
Negli anni Sessanta del Settecento si provvede a ulteriori rifiniture della Spezieria. La stanza della Spezieria viene rifinita con una bella volta “alla Volterrana” e con l’aggiunta di un quadro raffigurante la SS. Trinità con i santi medici Cosma e Damiano. Si procede anche a costruire l’ultimo edificio “storico” della Verna, la falegnameria, attuale sede della Mensa del Pellegrino.
1764: Rifiniture della Spezieria
Viene fatta la volta alla Spezieria: è una volta “alla volterrana” fatta dal M° Giambattista Crescioli muratore della Pieve Santo Stefano (MdC p. 43; Discorsi del Mattioli = Q 3-5, 4° foglio bianco di copertina).
1764: Speziale alla Verna è F. Angelo da Monte Mignaio (Discorsi del Mattioli = Q 3-5, 4° foglio bianco di copertina).
Agosto 1764: S. Teresa Margherita Redi, prima di entrare al Carmelo di Firenze, visita la Verna (VdV II, 1937, n. 2).
Maggio 1765: Vigilia di Pentecoste. Congregazione Generale Cismontana alla Verna (Monte Santo p. 134).
1766: Un quadro per la Spezieria
Tra le rifiniture da menzionare della Spezieria, viene posto sulla volta un quadro raffigurante la SS. Trinità con i santi Cosma e Damiano, patroni dei medici in più sensi: patroni dei medici come categoria professionale, della medicina e quindi anche dell‟Infermeria della Verna; ma anche patroni dei Medici nel senso dei signori de’ Medici, granduchi di Firenze (MdC p. 43).
Il costo del quadro, 12 scudi in moneta fiorentina, è pagato dal Sig. Giuseppe Montini di Sarna. Viene provveduto anche lo scheletro per gli studi di medicina (Discorsi del Mattioli, 4^ pagina bianca).
L’officina del legnaiolo

Costruzione dell‟officina del legnaiolo in un fabbricato lungo la strada che dall’attuale portineria conduce al Piazzale (oggi Mensa del Pellegrino) (MdC p. 45). È l’edificio più recente della Verna “storica”: per avere un’ulteriore costruzione dovremo aspettare il 1950, quando saranno costruite le nuove stalle nei locali oggi occupati dal Tau per l’accoglienza dei gruppi. Il chiostro delle stalle diverrà, allora, il chiostro S. Chiara.
1766: una grande carestia
“In quest‘anno fu una carestia sì grande per tutta l‘Italia che il grano giunse al prezzo di nove lire, ancora che cattivo, e di poco frutto. E i cercatori in Toscana non trovarono la metà delle consuete limosine; null‘ostante per special provvidenza del Signore non mancò cosa alcuna ai Religiosi” (MdC p. 45).
12 aprile 1766: P. Fortunato da Sarmato
Muore alla Verna P. Fortunato da Sarmato (Piacenza), “dopo esservi dimorato 22 anni in qualità di Organista”. Era nato il 13 gennaio 1697 da una ricca famiglia, e come sacerdote diocesano aveva esercitato per cinque anno l’ufficio di parroco. A 35 anni, il 24 giugno 1727, si era fatto frate entrando nel convento di Borgo Nuovo della provincia riformata di Bologna. Era poi stato a Monte alle Croci presso Firenze, dove aveva conosciuto S. Leonardo da Porto Maurizio che lo aveva eletto a suo Confessore. Fu suo compagno per dieci anni nelle missioni che compiva.
Instancabile nella carità, raccoglieva tutto ciò che trovava gettato via come inutile, “e portatolo in cella, colla sua industria tanto faceva, che ne ricavava qualcosa per uso de poveri Religiosi, che comunemente alla di lui cella ricorrevano, ed era la Bottega della Provvidenza, da lui chiamata” (Monte Santo p. 126 s.).
Nei 22 anni che trascorse alla Verna, a quanto si seppe, non parlò mai con donne (Mencherini, Guida p. 390). Altri tempi…