Primavera!

Vivendo in città, la primavera si nota meno, ma si avverte comunque nell’aria diversa, nella fioritura – se non altro – delle pratoline e di qualche sparuto albero da frutto che si intravede qua e là. Oh, sì, e nelle gemme che iniziano a inturgidirsi sui rami spoglili. Anche in città, la natura si sta svegliando.

Il mandorlo

«La quercia chiese al mandorlo: Parlami di Dio. E il mandorlo fiorì» (Nikos Kazantzakis). 

Il primo a fiorire è il mandorlo. Non per niente, in ebraico il mandorlo è lo «shaqed», il Vigilante (infatti «vigilare» significa il verbo «shaqad» da cui il nome deriva). Sentinella della primavera, è il primo a destarsi e germogliare, dispiegando la delicata bellezza dei suoi fiori. Per questo la menorah, il biblico candelabro a sette bracci, è decorato con fiori di mandorlo, perché il Signore sempre vigila sul suo popolo, ma anche il popolo di Dio è invitato a vigilare in fervida attesa…

Sorelle alate

Le sorelle rondini (o balestrucci, o rondoni che siano) non sono ancora arrivate: il noto proverbio che recita «Per San Benedetto, la rondine sotto il tetto» si riferiva alla vecchia datazione giuliana, sfalsata di una decina di giorni, prima della riforma gregoriana che ci ha dato il calendario che seguiamo attualmente. Arriveranno, quindi, fra una decina di giorni: le aspettiamo. Il cielo è ancora vuoto, ma presto le sorelle alate torneranno ad abitarlo per la loro gioia e la nostra.

Anticipo di primavera

Quest’anno la fioritura è arrivata in anticipo, o almeno così mi è sembrato, dal mio punto di osservazione urbano. O forse non è mai cessata: perché anche nei mesi invernali (un inverno insolitamente mite, a parte qualche periodo di gelo) ho ricevuto «in diretta» foto di piante in fiore, per di più con un assiduo ed ininterrotto lavoro di api e bombi.

Non occorre essere abili fotografi per carpire qualche bella immagine. La bellezza della natura è il linguaggio muto con cui le creature ci parlano di Dio.

E c’è anche, già, la rosa…

E così, avanti verso l’estate, verso la pienezza.

Le foto sono tutte di mia figlia Sara (Suor Sara) e provengono dalla sua comunità di Bologna.