Paternità letteraria delle Lamentazioni: chi le ha scritte? Prima di andare avanti con la lettura, ci soffermiamo un attimo sul problema della paternità letteraria. Sono di Geremia, o di chi altro?
Tempo di guerra
Quarantacinquesimo giorno
Intelligence britannica: i raid aerei russi dovrebbero aumentare nel sud e nell’est dell’Ucraina a supporto delle operazioni nel Donbass, a Mariupol e Mykolaiv, appoggiate dai continui lanci di missili da parte delle forze navali di Mosca. Tuttavia, la resistenza ucraina continua a vanificare l’intento russo di stabilire un corridoio via terra tra la Crimea e il Donbass. Inoltre: «Il ritiro della Russia dall’Ucraina settentrionale lascia le prove del targeting sproporzionato dei non combattenti, compresa la presenza di fosse comuni, l’uso mortale di ostaggi come scudi umani e gli attacchi alle infrastrutture civili. Le forze russe continuano anche ad attaccare obiettivi infrastrutturali con un alto rischio di danni collaterali ai civili».
Crimini di guerra
Ministero della Difesa ucraino: a Makariv, nella zona di Kiev, i soccorritori hanno trovato 132 corpi di persone torturate e uccise in «un nuovo, mostruoso crimine di guerra». I soccorritori stanno cercando anche le vittime dei bombardamenti russi rimaste sotto le macerie. La città è per metà distrutta.
Commissaria per i diritti umani ucraina: le truppe russe hanno deportato con la forza 600mila ucraini, tra i quali 121mila minori dall’Ucraina in Russia.
Onu: ci sono quasi un migliaio di marinai, rimasti bloccati nei porti ucraini a causa dell’invasione russa. Ci sono anche un centinaio di navi mercantili bloccate in Ucraina e nelle acque dei Paesi vicini. I marinai sono concentrati principalmente nell’area del Mar d’Azov e nel porto di Mariupol.
L’Ucraina si autobombarda (secondo Mosca)
Secondo il ministero degli Esteri di Mosca ci sono «prove evidenti» che «l’Ucraina è responsabile per il bombardamento di Kramatorsk», il che giustificherebbe l’azione militare russa in Ucraina. «Kiev non potrà sottrarsi alle sue responsabilità» per questo episodio. La Russia invita inoltre la comunità internazionale a «fermare i rifornimenti di armi all’Ucraina e a indurla al rifiuto di metodi di combattimento inammissibili».
Tutti nazisti (secondo Mosca)
Serghej Markov, direttore dell’Istituto di Ricerche politiche di Mosca, alla Repubblica: «Bisogna liberare la gente dal terrore nazista. Significa che tutte le organizzazioni naziste devono essere disarmate, sciolte e vietate». «Si sperava presto, ma abbiamo sottostimato la propaganda». «Ci si era spinti fino a Kiev perché si pensava che l’esecutivo sarebbe fuggito. Si presupponeva anche che l’esercito ucraino si sarebbe schierato con noi e non è successo. Abbiamo sottostimato il grado di nazificazione dell’esercito ucraino operato dagli addestratori americani».
Crisi alimentare
La Fao lancia un allarme: l’invasione russa dell’Ucraina ha provocato degli shock sui mercati dei cereali e degli oli vegetali, facendo salire l’indice del prezzo alimentare del 12,6% a marzo rispetto a febbraio, toccando un nuovo record dalla sua creazione nel 1990. I prezzi mondiali del grano sono aumentati del 19,7%, quelli del mais del 19,1%, insieme a quelli dell’orzo e del sorgo. +23,2%, per le quotazioni dell’olio di semi di girasole, di cui l’Ucraina è il principale esportatore mondiale. Lo zucchero +6,7% rispetto a febbraio, oltre un +20% rispetto a marzo 2021. L’Indice dei prodotti lattiero caseari è aumentato del 2,6%, attestandosi a +23,6% rispetto a marzo 2021.
A causa dei recenti eventi, Acer ha deciso di sospendere la sua attività in Russia. In precedenza Acer si era rifiutata di lasciare il mercato russo, che detiene una quota importante nel mercato dell’elettronica.
Profughi
Viminale: sono 88.593 a oggi gli ucraini arrivati in Italia. Si tratta di 45.816 donne, 9.700 uomini e 33.077 minori. L’incremento, rispetto a ieri, è di 1.368 ingressi nel territorio nazionale.
Quarantaseiesimo giorno
Intelligence militare britannico: le forze armate russe, che hanno subito perdite ingenti nell’invasione in Ucraina, stanno cercando di rafforzare le fila reclutando personale congedato dal servizio militare nel 2012 e anche cercando uomini in Transnistria.
Dall’inizio dell’invasione russa le truppe di Mosca hanno colpito almeno 26 località dell’Ucraina, incluse tre alla periferia nord della capitale Kiev, e avanzano lungo almeno nove assi mentre le forze di Kiev guadagnano terreno su almeno due fronti: Il conflitto si concentra nell’est del Paese. «La partenza russa dal nord dell’Ucraina lascia le prove di una sproporzionata presa di mira dei non combattenti, inclusa la presenza di fosse comuni, il fatale uso di ostaggi come scudi umani, il fatto che siano state minate infrastrutture civili». Nel rapporto britannico si cita anche l’uso da parte delle forze russe di ordigni esplosivi improvvisati «al fine di provocare vittime, incidere sul morale e restringere la libertà di movimento degli ucraini».
Mariupol
Municipio di Mariupol: «A Mariupol, gli occupanti russi hanno organizzato una “operazione di pulizia” tra i civili. Questa è una ricerca di “nazisti”. Un nazista per i russi, è chiunque ama la sua Ucraina e non si è sottomesso all’occupante. Nel processo di pulizia, gli occupanti non esitano a uccidere i civili proprio per strada, per poi scattare foto, vantandosi della “vittoria”».
Guerra ideologica
Secondo fonti ucraine, a Mariupol, una guardia di frontiera si sarebbe fatta saltare in aria dopo essere stata circondata dai soldati russi davanti ad una stazione radio, perché non fosse raggiunta dalle forze nemiche. Le ultime parole alla stazione radio della guardia sarebbero state «Gloria all’Ucraina!».
Canale informativo ucraino Ateo Breaking: la Russia propone di vietare nella Federazione la messa in onda della serie tv «Matchmakers», la più popolare in Russia, «poiché è stata prodotta dal presidente dell’Ucraina Zelensky». Lo riporta il, citando le parole del. Secondo il governatore del Daghestan, Ramazan Abdulatipov, acquistando la serie la Russia finanzia «la macchina militare dei nostri nemici, la loro polvere da sparo, le mitragliatrici e i cannoni».
Profughi
Capo del Comitato internazionale della Croce Rossa in Ucraina Pascal Hundt intervistato da Sky News: una squadra della Croce Rossa, benché ci abbia provato per cinque giorni, non è stata in grado di raggiungere la città assediata di Mariupol. «Le condizioni di sicurezza non erano buone e nemmeno le garanzie di sicurezza che avevamo non erano buone, così a circa 20 chilometri da Mariupol abbiamo dovuto tornare». La Croce Rossa ha raccolto la gente lungo la strada, con le macchine private che si sono unite al convoglio sotto le bandiere dell’organizzazione, e alla fine oltre mille persone hanno raggiunto Zaporizhzhia.
Onu: più di 4,5 milioni di rifugiati ucraini (esattamente 4.503.954) sono fuggiti dal loro Paese dal 24 febbraio. Sono 62.291 in più rispetto al conteggio di ieri.
Papa Francesco
Nella Domenica delle Palme: «Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio, che è Padre, e nemmeno sugli altri, che sono fratelli. Si dimentica perché si sta al mondo e si arriva a compiere crudeltà assurde. Lo vediamo oggi nella follia della guerra, dove si torna a crocifiggere Cristo. Sì, Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli. È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli».
All’Angelus: «Nulla è impossibile a Dio, anche far cessare una guerra di cui non si vede la fine. Una guerra che ogni giorno ci pone davanti agli occhi stragi efferate e atroci crudeltà compiute contro civili inermi. Preghiamo su questo. Siamo nei giorni che precedono la Pasqua. Si ripongano le armi, si inizi una tregua pasquale ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere. No. Una tregua per arrivare alla pace attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie? Nulla è impossibile a Dio. A Lui affidiamo per intercessione della Vergine Maria».
Cardinal Bassetti
Cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia della Domenica delle Palme: «Ricordiamoci che Dio è un Padre geloso, che chiederà conto a tutti delle sue creature… Accanto a quelle di Gesù ci sono le sofferenze di tanti fratelli e sorelle ucraini calpestati nella loro dignità umana, particolarmente i bambini, le donne, gli anziani, i giovani».
Fra sosia ci si intende: il sosia di Putin aiuta il sosia di Zelensky
Secondo una storia raccontata da Washington Post, Umid Isabaev, attore 41enne, identico a Zelensky, ha cominciato a temere per la propria vita. Il bello è che in suo aiuto sono accorsi i sosia di Putin e del leader nordcoreano Kim Jong Un. L’ucraino e il nordcoreano non si conoscevano, ma avevano lavorato allo stesso documentario sui sosia dei politici mandato in onda dalla tv russa nel 2020. La situazione era pericolosa: «Le dittature non hanno il senso dell’umorismo», aveva detto alla BBC il sosia di Kim. Perciò, per aiutare il collega ucraino, ha contattato un amico, sosia professionale di Putin. Dalla Polonia, questi è riuscito a farsi raggiungere da Isabaev il 12 marzo. Così si è avuto un (apparente) miracolo: Zelensky e Putin insieme al bar, suscitando sui social un’ondata di curiosità. «Ci vediamo quasi ogni giorno. Siamo amici» dice il falso Putin. Magari…
La paternità delle Lamentazioni
La paternità letteraria
Quello della paternità letteraria è un problema che si pone per la maggior parte degli scritti biblici, e non ha a che fare con la caratteristica dell’ispirazione. La tradizione, infatti, tende ad attribuire a personaggi importanti opere che invece risultano essere di epoca successiva ed i cui autori rimangono nel più totale anonimato. Quella della pseudonimia (pubblicazione di uno scritto sotto nome diverso da quello dell’autore effettivo) è una tecnica diffusissima nell’antichità, motivata dal bisogno di rendere più autorevole il libro se composto da un personaggio famoso. La Bibbia, poi, è più opera collettiva, comunitaria, che opera riconducibile ad autori letterari individuali. La Bibbia è infatti un’opera scritta dalla comunità, nella comunità, per la comunità.
È un problema letterario e non di fede
La Bibbia nel suo insieme, e molti dei libri che la compongono in particolare, sono opera di una pluralità di autori i cui scritti si sono sovrapposti nel corso di secoli e che sono spesso avvolti in un reale anonimato.
Il problema della paternità letteraria (se, cioè, un testo sia stato veramente scritto dall’autore al quale la tradizione l’ha attribuito) è un problema storico che deve essere risolto in base ai criteri scientifici a disposizione; non è un problema religioso che possa infirmare il carattere sacro del testo stesso.
Presso gli antichi Padri della Chiesa, la paternità letteraria era considerata un criterio di fondamentale importanza per giudicare della canonicità dei libri. Il fatto però che accettiamo il canone di libri sacri risultato da quei giudizi non significa che accettiamo ciecamente anche i ragionamenti che stavano dietro ai giudizi stessi. In realtà, la Chiesa non ha mai fatto affermazioni dogmatiche sulla paternità letteraria dei libri sacri, paternità che all’epoca in cui è stata presupposta rispondeva ad una concezione oggi non più ammessa.
Tipi di paternità letteraria nella Bibbia
Possiamo distinguere, infatti, almeno cinque diversi tipi di paternità letteraria nella Bibbia:
- La paternità è attribuita ad un autore che ha scritto il libro di propria mano: ad esempio, Luca.
- L’autore ha dettato ad uno scriba che ha trascritto letteralmente il suo pensiero: è il caso di Paolo, che al termine aggiungeva di propria mano i saluti e la firma.
- L’autore fornisce le idee, che vengono trasposte in una certa forma letteraria da un anonimo collaboratore. Può essere il caso di alcune lettere paoline.
- L’opera è scritta da discepoli che si ispirano sia alle parole che alla spiritualità del maestro, pur scrivendo anche molto tempo dopo la morte di questi: come per certe parti dei libri di Geremia o di Isaia, e forse per la seconda lettera di Pietro. Secondo la concezione moderna, a questo punto non si può più parlare di paternità letteraria per il personaggio storico cui il brano è attribuito.
- Un testo viene composto nell’alveo della tradizione letteraria avviata da un certo personaggio. Come legislatore, Mosè è considerato autore di tutto un filone letterario (Torah) che trovò compimento 800 anni dopo la sua morte; Davide, come salmista, e Salomone, come scrittore sapienziale, si sono visti attribuire molti testi della cui tradizione essi non sono stati che gli iniziatori. Nei loro riguardi, nel linguaggio moderno non si può parlare di paternità, ma tutt’al più di parentela letteraria. È il caso della pseudonimia, per cui un’opera di autore sconosciuto viene da questi o dai lettori attribuita ad un personaggio famoso. Questo, che a noi moderni può sembrare una finzione assurda, era un espediente letterario frequente nell’antichità e comunemente accettato, che nulla toglie al carattere sacro, di testo ispirato, del libro in questione, ma che deve essere compreso se si vuol capire, nel contesto dell’epoca e dell’ambiente storico in cui è stato composto, il testo stesso.
Il caso delle Lamentazioni
La tradizione che attribuiva la paternità delle Lamentazioni a Geremia dominò tranquillamente fino al XVIII secolo. Nel 1712 Von Der Hardt la negò, ma in modo fantasioso, attribuendole a Daniele, ai suoi tre compagni e a re Ioiachin. Fu nell’Ottocento che il problema fu trattato scientificamente con l’uso della filologia, e vi fu chi attribuì le Lamentazioni a qualche discepolo di Geremia, chi negò l’unità dell’autore attribuendo i vari carmi diversi agiografi, chi preferì attenersi alla tradizione.
Sicuramente vi sono contatti tra il libro di Geremia e il libro delle Lamentazioni. Tuttavia, le differenze stilistiche ed alcune diversità di prospettiva farebbero propendere per una diversità di autore.