
Don Enzo Greco ci guida alla ricerca di Dio: ma quale è il Dio da trovare? Non quello di Erode…
Sono le sue ultime parole pubbliche: don Enzo verrà a mancare la settimana dopo.
Quale Dio trovare?
Quale Dio trovare? La nostra ricerca, guidata dalla stella, dalla luce della nostra intelligenza, e dalla luce di Dio, si mette in cammino. C’è un proverbio che noi recitiamo spesso, che è anche un proverbio della Bibbia: “Chi cerca trova”.
Però, attenzione: quale Dio noi vogliamo trovare? I Magi ce lo dicono attraverso i doni che offrono a Gesù.
“Oro”: Gesù è un Re; incenso: Gesù è il Figlio di Dio; ma c’è anche la “mirra”. Allora vi prego in questo momento di alzare gli occhi verso il Crocifisso. Ce lo dice il Vangelo di Giovanni in una forma simbolica: è uno strano “Re” Gesù, è un Re che ha come trono la croce, come corona la corona di spine, come manto purpureo lo straccio rosso che Erode gli butta addosso per indicare che era pazzo.
Noi troviamo il Dio crocifisso, e c’è già una prospettiva verso la Pasqua, il che significa che il volto di Dio che dobbiamo trovare, e che troviamo nella mangiatoia della notte di Natale, è Gesù che è in fasce, ma – ve lo ricordate? – il termine “fasce” è lo stesso, nel testo originale, delle fasce del morto. Gesù è già individuato, sia con le fasce in cui è avvolto, sia con la mirra che gli è donata, in colui che muore per la nostra salvezza.
La prospettiva pasquale
È il Dio di Gesù Cristo che noi dobbiamo trovare, a cui l’incenso viene offerto, alla sua divinità, perché è Dio; ma lo troviamo nel Dio fatto uomo, crocifisso e risorto per noi. Ecco la prospettiva pasquale!
Carissimi, se vogliamo trovare Dio noi dobbiamo trovare Gesù, non ci sono altri appuntamenti, sennò abbiamo sbagliato strada. Erode ha creduto di trovare un altro, per questo ha ingannato i Magi e si è posto come intralcio.
Cerchiamo Gesù! Il Vangelo sia la legge delle nostre Comunità Cristiane, il Vangelo sia letto da noi, sia vissuto da noi, è la Parola di Gesù, è Lui.
Il Dio di Erode
Se non troviamo Gesù troviamo un Dio sbagliato: significa che Erode ci ha ingannato, ci ha portato fuori strada, non abbiamo più dato retta alla stella, alla luce che ci guida. Allora vorrei dire che oggi, purtroppo, nella ricerca di Dio esistono tanti Erode che pongono l’intralcio.
Oggi ci sono molte occasioni culturali, ci sono molte realtà che si oppongono a entrare per trovare Gesù: “la cultura dominante, la mentalità dominante”.
Faccio un piccolo esempio con una caduta di stile. Lo so che nei nostri territori venire in chiesa, venire a Messa non fa molto chic. La cultura dominante oggi, nei nostri territori, è che i cristiani, (come nei condomini di Follonica) sono indicati a dito. Viva la democrazia! Viva il rispetto delle opinioni diverse!
Oggi è difficile non solo per i giovani, ma anche per gli adulti, venire in chiesa: non fa chic. La cultura dominante è una cultura estremamente ostile in tanti aspetti al cristianesimo; anche se, grazie a Dio, c’è tanta ricerca, ricerca anche inconscia; come diceva Robespierre, “è un bisogno”, lo scopri tardi, ma è un bisogno, quello di andare a Dio.
L’ateo che c’è in noi
Anche noi vogliamo vincere certe resistenze, certe mentalità che si oppongono al cammino cristiano, certi opinionisti della “rete”, televisivi, o della mentalità comune, che ci impediscono di fare questo cammino verso la Chiesa che mostra il Cristo.
Infine questo discorso, come ho detto all’inizio, vale per tutti, vale anche per i responsabili della pastorale. Non diamo niente per scontato: ne io, né voi. Nella parrocchia non ci sentiamo mai arrivati, dobbiamo ricercare il Signore. Sentiamo sempre, come diceva saggiamente il Cardinal Martini di Milano, sentiamo l’ateo che c’è dentro di noi per riscoprire il credente sempre più forte.
Approfondire la fede

Una fede, quindi, che si fa approfondimento, che si fa ricerca. Non so se questo termine “approfondimento” vi colpisce. C’è un libro che si intitola “Paolo VI segreto”, e che contiene una serie di confidenze che Paolo VI fece a un suo amico, un grande filosofo francese morto alcuni anni fa all’età di cento anni, Jean Guitton, che gli faceva compagnia durante le vacanze a Castel Gandolfo e lo aggiornava sul pensiero moderno.
Paolo VI era amante dei termini precisi, era un uomo molto sofferto, molto riflessivo, rappresentava molto bene la cultura moderna; Il libro si intitolò “Paolo VI segreto” perché il Papa gli disse: “Lei pubblicherà questo libro di intervista soltanto dopo la mia morte, non prima”. Puntualmente, appena morì Paolo VI, fu pubblicato questo libro. C’è un passo in cui il Papa dice al filosofo: “Si tratta per noi cristiani di approfondire, lo scriva tre volte: approfondire, approfondire, approfondire la nostra fede”.
Solo quando saremo in Paradiso non ne avremo più bisogno perché vedremo faccia a faccia, ma la nostra fede deve sempre di più maturare, la nostra fede deve essere sempre di più approfondita.
La nostra parrocchia è il luogo, lo sentite spesso attraverso le iniziative, in cui ci sono vari momenti: dal catechismo degli adulti, ai gruppi del Vangelo, ai momenti di formazione, alla preghiera, alla spiritualità, ai ritiri spirituali, agli esercizi spirituali, alle veglie di preghiera, ai momenti di carità; momenti in cui la fede nel Signore Gesù la puoi approfondire.
Mettiti in cammino!
Ma fai come i Magi, mettiti in cammino, non stare fermo nella tua terra perché non vedrai nulla, vedrai solo la punta delle tue scarpe o la punta del tuo naso. Che oggi, giorno dell’Epifania, il Signore si manifesti pienamente nel nostro cuore e nella nostra mente, sì che ci faccia desiderare ardentemente, come i Magi, di andarlo a trovare, di trovarlo come il Signore Iddio, morto crocifisso e risorto per noi: senso profondo della nostra vita, meta ultima della nostra esistenza!