La persecuzione contro Geremia non si limita a maldicenze, scherni e contrasti verbali: passa anche a vie di fatto. Si ricorda in particolare, come avversario accanito di Geremia per le sue parole profetiche tacciate di disfattismo, il sacerdote e sovrintendente capo Pascur, il quale fa fustigare e incarcerare Geremia nella prigione del tempio. È dal nome a lui dato dal profeta, Terrore all’intorno, che deriva a sua volta il nomignolo dispregiativo affibbiato a Geremia dal popolo.
Persecuzione contro Geremia: il testo
20 1Pascùr figlio di Immèr, sacerdote e sovrintendente-capo del tempio, udì Geremia predire tutte queste cose. 2Pascùr fece fustigare il profeta Geremia e quindi lo mise in ceppi nella prigione che si trovava presso la porta superiore di Beniamino, nel tempio del Signore. 3Quando poi il giorno dopo Pascùr fece liberare dai ceppi Geremia, questi gli disse: «Il Signore non ti chiama più Pascùr, ma Terrore all’intorno».
4Perché così dice il Signore: «Ecco io darò in preda al terrore te e tutti i tuoi cari; essi cadranno per la spada dei loro nemici e i tuoi occhi lo vedranno. Metterò tutto Giuda nelle mani del re di Babilonia, il quale li deporterà a Babilonia e li colpirà di spada. 5Consegnerò tutte le ricchezze di questa città e tutti i suoi prodotti, tutti gli oggetti preziosi e tutti i tesori dei re di Giuda in mano ai suoi nemici, i quali li saccheggeranno e li prenderanno e li trasporteranno a Babilonia. 6Tu, Pascùr, e tutti gli abitanti della tua casa andrete in schiavitù; andrai a Babilonia, là morirai e là sarai sepolto, tu e tutti i tuoi cari, ai quali hai predetto menzogne».
Il “disfattismo” di Geremia
Geremia viene preso per un disfattista filobabilonese, ma in realtà non è né l’uno né l’altro. Non è disfattista, è realista: sa bene quale piega sta prendendo la storia, a causa dei peccati di Gerusalemme che stanno attirando su di sé la catastrofe. Non è filobabilonese, il suo non è un approccio politico ma religioso: nella sua teologia della storia, il profeta vede Babilonia come strumento del castigo di Dio per i peccati del popolo, uno strumento che non può essere evitato né con la rivolta armata né con le alleanze politiche.
Nelle mani del re di Babilonia: il testo
21 1Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore quando il re Sedecìa gli mandò il sacerdote Pascur figlio di Malchìa, e Sofonìa figlio di Maasìa, per dirgli: 2«Intercedi per noi presso il Signore perché Nabucodònosor re di Babilonia ci muove guerra; forse il Signore compirà a nostro vantaggio qualcuno dei suoi tanti prodigi, così che egli si allontani da noi».
3Geremia rispose loro: «Riferite a Sedecìa: 4Così dice il Signore, Dio di Israele: Ecco io farò rientrare le armi di guerra, che sono nelle vostre mani, con le quali combattete il re di Babilonia e i Caldei che vi assediano fuori delle mura e le radunerò in mezzo a questa città. 5Io stesso combatterò contro di voi con mano tesa e con braccio potente, con ira, furore e grande sdegno. 6Percuoterò gli abitanti di questa città, uomini e bestie; essi moriranno di una grave peste.
7Dopo ciò – dice il Signore – io consegnerò Sedecìa, re di Giuda, i suoi ministri e il popolo, che saranno scampati in questa città dalla peste, dalla spada e dalla fame, in potere di Nabucodònosor, re di Babilonia, in potere dei loro nemici e in potere di coloro che attentano alla loro vita. Egli li passerà a fil di spada; non avrà pietà di loro, non li perdonerà né risparmierà.
8Riferirai a questo popolo: Dice il Signore: Ecco, io vi metto davanti la via della vita e la via della morte. 9Chi rimane in questa città morirà di spada, di fame e di peste; chi uscirà e si consegnerà ai Caldei che vi cingono d’assedio, vivrà e gli sarà lasciata la vita come suo bottino. 10Poiché io ho volto la faccia contro questa città a suo danno e non a suo bene. Oracolo del Signore. Essa sarà messa nelle mani del re di Babilonia, il quale la brucerà con il fuoco».
La storia è nelle mani di Dio
Inutile ormai, avverte Geremia, rivolgersi a Dio per stornare da Gerusalemme la minaccia del re di Babilonia. È il castigo con cui il Signore intende richiamare a sé il suo popolo. Ma c’è ancora una speranza, una via della vita davanti: consegnarsi ai Caldei (Babilonesi) come è volontà di Dio.
È ovvio che con questo atteggiamento il profeta confermi la propria reputazione di collaborazionista… La persecuzione di Geremia è appena agli inizi.