Romanico elbano. La pieve di San Lorenzo

Pieve di San Lorenzo. Maroni, Guida alle chiese romaniche dell’isola d’Elba

La pieve di San Lorenzo era la pieve di Poggio e Marciana, situata nella vallata sottostante. La piccola pieve risale al XII secolo, quando l’Elba era sotto il dominio pisano; nel 1255 viene citata come abbazia, ma nelle Rationes decimarum del 1298 è ricordata come «Plebs de Marciana de Ylba».

Una pianta curiosa

Pianta della pieve di San Lorenzo. Maroni, Guida alle chiese romaniche dell’isola d’Elba

Priva di copertura, la pieve di S. Lorenzo conserva però pressoché intatte le forme originarie. La pianta è irregolare, in quanto la parte absidale interna misura 156 cm in meno della parete interna della facciata, procurando l’effetto di una convergenza simbolica verso l’abside, ossia verso oriente e quindi verso Gerusalemme.

Rimangono sul vertice della facciata i pilastri di un campanile a vela (la distanza fra i quali fa pensare che esso ospitasse due campane), sotto cui si apre la consueta finestrella cruciforme. Lungo le pareti interne si trovano numerose nicchie quadrangolari destinate a contenere lampade.

Fu incendiata insieme alle chiese di S. Biagio, S. Bartolomeo e S. Frediano durante gli assalti guidati da Dragut nell’agosto del 1553 ed è in stato di rovina. Così scriveva il Ninci, nella sua «Storia dell’Elba», sulla pieve di S. Lorenzo:

«Istesse devastazioni subirono Poggio e Marciana, giacché i loro abitanti che mai avevan voluto abbandonare i loro abituri si erano ritirati, veduto il pericolo, sulle dirupate cime degli alti monti che dominano quelle terre. In tal occasione si diede il guasto e si diroccò per quanto si poté la chiesa di S. Lorenzo sotto Marciana, il di cui curato si stabilì in questa terra, lasciando un vice-curato al Poggio» (p. 93).

La terra di Marciana

Fortezza pisana. Di Ferpint – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25113299

«La terra [di Marciana] non è circuita tutta di mura, poiché le abitazioni attaccate l’un l’altra formano quasi un recinto dalla parte di fuori et ove non congiungono le case vi sono le mura, ma in guisa di mura d’orto, benché con qualche altezza. In un angolo della terra dalla parte della montagna vi è un piccolo forte di figura quadrata con i suoi piccoli baluardi nell’angoli, servendo di ritirata a quei popoli nell’esser assaliti da’ barbari» (Giovanni Vincenzo Coresi Del Bruno, Zibaldone di memorie, 1744).

Marciana vista dal Poggio. Di Luca Aless – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77973189

Il territorio comunale di Marciana si stende lungo le pendici del Monte Capanne occupando la parte nordoccidentale dell’isola. Si tratta di un territorio montuoso e impervio che tende a raddolcirsi declinando verso il mare. Marciana è uno dei paesi più antichi e ricchi di testimonianze storiche e archeologiche; le sue origini risalgono al 35 a.C. La comunità di Marciana è attestata come entità giuridica a partire dal Duecento.

«Co[mun]e Marciane» (1260). Di Ferpint – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17500880

Durante il Medioevo, Marciana era uno dei dieci comuni elbani sottoposti al governo di Pisa. Dal 1399 la località fu annessa allo stato di Piombino, di cui condivise le sorti fino al 1802, data in cui tutta l’Elba divenne territorio francese.

Sotto il dominio degli Appiani, che l’avevano scelta come residenza, Marciana visse un grosso sviluppo a partire dalla costruzione della fortezza più protetta dell’isola a difesa della fonderia e della zecca. Tutto il paese conserva ancora oggi l’impronta medioevale di un tempo. Dopo il periodo napoleonico, con il granducato di Toscana, il comune di Marciana ricevette una più vasta estensione territoriale che comprendeva tutta l’Elba occidentale, dalla spiaggia dell’Acquaviva a nord, alla spiaggia di Fonza a sud.

Nel 1884 il borgo marinaro della Marina di Marciana si divise da Marciana e nel 1894 ci fu l’ulteriore separazione di Marina di Campo.

La pieve di San Lorenzo

Marciana, Pieve di San Lorenzo, Abside. Maroni, Guida alle chiese romaniche dell’isola d’Elba

La pieve ha la pianta a forma di irregolare trapezio allungato: il lato settentrionale è più lungo di quello opposto, restringendosi dai 6,30 m ai 4,74. La pieve di Marciana presenta anche uno spiccato sviluppo longitudinale, con gli oltre 19 metri di lunghezza dell’unica navata rettangolare che termina nell’ampia abside estesa per quasi l’intera tribuna.

Il rivestimento murario dell’intero edificio è realizzato mediante filaretti di conci, e, in misura minore di bozze in granito, di grandezza decrescente verso l’alto. Come nelle altre costruzioni romaniche dell’isola, l’intercapedine tra i due rivestimenti è riempita “a sacco” con un conglomerato di ciottoli, frammenti di pietra e calce. Da notare anche come lo spessore della facciata sia di m 0,80, mentre quello delle altre pareti è di m 0,60.

Pieve di San Lorenzo, interno. Di Wolfgang Sauber – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6081910

La facciata mostra affinità con la pieve di San Giovanni Battista in Campo, avendo un ampio archivolto sopra il portale, sormontato da un grande campanile a vela di cui la chiesa marcianese conserva però solo la parte inferiore con i due massicci pilastri laterali. Al centro è presente un’apertura cruciforme analoga a quelle della chiesa di Santo Stefano alle Trane e della facciata della pieve di Campo.

Nell’abside si apre una piccola monofora centrale che reca un archivolto monolitico.

Pieve di San Lorenzo, monofora. Di Wolfgang Sauber – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6081942

Al luogo di culto si accedeva, oltre che dall’ingresso principale della facciata, anche dalle due porte laterali. Una si trova a metà del lato meridionale e presenta un archivolto con architrave monolitico con mensolette di sostegno, in tutto analogo a quello della facciata. L’altro ingresso laterale è assai prossimo alla tribuna sul lato settentrionale ed è privo di archivolto, mentre l’architrave non poggia su mensole: ciò suggerisce che si tratti di un’apertura realizzata in epoca post-romanica.

Pieve di San Lorenzo, porta principale. Di Wolfgang Sauber – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6077370

L’interno, invaso da una folta vegetazione, è in pericolo di crollo per il progressivo deterioramento. La luce, oltre all’apertura cruciforme della facciata e alla monofora absidale, era data anche da tre monofore aperte sulle pareti laterali.

L’analogia del campanile a vela con quello della pieve di Campo, che può essere datata in piena seconda metà del XII secolo, suggerisce una datazione analoga anche per la pieve di San Lorenzo. La minore accuratezza di lavorazione dei materiali può avere un doppio significato: essere segno di precocità rispetto alla pieve di Campo, oppure rimandare ad un tipo di lavorazione di minore qualità. Nella prima ipotesi, si potrebbe parlare di realizzazione della chiesa di poco antecedente alla metà del XII secolo. In tal caso, la pieve di San Lorenzo si presenterebbe quale primo edificio elbano con campanile a vela in facciata.

Testi di riferimento

I.- Moretti – R. Stopani, Chiese romaniche all’isola d’Elba, Salimbeni, 1972

Luigi Maroni, Guida alle chiese romaniche dell’isola d’Elba, Pacini, 2004

A. Naldi, Testimonianze di architettura romanica sull’isola d’Elba, «Milliarium» n. 11, 99-101.

A. Giorgi, La pieve di San Lorenzo in terra di Marciana, «Toscana Oggi – Dalla Maremma all’Elba», n. 10/2020, pag. VI-VII