Pomeriggio… a Narnia

Pomeriggio a Narnia

Pomeriggio a Narnia, con merenda: è quello che abbiamo fatto alla parrocchia dell’Immacolata con un bel gruppo di persone, di età variabile dai 6 agli 87 anni, venute a vedere il film Il Leone, la Strega e l’Armadio.

Veramente non c’era verso di mandare avanti la proiezione: dapprima non si sentiva l’audio (salvo ascoltarlo in inglese), poi il video si interrompeva e rifiutava di andare avanti, e così via per parecchio tempo… Meno male che era già pronta la merenda di Narnia, e bambini, adulti e anziani hanno potuto gustare i dolci preparati da qualche volenteroso.

Qualche decorazione in tema narniano allietava i locali, ma erano soprattutto i dolci a fare la loro parte.

Non mancava un (quasi) autentico lampione di Narnia a caratterizzare l’ambiente con la sua fioca luce.

Pomeriggio a Narnia

Finalmente, grazie all’intervento di un Deus ex machina, la mamma di un bambino che non finiremo mai di ringraziare, la proiezione ha potuto riprendere, questa volta senza interruzioni fino alla fine. Aslan il leone ha commosso la platea con il suo sacrificio e con la sua resurrezione, ed i bambini con il suo aiuto hanno salvato il mondo di Narnia: i bambini, perché è di essi il Regno dei Cieli.

La storia di Narnia

Fonte immagine: https://www.deviantart.com/77tiger77/art/Courage-dear-Heart-746623380

Si càpita per sbaglio dentro un armadio, e se ne esce in un altro mondo. Così iniziano le avventure di quattro fratellini che, sfollati in campagna da una Londra bersagliata dai bombardamenti tedeschi, attraverso un armadio magico si trovano proiettati in un mondo parallelo, quello di Narnia. Lewis vuole mostrare ai bambini che l’altro, il meraviglioso, è a portata di mano, dietro l’angolo, magari dentro un armadio. Si diviene eroi nelle piccole cose, quelle di tutti i giorni.

Ma siamo sicuri che Lewis scriva per i bambini, anche quando scrive proprio per loro? L’ha detto lui stesso:

«È mia ferma convinzione che un libro degno d’esser letto solo nell’infanzia non è degno d’esser letto nemmeno allora… Il fantastico o il mitico è un mezzo valido a tutte le età… può fornirci esperienze che non abbiamo mai avuto e quindi, anziché “far commenti sulla vita”, accrescerla» (C.S. LEWIS, Altri mondi, Edizioni Paoline 1969, p. 72).

Come nacque Narnia

Pomeriggio a Narnia
Ecco i lukums, i dolcetti della strega, confezionati per il trasporto

«Il Leone ebbe inizio con la scena di un fauno che portava un ombrello e dei pacchetti in un bosco candido per la neve. Questa scena era stata nella mia mente da quando avevo circa 16 anni. Poi, un giorno, vicino ai quaranta, mi dissi: “Cerchiamo di tirarne fuori un racconto”. All’inizio avevo una pallidissima idea di come sarebbe andata la storia. Poi improvvisamente vi saltò dentro Aslan. Penso di aver sognato in quel periodo una buona quantità di leoni. A prescindere da ciò, non so da dove venne il leone e perché venne. Ma una volta lì, trascinò tutto il racconto, e presto si tirò dietro gli altri sei della serie dei racconti di Narnia» (C.S. Lewis, Altri mondi, p. 78-79).

Così Lewis ci ha donato ben sette romanzi fantasy che non allontanano i lettori piccoli o grandi dal mondo reale, anzi li preparano all’impegno in esso. Tanto realistico è il mondo immaginario di Narnia, che c’è stato chi vi ha ricavato addirittura un libro di cucina inventando le ricette dei tanti pasti descritti da Lewis. Mi sembra importante riprendere dall’Introduzione un passo riguardante la funzione della Fantasia nei confronti della Realtà.

«La Fantasia non distoglie lo sguardo dalla Realtà, ma serve a vederla meglio, togliendo dai nostri occhi la patina di abitudinarismo, di superficialità, di assuefazione alle cose, di scontatezza nel vivere, che ci impediscono di vederla in tutta la sua complessità e ricchezza. La fantasia non è un rifiuto della realtà, ma uno strano atto di fede in essa. La fantasia è un modo diverso di porsi davanti alla realtà, un’esperienza conoscitiva ricca e complessa, che però segue una logica diversa da quella ordinaria. È come quando si dice di guardare qualcosa con “altri occhi”: cambiano gli occhi, non le cose…

La fantasia, insomma, non è evasione dalla realtà, ma una vera e propria «visione» della realtà… una visione che ci conduce a comprendere, a trovare le risposte che il nostro cuore insegue» (P. Gulisano – L. Vassallo, La cucina di Narnia. Ricette e menu dal mondo di Aslan, Ancora, Milano 2006, p. 10).