
Solo Luca compie questa operazione letteraria ardita, quella di racchiudere tutto il ministero terreno di Gesù nella cornice dei Quaranta giorni. Inizia con i Quaranta giorni di Gesù nel deserto in preparazione del ministero pubblico (Luca 4), si conclude con i Quaranta giorni di Gesù risorto con gli apostoli in preparazione della sua Ascensione e dell’inizio della vita della Chiesa: un passaggio di testimone, a mo’ di staffetta, da Gesù alla Chiesa, per la potenza dello Spirito Santo (Atti 1).
Quaranta giorni
«Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. E mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre, quella che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo tra non molti giorni (1,3-5)».
Il simbolismo del quaranta
Il numero 40 ha un chiaro valore simbolico nella Bibbia: è il tempo di un’attesa che deve finire. Poiché il 7 rappresenta la perfezione, l’illimitatezza, la sua metà approssimativa, 3 e mezzo o 4 che sia, rappresenta qualcosa che, invece, deve finire. Siano 40 giorni o 40 anni o 400 anni, sono il tempo di un cammino e di un’attesa che vedranno il loro compimento e la loro fine. È il tempo della storia, il tempo del nostro cammino nel deserto che è la vita; e come Gesù si è valso di quei quaranta giorni per preparare l’azione, così la nostra vita, la nostra storia deve preparare e attuare il Regno di Dio.
Nei Quaranta giorni tra la Pasqua e l’Ascensione Gesù parla del regno di Dio, di come il disegno di Dio si sia compiuto e di come la storia umana si debba disporre in obbedienza all’iniziativa divina realizzata mediante la Pasqua del Figlio. È il programma degli Atti degli Apostoli, ma anche il programma sempre attuale degli amici di Dio, della Chiesa di tutti i tempi.
Per iniziare questa missione, gli apostoli hanno bisogno di essere battezzati nello Spirito Santo, cioè di essere immersi nella misteriosa corrente di quell’amore di Dio che pervade la creazione intera e che chiede di divampare nella storia degli uomini.
Il Vangelo di Cristo è precisamente questa novità che inserisce i discepoli, gli amici di Dio, nella attualità del regno di Dio.