
Il senso letterale e spirituale dei Padri della Chiesa si ritrova nello schema quadripartito dell’esegesi medievale, in cui si intrecciano:
- storia (senso letterale)
- allegoria (senso teologico: ciò che si dice a livello storico si intende di Cristo e della Chiesa)
- tropologia (da tròpos = direzione, variazione, metafora: è il senso morale, in riferimento alla vita cristiana)
- anagogia (in greco = elevazione: è il senso escatologico, che esprime la speranza della vita futura).
Un quadruplice senso delle Scritture
Agostino di Dacia (+ 1282) espresse questo schema in un famoso distico:
“Littera gesta docet, quid credas allegoria,
moralis quid agas, quo tendas anagogia”.
“La lettera insegna le cose avvenute, l’allegoria che cosa devi credere,
il senso morale che cosa devi fare, il senso anagogico (escatologico) dove devi tendere”.
Faccio un esempio di quadruplice senso delle Scritture. Il Cantico dei Cantici è letteralmente una raccolta di canti di amore. Il senso letterale parla delle espressioni di amore fra una Lei e il suo Lui, l’Amica e il Diletto. Sono una coppia umana.
Il senso allegorico, già sottinteso nei redattori che hanno disposto la raccolta in un preciso ordine, fa vedere dietro l’amore della coppia umana l’amore di Dio in quanto Sposo per la sua sposa Israele. In una lettura cristiana, si tratta dell’amore di Cristo per la Chiesa, oppure di Cristo per l’anima umana, oppure di Dio per la vergine Maria.
Il senso morale ricava da questo amore lo stile di comportamento che il lettore deve desumerne.
Il senso escatologico mostra dove questo amore conduca, se all’amore di Dio corrisponde l’amore dell’uomo.
Altro esempio: S. Agostino riteneva assurdo interpretare alla lettera il racconto della Creazione, perché assurdo era che Dio si fosse riposato, e perché l’atto della creazione doveva essere stato unico e simultaneo, mentre «Se noi adesso vediamo le creature muoversi attraverso vari periodi di tempo per compiere le azioni proprie della natura di ciascuna di esse, ciò deriva dalle ragioni [causali] che Dio ha inserito in esse e che ha sparso a guisa di semi (seminaliter) nell’istante della creazione, quando disse e le cose furono fatte, comandò e le cose furono create» (De Genesi ad litteram 4,33,51).
Non è, quindi, vero che la Chiesa si sia costantemente arroccata su posizioni fondamentaliste nell’interpretazione dei testi biblici.