Presepe al Rivellino: una notte chiara come il giorno

La fredda pioggia dicembrina non poteva gelare il calore del cuore delle persone che si sono radunate numerose nel Rivellino di Piombino per partecipare all’inaugurazione del grande Presepe. Il clima avverso non ha scoraggiato nessuno: molti infatti i presenti per ricordare l’800° anniversario del Presepe di Greccio.

L’associazione Porta a Terra, che con i suoi volontari ha allestito il Presepe, aveva espresso alla parrocchia dell’Immacolata la richiesta di avere la presenza di un frate per benedire questa iniziativa che è di matrice francescana: fu, infatti, inaugurata nella notte di Natale del 1223 da San Francesco a Greccio… e quella notte fu chiara come il giorno. Ma non si tratta di folklore: i sensi profondi sono molti, e di grande spessore.

La cerimonia

La sera dell’8 dicembre, dopo il saluto dell’Associazione Porta a Terra, la lettura del racconto del Natale di Greccio scritto da Tommaso da Celano, primo biografo di San Francesco, ha riportato gli astanti a quella notte di Natale in cui Francesco poté soddisfare il suo desiderio di «rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello» (FF 468).

E la narrazione si fa esultante:

«Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia» (FF 469).

Padre Livio Crisci, ministro provinciale dei Frati minori della Toscana, con il parroco P. Federico

Questo primo presepe, ha ricordato padre Livio Crisci ministro provinciale dei Frati minori della Toscana, era ridotto all’essenzialità; aveva ben poco degli elementi che avrebbe acquistato in seguito, soprattutto per merito della tradizione napoletana. Una mangiatoia, il bue e l’asinello, le torce dei pastori e i canti dei frati… ma tanto bastava per ricambiare, da parte di Francesco, l’accoglienza affabile che aveva ricevuto dagli abitanti di Greccio. Quel presepe non era tanto una sacra rappresentazione quanto una condivisione dell’umiltà e della povertà del Verbo fatto carne nella storia degli uomini, di tutti gli uomini. Il Natale, parlando di Incarnazione, di umiltà, di povertà, ha qualcosa da dire al cuore di tutti. Un breve video QUI.

Dal Natale alla Pasqua

Qui, con il vicesindaco Luigi Coppola

E le parole di padre Livio sono state rafforzate dal breve e incisivo intervento di Luigi Coppola, vicesindaco di Piombino, il quale, essendo originario di Pompei, le ha condivise di cuore. Ma ha anche aggiunto una riflessione importante. In qualità di volontario (e Governatore) della locale Misericordia, infatti, si trova spesso a vedere la sofferenza sul volto delle persone. Allora, se il Natale ci parla di gioia, di pace, c’è anche, nella vita, tanta sofferenza che ci richiama la Passione e quindi la Pasqua. Non si può celebrare il Natale se non si fa questo rimando alla Pasqua…

Sulla sinistra, una vera cascata!

Dopo la benedizione, i partecipanti hanno potuto ammirare il Presepe che ogni anno si arricchisce di elementi nuovi. Quest’anno è stato dotato persino di una vera cascata!

Sul Rivellino un approfondimento nell’articolo dello scorso anno, QUI.

Un video del Presepe QUI.

Ed ecco i nostri frati… da sinistra a destra, Livio, ministro provinciale; Simone, guardiano del convento dell’Immacolata; Federico, parroco della parrocchia dell’Immacolata. Buon lavoro, fratelli.