Le Prove nazionali INVALSI (Istituto Nazionale per la VALutazione del SIstema educativo di istruzione e di formazione) sono prove scritte svolte ogni anno da tutti gli studenti italiani delle classi previste dalla normativa. Il loro scopo è valutare, in momenti chiave del ciclo di apprendimento, i livelli di alcune competenze fondamentali in Italiano, Matematica e Inglese. Le prove vengono svolte nelle classi seconda e quinta della scuola primaria, nella classe terza della scuola media e nelle classi seconda e quinta degli istituti superiori.
Le prove hanno coinvolto quest’anno oltre 920mila allievi della primaria, circa 545mila di terza media e poco più di 953mila delle superiori, con partecipazione pressoché totale. Si tratta di quasi due milioni e mezzo di scolari.
Data l’estensione dei soggetti esaminati, ad essere valutati non sono i singoli alunni o le singole classi, ma, in realtà, l’efficacia della scuola italiana – nei limiti in cui ciò possa essere fatto con dei quiz al di là di un rapporto personale con gli studenti. Ne risulta, cioè, un monitoraggio dell’azione formativa, in una panoramica generale, a livello nazionale e regionale. I pregi e i difetti delle prove Invalsi sono quelle dei quiz: valutazione obiettiva ma impersonale sulla base di risposte che potrebbero anche essere fornite a caso.
I voti dei diplomati 2022
I voti conseguiti dai nostri studenti all’esame di Stato 2022 sono stati resi disponibili dal Ministero all’Istruzione. Gli ammessi e i promossi non cambiano rispetto all’anno precedente: il 96,2% dei candidati scrutinati ha sostenuto l’esame, il 99,9% lo ha passato. Quindi, nemmeno il 4% degli studenti che hanno fatto le prove Invalsi è rimasto bloccato dagli esami; se ne deduce che il restante 96% dovesse dimostrare competenze adeguate. I voti lo dimostrerebbero:
- Diplomati con lode: sono il 3,4%, in aumento rispetto al 3% di un anno fa.
- Le valutazioni comprese tra 91 e 99 rappresentano il 15,6% del totale,
- Il 20,8% quelle tra 81 e 90.
- I diplomati nella fascia 71-80 crescono dal 23,8% al 27%,
- Quelli della fascia 61-70 dal 18,5% al 20,1%.
- In lieve calo i 60: passano dal 4,8% al 4,1%.
I risultati veramente buoni o addirittura ottimi rappresentano il 66,8% del totale; gli altri sono comunque da considerare adeguati, visto che hanno ottenuto il diploma. E invece… lo anticipo: secondo le prove Invalsi, solo il 50% circa è in possesso dei requisiti di base.
La panoramica Invalsi: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Quale panoramica risulta, della scuola italiana, dalle prove Invalsi 2022? Beh, conoscete la storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto? La definizione dipende dal punto di vista dell’osservatore, in questo caso dal suo ottimismo o pessimismo. Così, quello che tiene banco in questo momento è il confronto con i risultati del tempo del covid e della didattica a distanza: è ovvio che, rispetto alla didattica a distanza, il ritorno alla didattica in presenza abbia permesso di segnalare alcuni miglioramenti.
Ecco però i risultati nudi e crudi.
Classe II scuola primaria:
- In Italiano circa 3 allievi su 4 (72%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su).
- In Matematica quasi 3 allievi su 4 (70%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su).
Classe V scuola primaria:
- In Italiano un po’ più di 3 allievi su 4 (80%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Aumentano di 5 punti percentuali gli allievi che raggiungono almeno il livello base.
- In Matematica un po’ meno di 3 allievi su 4 (66%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su).
- Buoni i risultati d’Inglese degli allievi della scuola primaria italiana. Il 94% degli allievi raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è l’85% degli allievi a raggiungere il prescritto livello A1 del QCER.
La scuola primaria, dicono, sembra così essere tornata in carreggiata rispetto agli anni del Covid, ma questo cosa significa? Che ci sono ancora un 20% e un 34% che in italiano e matematica non raggiungono neppure il livello base… E poi, che cosa accadrà alla scuola media e alla scuola superiore? Ne riparleremo fra qualche anno.
Prove Invalsi 2022 secondaria I grado, classe III
E se Atene piange, figuriamoci Sparta. Medie e superiori, si dice, rivelano le manchevolezze causate negli apprendimenti dal Covid e dalla scarsa qualità della didattica a distanza degli anni precedenti. Sarà solo per quello?
Le votazioni all’esame di terza media
Gli ammessi all’esame di terza media sono stati il 98,5%, e il 99,9% dei ragazzi ammessi ha superato la prova. Oltre il 50% ha ottenuto una votazione dall’8 in su. Il 5,9% dei candidati ha ottenuto la lode. Il 7,2% ha ottenuto il 10. Il 19,4% è uscito con 9 e il 25,8% con 8. Gli altri hanno dimostrato di avere raggiunto almeno il livello base… o no?
Secondo le prove Invalsi, a livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati in terza media sono:
- Italiano: 61% (-1 punto percentuale rispetto al 2021)
- Matematica: 56% (invariato rispetto al 2021)
- Inglese-reading (A2): 78% (+2 punti percentuali rispetto al 2021)
- Inglese-listening (A2): 62% (+2 punti percentuali rispetto al 2021)
Si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, d’accordo. Tuttavia, 4 studenti su 10 non hanno competenze adeguate in italiano; nemmeno 5 su 10 riescono ad avere competenze adeguate in matematica. Vi sembra un successo? Ci si consola con l’inglese, ma non più di tanto.
In alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna), poi, si riscontra un maggior numero di studenti con livelli di risultato molto bassi, che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in Italiano, al 55-60% in Matematica, il 35-40% in Inglese-reading e il 55-60% in Inglese-listening.
Prove Invalsi 2022 secondaria di II grado
Classi seconde
- In Italiano il 66% degli studenti (- 4 punti percentuali rispetto al 2019) raggiunge almeno il livello base (dal livello 3 in su). Gli allievi che non raggiungono il livello base in Italiano superano il 40% in tutte le regioni del Mezzogiorno (escluso l’Abruzzo). Sempre nelle stesse regioni si fermano al massimo al livello 2 tra il 55% e il 60% dei casi, fino ad arrivare quasi al 70% in Sardegna.
- In Matematica il 54% degli studenti (- 8 punti percentuali rispetto al 2019) raggiunge almeno il livello base (dal livello 3 in su). In sei regioni del Mezzogiorno l’esito medio si ferma al livello 2, quindi al di sotto della soglia prevista dopo dieci anni di scuola (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna).
Ultimo anno della secondaria di secondo grado
- In Italiano il 52% degli studenti raggiunge almeno il livello base (dal livello 3 in su). In sei regioni del Mezzogiorno l’esito medio si ferma al livello 2, quindi al di sotto della soglia attesa (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna). Il risultato è invariato rispetto al 2021, ma nel 2019 (nel 2020 le prove Invalsi non sono state svolte a causa dell’emergenza sanitaria) eravamo al 64%. Si dà la colpa alla pandemia. Per le classi V gli allievi che non raggiungono il livello base in Italiano superano il 60% in Campania, Calabria e Sicilia.
- In Matematica il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2021) raggiunge almeno il livello base (dal livello 3 in su). Nel 2019 eravamo al 61%, con un calo quindi, rispetto al periodo pre pandemico, di 11 punti. In sette regioni del Centro-Sud l’esito medio si ferma al livello 2, quindi al di sotto della soglia attesa dopo tredici anni di scuola (Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna). Gli allievi sotto il livello 3 arrivano al 70% in quattro regioni (Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna).
- In Inglese il 52% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2 punti percentuali rispetto al 2021), ma sempre sotto rispetto al 2019 (55%). Il 38% raggiunge il B2 in quella di listening (+1 punto percentuale rispetto al 2021). Solo nelle regioni del Settentrione (escluso Piemonte e Liguria) l’esito medio nella prova di listening è in linea con l’atteso B2. Anche in questo caso il 60% degli studenti di Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna non raggiungono il B2; l’80% degli studenti delle stesse regioni non raggiunge il B2 nella prova di listening.
La situazione nel 2022
La lettura ufficiale dei dati Invalsi tende a presentare il bicchiere mezzo pieno. Diamo uno sguardo al bicchiere mezzo vuoto, che è preoccupante.
In sostanza, negli istituti superiori si arriva al diploma, ma – al di là di quanto affermano i voti all’esame di maturità – quasi 1 studente su 2 supera l’esame senza aver raggiunto le competenze di base. Il 52% degli studenti ha raggiunto almeno il livello adeguato in italiano, il che significa che il restante 48% dei ragazzi non l’ha raggiunto. In matematica solo il 50% degli studenti ha raggiunto il livello di base: 1 su 2 ha competenze insufficienti. Questa è la media; in alcune regioni si scende al 40% e al 30% di studenti che raggiungano i livelli di base. Speriamo che abbiano almeno le competenze professionali…
In terza media il 61% di studenti è adeguato in italiano, in matematica solo il 56%. Per l’inglese reading siamo al 78%, in inglese listening al 62%. In alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si riscontra un maggior numero di studenti con livelli di risultato molto bassi, che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in italiano, al 55-60% in matematica, il 35-40% in inglese-reading e il 55-60% in inglese-listening.
«Orrori» di ortografia ai concorsi pubblici
Vediamone gli effetti sui posti di lavoro, o meglio sui concorsi che i candidati sostengono per riuscire ad avere un posto di lavoro. Naturalmente i dati che presentiamo riguardano persone che hanno fatto il loro percorso scolastico molti anni prima.
Ebbene, ci sono concorsi pubblici in cui tutti i concorrenti sono esclusi perché commettono troppi errori di ortografia: accade già da anni, anche in luoghi vicini a noi. Ma al concorso 2016 per aspiranti insegnanti elementari, ossia proprio per il ruolo svolgendo il quale si dovrebbero insegnare agli alunni i rudimenti dell’italiano, sono stati registrati errori, o meglio «orrori», è il caso di dirlo, «magistrali». «La mamma aquista» senza c, «un’evento» con l’apostrofo, «melodie disciendenti» con la i, «calzini ratopati»: è solo un assaggio (o, se mi attenessi allo stesso stile, «un’assaggio») delle «perle» ortografiche contenute nelle prove di concorso di chi l’ortografia dovrebbe insegnarla!
Scartati, naturalmente. Ma se lasciamo il mondo degli insegnanti della scuola primaria la situazione non migliora. A parte l’ortografia (esempi desunti dalle prove di concorso per la Magistratura: «qual’è» con l’apostrofo, la «Corte dell’Ajax», «a detto» voce del verbo dire, «risquotere» con la q…) abbiamo aspiranti professori che scrivono «cmq» invece di «comunque», «X» invece di «per», «ke» invece di «che». In inglese si confonde il «tutoring» con il «Touring». E non parliamo della capitale della Svezia…
Ecco il commento riportato all’epoca dalla rivista «Tuttoscuola»:
«In alcuni compiti è emersa anche una scarsissima conoscenza dell’italiano, tanto da indurre alcuni commissari a chiedersi se si trattasse di candidati stranieri che non padroneggiavano bene la nostra lingua, salvo poi verificare che erano italianissimi».
Non c’è da meravigliarsi che 600 docenti universitari e accademici della Crusca abbiano denunciato tale degrado: «Circa i tre quarti degli studenti delle triennali sono di fatto semianalfabeti. È una tragedia nazionale», commentava uno di loro. Nel mio piccolo, non posso che concordare. Mi sono passate tra le mani decine e decine di tesi universitarie, forse un centinaio, e dovevo continuamente correggere apostrofi, accenti ed errori di sintassi (gli altri sono più rari, perché ci pensa l’autocorrettore del computer), anche nelle bozze di laureati che potrebbero insegnare italiano. Andiamo bene…