21 febbraio: Primavera in mare!

Primavera in mare

È tradizione toscana, non so se anche di altre zone, che il 21 febbraio di ogni anno ricorra la Primavera in mare, mentre per la terra, all’asciutto, dovremo aspettare un altro mese.

Siamo grati al mare, noi della costa: poiché l’acqua mantiene la temperatura più della terra, il mare non si è raffreddato come il suolo terrestre in questi mesi invernali, ed ecco il motivo per cui i paesi che si affacciano sul mare godono di un clima più temperato rispetto a quelli continentali: in estate accadrà l’inverso, il mare ci regalerà la sua brezza durante la stagione calda; e le creature che vivono in esso hanno ritmi diversi.

Primavera in mare

A due terzi dell’inverno astronomico, a due mesi cioè dal solstizio d’inverno e a un solo mese dall’equinozio di primavera, la vita subacquea già si rivitalizza, anticipando di un mese quella delle creature terrestri.  Non sarà un caso che questo anticipo di primavera venga notato dalla tradizione popolare marinaresca della Toscana, dato che storicamente in Toscana l’anno iniziava proprio il 25 marzo, coincidendo praticamente con l’inizio della Primavera.  E sarà un caso se il sole intorno al 21 febbraio entra nel segno dei Pesci?

Bisogna riconoscere che nell’aria, anche per noi di terraferma, si sente già un qualcosa di primavera, una promessa  di profumi e di rigoglio. La terra lo promette, il vento fa da mediatore, poi torna il freddo… Ma il mare è già un passo avanti.

La primavera in mare (Corrado Govoni)

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Immagine da me realizzata con AI tramite https://creator.nightcafe.studio/studio

Anche il mare ha la sua primavera:
rondini all’alba, lucciole alla sera.
Ha i suoi meravigliosi prati
di rosa e di viola,
che qualcuno invisibile, là, falcia,
e ammucchia il fieno
in cumuli di fresche nuvole.
Si perdon le correnti
come pallide strade
tra le siepi dei venti,
da cui sembra venire,nella pioggia,
come un amaro odore
di biancospino in fiore.
E certo,nella valle più lontana,
un pastore instancabile tonde
il suo greggie infinito di onde,
tanta è la lana
che viene a spumeggiare sulla riva.

Verdognolo e lillastro, come l’arcobaleno
gemmeo elastico refrigerante:
d’accordo con il cielo
profondo arioso concavo specchiante,
come il cristallo con il fiore;
tutto abbandoni e improvvise malinconie,
come il primo amore.
Così fresco ed azzurro,
come se trasparissero
dalla sua limpidità
le sue tacite foreste
sottomarine
avvinghiate di alghe serpentine;
quest’edera senza foglie;
scorse dai freddi scivolii
di pesci di maiolica e d’argento,
alati come uccelli muti,
tra i coralli irrigiditi:
questi peschi sempre fioriti…