
Claudia Signorini è una vera artista nel progettare il presepe. Quello da lei ideato e realizzato lo scorso anno era fatto di Sacra Scrittura: una lunga scala a gradini costituita dai libri dell’Antico e del Nuovo Testamento che conduce alla mangiatoia dove è deposto il Bambino: la Parola di Dio incarnata nella parola dell’uomo che conduce alla Parola in persona… una lunga strada, veramente.

Quest’anno, Claudia si è sbizzarrita con presepi di ghiaccio e di luce.
Presepi di ghiaccio e di luce

Il calore delle viscere di misericordia di Dio scende nel gelo della terra, quando il Verbo suo si incarna.

Anche se è un dato solo tradizionale e non biblico, è plausibile che accanto alla mangiatoia di Betlemme si trovassero gli animali come unica corte regale del Re delle genti. Poi verranno gli angeli e infine i pastori, buoni ultimi i magi; ma i primi ad accogliere il Bambino nell’umiltà di una stalla, che era con tutta probabilità una grotta nei dintorni di Betlemme, è verosimile che siano stati proprio i tradizionali asino e bue, i normali compagni di vita di una famigliola di modeste condizioni nella Palestina di quell’epoca.

È, verosimilmente, il loro calore animale a riscaldare un poco il piccolo sconosciuto Re che giace sulla paglia. Betlemme, Beth-Lechem, Casa del Pane, evoca l’immagine del cibo.

Il gelo, allora, si tramuta in tepore e luce, promanando da Colui che è la Luce vera che viene ad illuminare ogni uomo…

… e quella capanna di ghiaccio sembra trasformarsi in un tempio di luce. La trasparenza non è casuale: è attraverso la venuta di Gesù che si può leggere la Storia. Questo mi ricorda una frase famosa di C.S. Lewis, incisa a sua memoria nell’abbazia di Westminstere:
«Io credo nel cristianesimo come credo che il sole è sorto. Non solo perchè lo vedo, ma perchè attraverso di esso vedo tutto il resto».

«In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; e la luce nelle tenebre risplende e le tenebre non la compresero… Era la luce vera, che illumina ogni uomo, quella che veniva nel mondo… E il Verbo si fece carne e dimorò fra noi e abbiamo visto la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità» (Gv 1,4-5.9.14).