Lettura continua della Bibbia. Luca: Le parabole della misericordia (cap. 15)

Parabole della misericordia
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Ed ecco, sempre nel contesto del tema del banchetto, il grande capitolo della misericordia, con le parabole dei perduti: la pecorella, la dracma, il figlio. Questo è il cuore tematico e il vertice del vangelo di Luca, la rivelazione del cuore di Dio. Gesù scandalizza scribi e farisei con la sua vicinanza ai peccatori, e manifesta ed insegna che la misericordia di Dio è sconfinata. Già in 6,36 aveva ammonito: Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

Le tre parabole della misericordia

Il punto centrale delle tre parabole è la gioia per la conversione del peccatore, di cui Gesù si presenta come mediatore. Esse terminano tutte e tre con un ritornello contrapposto alla mormorazione malevola del v. 2:

  • “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che avevo smarrita”
  • “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dracma che avevo smarrita”
  • “Era necessario far festa e rallegrarsi, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”: questo, il padre del figlio prodigo lo dice per ben due volte.

Un crescendo

C’è anche una progressione, un crescendo nel capitolo: quello che si era perduto e si ritrova è una pecora su cento, poi una dracma su dieci, infine un figlio su due.

Il ritrovamento del figlio, inoltre, è infinitamente più importante di quello degli altri due oggetti di smarrimento. Non occorre nemmeno, quindi, ripetere a conclusione di questa parabola la spiegazione che Gesù dà per le prime due: “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si pente che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza… Si fa gran gioia dinanzi agli angeli di Dio per un peccatore che si pente”.

Parabole della ricerca e del ritorno

Infine, la terza parabola contrasta per la sua particolare ottica con le altre due. Pur vertendo tutte sulla conversione del peccatore, i punti di vista sono diversi e complementari: la pecora e la dracma sono inconsapevoli, è il padrone che le deve cercare. È Dio che fa il primo passo, che fa la ricerca. Il figlio prodigo, invece, scopre in qualche modo che la sua scelta è sbagliata, e fa un cammino di ritorno senza neppure sapere che il padre lo sta aspettando. Il padre non lo fa tornare indietro con la forza: semplicemente, lo attende con ansia, rispettando la sua libertà. Mentre le prime due parabole sono parabole della ricerca, la terza è la parabola del ritorno, due aspetti complementari del perdono in quanto incontro di due libertà.