La festa di Purim

Purim
Festa di Purim by Arthur Szyk (1894 – 1951) – Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=121146514

Festa mobile del calendario ebraico, la festività di Purim è considerata Festa Minore insieme a Chanukkah. Purim e Chanukkah sono considerate feste minori in quanto entrambe non sono state comandate dalla Torah (che comanda invece la celebrazioni delle grandi festività: Pesach, Shavuot, Succot, Rosh ha-Shanah e Kippur), ma dai maestri della Mishnah e del Talmud.

In ogni caso tutte queste feste, pur avendo ognuna caratteristiche proprie, sono accomunate da un’unica finalità: l’incontrarsi con Dio del singolo e della comunità in un appuntamento annuale.

Purim si distingue tra le festività per un modo diverso, allegro di gioire. È persino consentito di esagerare con il vino, fino ad arrivare al punto di confondersi e dire «Barukh Haman e ’arur Mordekhai» (maledicendo Mardocheo, l’eroe, e benedicendo Haman, il nemico mortale di Israele). Abbastanza strano… ma, come dicevano i romani, semel in anno licet insanire

La logica delle feste ebraiche

Le feste ebraiche possono essere paragonate ad una scala i cui gradini che nel loro susseguirsi conducono sempre più in alto nel corso dell’anno.

Nella festa di Pesach (Pasqua) si celebra la liberazione dall’Egitto, quindi la nascita di Israele; Shavuot (Pentecoste) ricorda l’alleanza del popolo con Dio attraverso il dono della Legge, quindi rappresenta una sorta di Bar Mizvah, il rito mediante il quale il bambino diviene, per la Legge, adulto.

In autunno, i giorni più severi di Rosh ha-Shanah (Capodanno) e Kippur (giorno dell’Espiazione) rappresentano l’unione sponsale fra il Signore e il popolo con il riavvicinarsi reciproco attraverso la teshuvah (conversione) e con l’ingresso nella Chuppah (baldacchino nuziale) simboleggiato dalle Sukkoth (Capanne), nella benedizione divina e nella gioia.

In questo modo, le feste ebraiche rappresentano il percorso di crescita di Israele che dalla sua nascita, con il raggiungimento della maturità, poi della purificazione, giunge all’unione più alta con il Signore.

Dopo questi giorni festivi dalla primavera all’autunno, però, iniziano i «giorni del buio», che nell’interpretazione rabbinica ricordano il dominio greco, quando l’imposizione del paganesimo, per la prima volta nella storia, rappresentò il rischio di abbandono, da parte del popolo, degli ideali ebraici. In risposta a questo rischio, la festa di Chanukkah (Dedicazione del tempio) fa ritrovare la luce e la gioia della Torah.

La conclusione del ciclo festivo è rappresentata dalla festa di Purim, dopo la quale si attende l’ultima festività, la venuta del Messia.

Purim

La festa di Purim è legata al libro di Ester, nel quale, verso la fine, si legge: «il suo ricordo non cesserà dalla sua stirpe». Secondo i commentatori, questa frase non ha soltanto un valore storico, ma anche un valore escatologico: anche con la venuta del Messia, questa festa non cesserà di esistere. Secondo il rabbi Izchak Luria, mentre le feste comandate dalla Torah saranno  abolite in quanto hanno assolto al loro compito, l’unica festa che verrà mantenuta per l’eternità sarà proprio quella di Purim, che racchiude in se stessa i significati di tutte le altre feste.

La celebrazione

Per celebrare questa festa si richiede:

In sinagoga

  • La lettura della Megillah (libretto) di Ester, che racconta la storia del miracolo di Purim. La Megillah viene letta da un rotolo di pergamena scritto a mano. Questa lettura viene fatta una volta alla vigilia di Purim e nuovamente nel giorno della festa. Quando viene menzionato il nome di Haman, è usanza fare strepito con raganelle o battendo i piedi. I bambini devono tuttavia imparare che Purim è l’unico momento in cui si può fare rumore durante le funzioni!
  • Fare regali in denaro ad almeno due poveri, o almeno fare donazioni alla sinagoga che provvederà in tal senso, a significare l’unità di Israele. È tradizione donare in beneficenza tre mezze unità di moneta (ad esempio, tre monete da mezzo dollaro) –, per rievocare il mezzo siclo che ogni ebreo versava al tempio contribuendo alle offerte comuni. Questa usanza viene praticata nel pomeriggio del Digiuno di Ester, o prima della lettura della Megillah.

Nelle case

  • Inviare in dono due tipi di cibo ad almeno una persona, cioè inviare un pacco contenente almeno due diversi alimenti (ad esempio, dolci e frutta) o bevande ad almeno un conoscente ebreo. Gli uomini mandano doni agli uomini e le donne alle donne. Anche i bambini sono coinvolti nelle osservanze della festa. Preferibilmente, i regali dovrebbero essere consegnati tramite terzi. 
  • Una celebrazione briosa della festa, che include anche vino o altre bevande inebrianti. La festa di Purim è preceduta da un giorno di digiuno (da un’ora prima dell’alba fino al calar della notte) che si effettua nella vigilia. Se però la vigilia cade di sabato, il digiuno si anticipa al giovedì.

È anche usanza che a Purim, i bambini – e, se vogliono, anche gli adulti – si mascherino  con costumi di personaggi buoni e allegri. Molte sinagoghe organizzano feste in maschera, insieme a premi per i bambini, durante o dopo la lettura della Megillah.