Quant’è bella giovinezza…

Quant'è bella giovinezza... Annibale Carracci, Il trionfo di Bacco, Palazzo Farnese, Roma
Annibale Carracci, Il trionfo di Bacco, Palazzo Farnese, Roma

«Quant’è bella giovinezza…». Per certi accenti (Qoh 11,9), il Qoheleth, con la sua percezione della vita che fugge in un soffio, sembrerebbe richiamare lo spirito che Lorenzo il Magnifico espresse nel Trionfo di Bacco e Arianna:

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
..

(Cantato da Angelo Branduardi: QUI).

Niente di carnascialesco, però, nel Qoheleth. Il senso è religioso: la vita fugge, Dio resta.

Invito finale: pensa al tuo Creatore finché sei in tempo

Quant'è bella giovinezza... come la primavera. Foto di S. S.D.
Dalla primavera della vita alla primavera meteorologica:
un bombo al lavoro tra i fiori del mandorlo. Foto S. S.D.

L’articolo precedente QUI.

Qoheleth ammonisce di pensare al Creatore fin dai giorni della giovinezza, questo è chiaro; ma quale sia il senso di questo ricordarsi di Dio lo è meno. Dovrebbe trattarsi del ripensamento di tutto il rapporto uomo – Dio; è da giovani che si imposta la vita, prima che venga la vecchiaia a rendere più difficile questo rapporto.

L’affievolirsi delle forze nella vecchiaia e il decadimento finale è espresso con una serie di metafore abbastanza precise, fra le quali si riconoscono facilmente alcune parti del corpo come i denti, gli occhi, le labbra, le corde vocali; per altre l’interpretazione è ipotetica, come la fioritura del mandorlo per indicare una chioma canuta. Molto efficace l’immagine della vecchiaia colta nel timore di affrontare una salita… lo dico per esperienza.

Il testo

12,1 Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni brutti e che ti càpitino anni dei quali tu dica che non ti piacciono; 2 prima che si ottenebrino il sole e la luce, la luna e le stelle, prima che tornino le nubi dopo il temporale.

 3 Nei giorni in cui vacilleranno i guardiani di casa, si curveranno gli uomini robusti, smetteranno il lavoro quelle che macinano, perché fatte poche, caleranno le tenebre su quelle che guardano attraverso le finestre, 4 si chiuderanno i battenti che dànno sulla via; quando si abbasserà il rumore della mola, languirà il gorgheggio dell’uccello e scompariranno tutte le figlie del canto;

5 allora si avrà paura delle salite e degli spauracchi della strada; quando fiorirà il mandorlo, si muoverà lenta la locusta, sarà messo da parte il cappero, perché l’uomo se ne va alla sua dimora eterna mentre i lamentatori alzano le loro grida nella via, 6 prima che si tronchi il filo d’argento, si rompa la sfera d’oro, si frantumi la brocca sulla fonte, si spacchi la carrucola per finire nel pozzo. 7 Allora la polvere torna alla terra da dove è venuta, e lo spirito torna a Dio che lo ha dato.

 8 Vanità delle vanità, ha detto Qohèlet, tutto è vanità.