Parole e frasi bibliche. Povero Adamo…

Adamo ed Eva. Hendrik Goltzius, 1616. Pubblico dominio. https://commons.wikimedia.org/wiki/Hendrick_Goltzius?uselang=it#/media/File:The_Fall_of_Man-1616-Hendrik_Goltzius.jpg

Povero Adamo, quante gliene diciamo! Sembra logico prendersela con Adamo, visto il guaio che pare aver combinato alle origini. In effetti, il racconto biblico lo addita come il responsabile di una caduta che ha travolto l’intera umanità – indotto a ciò, a dire il vero, dalla nostra madre Eva. Quando leggevo la Bibbia da piccola, ero abbastanza arrabbiata con Adamo ed Eva, perché – mi dicevo – questi due, per una mela [sic – allarme spoiler: non era una mela!], hanno rovinato tutto e tutti!

Storia tipo

Così pensavo quando ero piccola. In realtà, il racconto della caduta è una storia – tipo, cioè un racconto stilizzato che non svolge una funzione di cronaca, ma condensa in un evento puntuale tutta una situazione di peccato che ci ingloba tutti.

Enzo Bianchi – sul cui valore di biblista nessuno ha niente da eccepire – scrisse che quanto è contenuto nei primi capitoli di Genesi narra non tanto quello che è successo prima di noi, quanto quello che si trova dentro di noi: una realtà umana autentica. Allo stesso modo – questo è l’esempio che faccio sempre insegnando – il paleontologo, dai reperti che trova, non può risalire alla storia dei singoli individui con tanto di nome e patronimico, ma la sua ricostruzione della realtà umana è storica, eccome! Solo che non si riferisce a personaggi singoli, ma traccia lo stile di vita o la condizione antropologica, e l’evoluzione o involuzione di una società umana.

Logica vuole che un primo peccato ci sia stato: per forza! Questo peccato ci viene narrato rivestito di immagini comprensibili all’epoca, ma è il peccato di origine di tutti noi. Sant’Agostino scrisse: Omnis homo Adam / ogni uomo è Adamo (proseguendo però: Omnis homo Christus!). Tenete presente che adam, in ebraico, è un nome comune, collettivo, che si traduce nel migliore dei modi con umanità. In ebraico, l’individuo uomo maschio è ish (come l’individuo uomo femmina è ishshah), mentre adam, nome singolare collettivo che non si può declinare al plurale, indica tutta l’umanità e ogni essere umano senza distinzioni di sesso, età, etnia, status sociale ecc.

In quell’adam delle origini ognuno di noi è contenuto; nessuno di noi avrebbe saputo o voluto fare meglio, se non il Nuovo Adamo che è Cristo e la Nuova Eva che è sua madre Maria.

Costume adamitico

Bene, la condizione dell’umanità nello stato edenico è una semplice e serena nudità. Non c’è vergogna perché non c’è paura: l’adam sta bene con se stesso perché sta bene con Dio, con l’altro e con tutto il creato. Il primo abito dell’umanità è il costume adamitico: la capacità di essere se stessi, cioè, senza fronzoli e senza aggiunte.

Nudi ma non furbi

Il racconto della tentazione e del peccato è incorniciato in un gioco di parole intraducibile in italiano. Il testo biblico ha cura di registrare che uomo e donna, prima del peccato, erano nudi, ‘arûmmîm (singolare ‘arom), e non si vergognavano reciprocamente. Non è una annotazione superflua: perché subito dopo il serpente verrà descritto come il più astuto degli animali della terra fatti dal Signore Dio, e l’aggettivo usato è ‘arûm, con il significato di scaltro, furbo. Le consonanti dei due termini sono le stesse. La donna e l’uomo, che si vogliono fare furbi (‘arûmîm) come il serpente, in realtà si scopriranno soltanto ‘arûmmîm, nudi. La nudità originaria, innocente, è divenuta una nudità vergognosa.

I vestiti saranno, così, necessari quando l’adam (avendo, si direbbe oggi, la coda di paglia) si sentirà indifeso, in balìa di tutto e di tutti, e avrà bisogno di protezioni per difendersi dalla sua paura. E allora…

Pomo d’Adamo

Nell’Adamo michelangiolesco, la prominenza laringea si vede chiaramente

…Allora avrà paura perché vedrà Dio come nemico e temerà la sua presenza, per quel famoso frutto proibito che avrà carpito per farsi Dio di se stesso. Riservo alla volta successiva la trattazione dell’immagine del frutto proibito, ma faccio notare fin d’ora che quel frutto ad Adamo… è rimasto di traverso.

Si parla infatti di pomo d’Adamo per indicare la protuberanza cartilaginea tiroidea (prominenza laringea), che si presenta più o meno marcata soprattutto negli uomini. È costituito dalla giuntura fra le due cartilagini principali della laringe. Il pomo d’Adamo si nota in maggior misura negli uomini perché durante la pubertà la laringe maschile cresce considerevolmente, il che spiega anche la trasformazione nel tono della voce.

Il bello è che il pomo d’Adamo non ha una funzione precisa. Che abbia ragione la tradizione popolare, secondo cui sarebbe un boccone del frutto rimasto conficcato nella gola di Adamo al momento del Peccato originale?