
La stagione estiva avanza, e i presagi di estate si fanno sempre più notare. La natura sfoggia tutti i suoi indizi per farcelo capire…
Il colombaccio, il più grande columbide europeo, si fa avanti per prendere il suo bagnetto quotidiano.

Ed eccolo, il colombaccio, nel suo habitat di elezione.
L’upupa, invece, che è tornato essendo un migratore, preferisce fare un bagnetto di polvere, mentre si nutre al suolo.

La ghiandaia ci guarda dall’alto, esibendo la sua livrea colorata.
I picchi sono tutti indaffarati…

Le aree verdi in questo periodo sono piene di suoni. Anche il merlo torna a far sentire il suo canto. Di questa specie riconosciamo facilmente il maschio, nero col becco giallo, mentre la femmina è di color bruno scuro. Formano coppie monogame per tutta la vita. Il canto nuziale del maschio, pur essendo in buona parte fischiato, è molto melodioso. Le sue abilità canore sono comunque facilmente battute da un abilissimo competitore: lo storno.
Lo storno scorrazza di qua e di là cercando il cibo. Ma quando si posa su un ramo dà sfogo alla sua abilità vocale… È capace di imitare ogni tipo di suono, dal canto degli altri uccelli ai versi di altri animali, dai suoni meccanici alla voce umana. Trae spunto dai suoni dell’ambiente in cui vive e li riproduce, facendosi un nutrito repertorio di imitazioni.
In questo video potete ammirare le capacità di uno storno che vivendo in una casa delizia tutto il giorno i suoi umani con un ricco repertorio di suoni.
La natura, nella voce degli animali, trova un suo linguaggio, incomprensibile agli uomini, di lode al Creatore. Ma esiste anche il linguaggio muto della semplice bellezza.

E forse, per chi ha una sensibilità biblica, il più riconoscibile tra i presagi d’estate è quello rappresentato dal fico:
«Imparate dal fico questa parabola. Quando i suoi rami divengono teneri e spuntano le foglie, voi conoscete che l’estate è vicina» (Mc 13,28 // Mt 24,32; Lc 21,29-30).
Guardate qui: si sono già formati i frutti…