
Con la resurrezione del figlio della vedova di Nain, persino la barriera tra morte e vita è abbattuta. Ma il coro di lode degli astanti si incontra con la perplessità del Battista.
Le perplessità del Battista
C’è a questo punto un interludio: il Battista sembra sconcertato dall’agire di Gesù, che egli forse si era prefigurato come un fustigatore di costumi e non come un consolatore degli afflitti. È questa misericordia a tutto tondo la cifra di colui che deve venire con il ventilabro per bruciare la pula nel fuoco inestinguibile (cfr. Lc 3,16)?
Ebbene, risponde Gesù, l’azione del Messia non è il giudizio ma la misericordia che si prende cura di tutti. La perplessità del Battista si scioglie facilmente quando Gesù gli rimanda i suoi stessi inviati, fatti testimoni oculari delle guarigioni e liberazioni da lui operate. Le antiche Scritture questo annunziavano, la restituzione della salute agli infermi, della vita ai morti, l’evangelizzazione dei poveri. Numerosi passi del libro di Isaia lo annunciano, e tutto questo è confermato dall’agire di Gesù.
La grandezza del Battista: farsi piccolo
Il Battista non è certo uno che si gusti i piaceri della vita, è un asceta, ma non per questo è una canna in preda al vento, un pazzo o un vagabondo. Per la sua statura umana, è veramente il più grande dei profeti dell’antica economia della salvezza, anzi il più grande degli uomini, perché a lui è toccato non solo annunciare ma anche vedere il Cristo; ma è il più piccolo nell’economia del Regno della grazia.
La grandezza del Battista consiste nel condurre a Gesù e ritirarsi perché Lui cresca. È un modello di spiritualità per la sua vita ascetica, un maestro per la sua predicazione, un martire per il suo coraggio; ma tutto ciò a niente vale se si ferma ad un paradigma umano.
Il Battista ci è di esempio anche in questo, perché svolge la sua missione senza ostentazioni e senza prodigi, non compie miracoli. È solo fedele alla sua vocazione di Precursore là dove questa lo conduce; apre la porta della storia alla grazia. Si può accogliere questa grazia, come i pubblicani e i peccatori, e si può rifiutare, come bambini dispettosi che non vogliono stare al gioco dei compagni. La parola di conversione del Battista non è stata accolta da una generazione di ben pensanti soddisfatti di sé, che rifiuta gli inviti alla gioia e gli inviti al pianto come bambini capricciosi che non vogliono giocare né alle nozze né alle lamentazioni, ma fanno parte per sé soli. Non si accetta né l’invito ascetico del Battista, né il messaggio gioioso di Gesù.