Lettura continua della Bibbia. La purificazione del Tempio

Purificazione del Tempio
Purificazione del Tempio. Autore sloveno sconosciuto, XIX secolo – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=113456316

L’episodio della purificazione del tempio si apre in Giovanni con l’indicazione che era “vicina la Pasqua dei Giudei” (2,13). Questo è il primo dei tre riferimenti giovannei a tre diverse feste di Pasqua (cfr. poi 6,4 e 13,1); anzi, l’insieme del IV Vangelo potrebbe essere descritto, con Stibbe, come “un intreccio pasquale che si muove attraverso le tre feste pasquali in 2,13; 6,4 e 13,1” (M.W.G. STIBBE, John as Storyteller: Narrative Criticism and the Fourth Gospel, Cambridge University Press, Cambridge 1992, 35; 49).

Ma anche i singoli episodi hanno un intreccio pasquale. Il riferimento alla Pasqua nell’episodio della purificazione del tempio non si ha solo all’inizio (2,13), ma anche alla conclusione del fatto qui narrato (2,23), a indicare mediante tale inclusione che tutta l’azione di Gesù nel tempio deve essere compresa in termini di realtà pasquali.

In tale episodio Gesù, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, purifica il tempio sgombrandolo dalle vecchie vittime sacrificali e si proclama lui vero Tempio, destinato alla morte e alla resurrezione.

Una nuova Pasqua e un nuovo Tempio

Di fatto, Gesù nel tempio istituisce una nuova Pasqua, divenendo il focus della nuova istituzione: mette gli animali fuori del tempio, le pecore e i buoi e le colombe. Sono le tre tipologie di animali idonei ai sacrifici, e Gesù li libera. Poi, mediante gli scambi di parole con i capi che lo interrogano, Gesù si identifica con il tempio e con il sistema sacrificale del tempio, implicitamente orientato verso il sacrificio pasquale: distruggano pure questo tempio ed egli in tre giorni lo farà risorgere. Giovanni ci dice che Gesù stava parlando del tempio del suo corpo, con chiaro riferimento alla propria morte: ovvero, che la morte di Gesù è l’istituzione del nuovo tempio, tale da rendere l’antico non più servibile.

La purificazione del Tempio: la cronologia

Per questo l’evangelista colloca la Purificazione del tempio all’inizio della vita pubblica di Gesù, a significare che si è instaurata una nuova economia, e che il Luogo Santo deve essere ormai rimpiazzato da una nuova realtà, e un tempio nuovo deve risorgere. I Sinottici, più plausibilmente da un punto di vista storico, collocano l’episodio, invece, alla fine del ministero terreno di Gesù.

Ma per la cronologia della Settimana Santa l’impostazione giovannea è più verosimile: difficile pensare che Gesù possa essere stato arrestato dopo la celebrazione della veglia pasquale, e crocifisso il giorno di Pasqua; difficile pensare che il Cireneo potesse in tal giorno tornare dai campi… La cronologia sinottica basata sulla celebrazione della Cena pasquale è il modo di Marco, Matteo, Luca di proclamare che Gesù è la nuova, vera vittima pasquale. Cronologia e cristologia vengono a coincidere.

Il flagello del Messia

Ma c’è un altro elemento, impensabile, di valore cristologico. Il Messia veniva infatti rappresentato munito di una fune o flagello con il quale avrebbe eliminato i comportamenti malvagi fustigando i vizi e le pratiche empie (Sanh. 98b). Questa immagine permetteva di essere interpretata come “le afflizioni del Messia” a causa dell’ambiguità del vocabolo usato (chevel), che significa flagello, dal punto di vista del Messia che infligge i dolori, e afflizioni, dal punto di vista di chi lo soffre. Si spiega così come in Gv 2,15 Gesù si muova nel tempio munito di un flagello: con questo non esprime la sua furia vendicativa, ma inaugura i tempi messianici. Nel pensiero rabbinico, i dolori del Messia sono tuttavia quelli che egli infliggerà ai perversi.