
Dopo la conquista di Gerico, secondo il racconto del libro di Giosuè, avviene la presa di Ai. La città di Ai viene conquistata a seguito di una imboscata che allontana dalla città i difensori consentendo agli israeliti di penetrarvi facilmente. Anche questa conquista è seguita dall’applicazione dell’interdetto agli abitanti.
Presa di Ai… ma era in rovina!
Gli scavi effettuati in questa località, vicina alla biblica Bethel, hanno dato risultati deludenti: all’epoca di Giosuè, Ai era in abbandono da sei secoli. Gli esegeti hanno cercato di conciliare i dati biblici con quelli archeologici identificando Ai con Bethel, che effettivamente subì la distruzione nel XIII secolo, oppure interpretando le rovine di Ai come un avamposto militare dei difensori di Bethel. ‘Ay, in effetti, significa rovina, e il testo non parla mai di città e mura, ma solo della “rovina” e degli abitanti della “rovina”. Eliminati gli abbellimenti letterari, l’episodio assume le sue vere proporzioni.
Ma non è l’unico problema.
Ingresso in terra di Canaan: due diverse tradizioni
La Bibbia presenta almeno due tradizioni distinte su come Israele entra nella terra: in una, Israele entra e inizia una guerra; nell’altra, Israele entra senza opposizione e si dirige verso un luogo sacro.
Secondo Deuteronomio 11 e 27, gli Israeliti avrebbero dovuto attraversare il Giordano e dirigersi direttamente verso i monti Garizim ed Ebal, eseguire benedizioni e maledizioni e costruire un altare. Questa predizione concorda con la descrizione dell’ingresso pacifico di Israele nella terra che si ha nel Cantico del mare di Esodo 15.
Entrambe queste descrizioni sono però in contrasto con il resoconto che appare nel libro di Giosuè, secondo cui gli Israeliti entrano nella terra e iniziano una conquista militare. Secondo Giosuè 1–10, subito dopo aver attraversato il Giordano gli Israeliti distruggono Gerico, poi si dirigono a ovest verso le colline di Beniamino e distruggono la città di Ai. In seguito, fanno pace con le città dei Gabaoniti a sud di Ai, dopodiché vanno in guerra con un’alleanza di città del sud guidate dal re di Gerusalemme.
Sacrificio e lettura della Legge sul monte Ebal (8,30-35)
Per armonizzare queste due tradizioni, sia di conquista militare che di ingresso pacifico terminante a Ebal, un redattore di Giosuè aggiunse una descrizione del viaggio di Giosuè a Ebal alla fine del capitolo 8. Così, subito dopo la distruzione di Ai, leggiamo che all’improvviso Giosuè e gli Israeliti sono sul monte Ebal, molto a nord:
In quel tempo Giosuè costruì un altare al Signore, Dio d’Israele, sul monte Ebal, come Mosè, servo del Signore, aveva ordinato agli Israeliti, come è scritto nel libro della legge di Mosè (Giosuè 8,30-31 )…
È il rinnovamento dell’alleanza tra JHWH e il suo popolo. L’espansione nella terra promessa non è frutto delle forze umane, ma della fedeltà divina.
Poi, nella scena successiva, la narrazione torna di nuovo nei pressi di Ai, dove i Gabaoniti, che vivono nei pressi di Ai, si rivolgono a Giosuè per un trattato di pace!