da «laudator temporis acti» (colui che loda il tempo passato), sempre scontento di quel che si ha nel presente per rimpiangere una fantomatica felicità passata
  • Il mancato apprezzamento del bene presente per inseguire il sogno di qualcosa di più grande ma inafferrabile, che tende quindi a sottrarci dalla realtà e dalla storia per defilarci nel mondo delle utopie.
  • L’incapacità, o la mancanza di volontà, quindi, di affrontare la storia per rifugiarsi in un mondo privo di responsabilità, in un atteggiamento passivo.

Certamente, le difficoltà del presente possono provocare scontento, malumore e scoraggiamento, tuttavia queste reazioni molto umane non devono degenerare al punto di innescare un’attitudine passiva fatta solo di lamentele.

Il rimpianto della sicurezza e della tranquillità della condizione passata, che è la condizione miserrima dello schiavo non può sopraffare il desiderio di libertà di chi per la prima volta si incammina su piste sconosciute: questo è il significato dell’espressione ironica «rimpiangere le cipolle di Egitto». In senso religioso, si deve notare il contrasto fra un cammino libero di spiritualità intrapreso con l’aiuto di Dio e quanto esiste di più squallido e materialista nella vita di ogni giorno.