Lettura continua della Bibbia. Lettera di Giacomo: Passioni  e  ricchezze (4,1‐5,6)

Passioni e ricchezze
 Passioni e ricchezze. Foto di Andreas Grönberg da Pixabay

Perché nei credenti e nelle comunità spesso non c’è la pace?

A questa domanda risponde il capitolo 4 della lettera di Giacomo che inizia dalla constatazione che tra i credenti ci sono “guerre e scontri” (4,1) e ne individua la causa nelle passioni e ricchezze cui si attacca il cuore.

Passioni e ricchezze: Il testo

Giacomo 4,1 Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? 2 Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; 3 chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni.

4 Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.

5 O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: “Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi”? 6 Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice: “Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia”. 7 Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. 8 Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. 9 Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. 10 Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

11 Non dite male gli uni degli altri, fratelli. Chi dice male del fratello, o giudica il suo fratello, parla contro la Legge e giudica la Legge. E se tu giudichi la Legge, non sei uno che osserva la Legge, ma uno che la giudica. 12 Uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e mandare in rovina; ma chi sei tu, che giudichi il tuo prossimo? 13 E ora a voi, che dite: “Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni”, 14 mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. 15 Dovreste dire invece: “Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello”.

16 Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo. 17 Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.

Giacomo 5,1-6,1

E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi!

2 Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. 3 Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!

4 Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente .

5 Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage . 6 Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.

Passioni e ricchezze

Giacomo, piuttosto che affermare principi dottrinali, vuole aiutare i credenti a capire perché spesso non c’è pace nemmeno all’interno della comunità cristiana. La pace di cui parla Giacomo non è solo l’assenza di conflitti esteriori, ma la pace interiore. Non si tratta di obbedire a dei comandamenti ma di conformare la nostra vita a Dio.

L’esistenza di conflitti è dovuta alle passioni interiori, con la ricerca del “piacere” (edoné). Sono passioni che ci rendono contrari alla volontà di Dio perché portano a voler possedere ed a sopraffare l’altro. Talvolta anche la preghiera del credente è piegata alle proprie passioni, chiediamo per soddisfare le nostre voglie (4,3), e Dio non ascolta quella preghiera che chiede cose sbagliate. È quello che Giacomo chiama “amore per il mondo”, essere “amico del mondo”, in cui ci sostituiamo a Dio obbedendo all’onnipotenza delle nostre passioni. Dio invece vuole l’esclusiva, ci ama fino alla gelosia (4,5) e dà la sua grazia agli umili.

Sottomettersi a Dio significa “purificare le mani” e “santificare il cuore”, cioè agire in maniera retta e conformare il cuore al cuore di Dio. Questo è possibile grazie alla conoscenza della sua Parola e della sua Sapienza. “Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà” (Gc 5,10): questo è il riassunto di tutto il discorso. Sono invece atteggiamenti umani che impediscono all’uomo di essere “sottomesso a Dio”:

  • la maldicenza e la chiacchiera (Gc 4,11-12);
  • la dimenticanza della fugacità della vita (4,13-16);
  • la falsa sicurezza che viene dalla ricchezza e la ricchezza costruita ingiustamente a spese degli altri (5,1-6).

La maldicenza

La maldicenza, il dire male degli altri in loro assenza, denota un atteggiamento di superbia e di superficialità, e impedisce la correzione fraterna. Con la maldicenza ci sostituiamo a Dio nel giudicare gli altri, dimenticando la nostra inevitabile parzialità, perché solo Dio conosce tutto.

L’illusione di poter controllare il tempo

I mercanti (4,13-17) programmano i propri viaggi, ma è un’illusione che le cose siano soggette alla nostra volontà, e che il tempo si possa controllare. Il tempo è un dono di Dio e non è in nostro potere; il credente deve vivere ogni momento come se fosse al cospetto di Dio. E il bene va fatto quando ce n’è bisogno, non quando ci accomoda: “chi sa fare il bene e non lo fa, commette peccato”.

L’arroganza della ricchezza

Un terzo esempio di violazione del comandamento dell’amore del prossimo è l’illusione che la salvezza consista nell’avere mezzi a disposizione, e la bramosia che per arricchirsi fa defraudare gli altri del loro salario o dei loro diritti. Mentre l’umile si affida a Dio, il ricco che ha confidato nei beni si troverà improvvisamente senza niente.

Atteggiamenti distruttivi

Dunque

  • le “passioni” e la ricerca del piacere,
  • la maldicenza che nasce dal mettersi al posto di Dio nel giudicare gli altri,
  • la dimenticanza che la vita è breve e che non possiamo programmare e prevedere tutto,
  • la scusa dei propri affari per giustificare la mancanza di carità e impegno per gli altri,
  • la confidenza nelle ricchezze e la ricchezza ingiusta,

tutti questi atteggiamenti, riguardanti le passioni e le ricchezze di cui si fa cattivo uso, distruggono la pace nel cuore di una persona, nella comunità cristiana e nel mondo, andando contro la legge dell’amore del prossimo e rendendoci collaboratori di un mondo dominato dalle divisioni e dalle guerre, dall’arroganza del più forte e dall’ingiustizia.

Contro questo mondo lottano coloro che sanno che è possibile costruire un mondo nuovo, più giusto, più buono, più bello.