Viaggio nella Bibbia. Pianto e ingiurie

Pianto e ingiurie
Simei maledice David. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22179380

Pianto e ingiurie si accaniscono su David anche nella sua fuga da Gerusalemme. Ma sembra che in questo David ritrovi se stesso.

Simei maledice David

16 Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simeì, figlio di Ghera. Egli usciva imprecando e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide, mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra del re. Simeì, maledicendo Davide, diceva: «Vattene, vattene, sanguinario, scellerato! Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché sei un sanguinario». 

Allora Abisài figlio di Zeruià disse al re: «Perché questo cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli tagli la testa!». 10 Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così?». 

11 Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: «Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore. 12 Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi». 

13 Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simeì camminava sul fianco del monte, parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava contro di lui, gli tirava sassi e gli lanciava polvere. 

Pianto e ingiurie

Davide saliva piangendo il monte degli Ulivi, da cui poteva forse per l’ultima volta vedere la città che il Signore gli aveva donato. Il pensiero va spontaneo ad un Altro che una notte salirà il monte degli Ulivi per iniziarvi la sua agonia sudando lacrime di sangue. Tanto più che anche nella storia di David vi è un Giuda, Achitofel suo consigliere che si è schierato tra i congiurati a favore di Assalonne e gli darà ottimi suggerimenti per consegnare il re nelle mani dei suoi nemici. Vedendo falliti i suoi piani, si impiccherà. Anche Merib-Baal, il figlio di Gionata ed erede di Saul cui David aveva fatto grande grazia, attende la fine di David per riprendersi il regno…

Poi, ci si mette anche Simei, parente di Saul, che si scaglia contro David con invettive, trattandolo da uomo sanguinario e scellerato, maledizioni e lancio di sassi contro David e i suoi. Eppure David, reprimendo l’impulso vendicativo di Abisai, si lascia mettere in discussione. Ascolta il suo accusatore. Se le sue parole venissero dal Signore? (16,10-11). Il re si mette davanti a Dio. Certamente, David aveva sparso molto sangue. Non era irreprensibile all’accusa di essere sanguinario e scellerato. Ciò che gli interessa non è proteggere la sua reputazione, ma rimettere a Dio la sua causa. Non gli oppone resistenza. Non si ribella davanti a quello che deve patire. Si affida a Dio, e cerca di vedere nelle parole e nei gesti degli altri un segno della sua volontà. È con Dio che si fanno i conti, non con l’accusatore di turno.