
Sì, è già nell’aria. Benché la piovosità di questi giorni ricordi piuttosto l’autunno, si sente già qualcosa di diverso portato dal vento: un profumo segreto di germogli, un sentore di qualcosa di verde e di fresco, un che di luminoso che non va più d’accordo coi colori spenti dell’inverno. No, non è primavera, mancano ancora tre settimane. Ma qualcosa è già cambiato, quasi un ritmo di danza che sveglia la natura…
Primavera vien danzando…
Danza nell’aria la primavera, ancora invisibile e impalpabile, eppure c’è qualcosa di nuovo e di vivo nell’aria. Lo esprimo con una vecchia poesia di Angiolo Silvio Novaro, in cui però ho invertito l’ordine delle stagioni adottando il punto di vista degli scolari: autunno, inverno, primavera… e per l’estate portatrice di vacanze c’è ancora tempo, è ancora lontana.
I Doni di Angiolo Silvio Novaro

Vien l’autunno sospirando,
sospirando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Qualche bacca porporina,
nidi vuoti, rame spoglie,
e tre gocciole di brina,
e un pugnel di morte foglie.
E l’inverno vien tremando,
vien tremando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Un fastel d’aridi ciocchi,
un fringuello irrigidito;
e poi neve, neve a fiocchi
e ghiacciuoli grossi un dito.
Primavera vien danzando
vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Ghirlandette di farfalle,
campanelle di vilucchi,
quali azzurre, quali gialli;
e poi rose, a fasci e a mucchi.
Ricordi d’infanzia

Erano i tempi in cui la scuola elementare funzionava al ritmo delle stagioni, e poteva farlo, perché le stagioni parevano immutabili. Oggi non è più così: periodi di caldo anomalo in pieno inverno, piogge autunnali in primavera, neve assente quasi del tutto dove dovrebbe nevicare… Ma la mia memoria è legata a quei ritmi inesorabili da cui erano scandite le stagioni scolastiche, alle immancabili illustrazioni puerili dei nostri poveri libri piccoli e opachi, lontani dalle magnificenze dei libri scolastici attuali, così luccicanti e pesanti, ma non so se più funzionali dei nostri…