
Non solo il rito della circoncisione (vedere QUI), ma anche la celebrazione della Pasqua da parte di Israele e la presenza del mondo celeste al condottiero Giosuè mediante l’apparizione dell’angelo costituiscono una premessa liturgica all’ingresso di Israele nella terra di Canaan.
Della circoncisione abbiamo già parlato. Ma sono molti altri gli aspetti di Giosuè 2-5 che richiamano l’uscita di Israele dall’Egitto. Cerchiamo di vederli in questa tabella.
Premessa liturgica: parallelismi tra Giosuè 2-5 e il libro dell’Esodo
Giosuè | Esodo |
Segno di salvezza: funicella scarlatta | Segno di salvezza: sangue dell’agnello |
Processione dell’arca dell’alleanza | Costruzione dell’arca dell’alleanza |
Attesa del terzo giorno | Attesa del terzo giorno |
Passaggio del Giordano | Passaggio del Mar Rosso |
Costruzione di un memoriale di dodici pietre | Costruzione di un altare di dodici pietre |
Circoncisione degli israeliti | Circoncisione del figlio di Mosè |
Celebrazione della seconda Pasqua | Celebrazione della prima Pasqua |
Cessazione del fenomeno della manna | Inizio del fenomeno della manna |
Apparizione celeste: Togliti i sandali… | Apparizione celeste: Togliti i sandali… |
In particolare, l’apparizione dell’angelo a Giosuè (5,13-15) è un altro segno forte della presenza di Dio, simmetrico a Es 3,3-6. Nel caso di Giosuè, ormai lontano dal Sinai, un messaggero, capo degli eserciti del Signore (delle stelle del firmamento, poi degli eserciti di Israele), e non più Dio in persona, avverte che la storia è in mano a Dio stesso, e che la terra è sacra, perché è dono del Signore. Come il Signore nel racconto della vocazione di Mosè insegna al chiamato come rapportarsi con il sacro, altrettanto fa il messaggero celeste nei confronti di Giosuè. Come avviene l’esodo di Israele dall’Egitto, simmetricamente o quasi avviene il suo ingresso nella terra di Canaan. E così il cerchio si chiude, da Esodo 3,14 a Giosuè 5,15, ed una altra storia si apre, non più quella di Israele peregrinante, ma quella di una conquista…