
Il sentito dire colpisce ancora. Papa Francesco non avrebbe amato gli animali! Certamente diverse volte ha fatto affermazioni che hanno suscitato lo sdegno degli animalisti, come le allusioni alle coppie che non vogliono figli ma hanno cani e gatti, oppure l’aneddoto, da lui raccontato, di una signora che gli ha chiesto la benedizione per il suo bambino, ed ha tirato fuori un cane. Da qui la favola di un Papa che non ama gli animali.
Il contesto delle frasi
Quando si legge una frase, bisognerebbe sempre leggerla nel contesto in cui è stata scritta o pronunciata. Ciò è necessario, perché tagliandola dal contesto si rischia di manipolarla a piacere, facendole dire anche ciò che non vuole.
La prima frase incriminata fu quella dell’udienza del 5 gennaio 2022, quando testualmente papa Francesco disse:
«la gente non vuole avere figli, o soltanto uno e niente di più. E tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno soltanto uno perché non ne vogliono altri, ma hanno due cani, due gatti … Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli. Sì, fa ridere, capisco, ma è la realtà. E questo rinnegare la paternità e la maternità ci sminuisce, ci toglie umanità» (intero discorso QUI).
Apriti cielo! Ma il contesto era quello di una catechesi su San Giuseppe, «padre putativo di Gesù». «Putativo» significa che lo si reputava tale, ma non lo era. Gesù era figlio della sua sposa Maria, ed era entrato nella sua vita per adozione. La sua paternità ha accolto un figlio non suo, ed in questo è modello, oltre che di cura genitoriale, anche di quella generosità che apre la famiglia all’adozione di bambini che una famiglia non hanno. In una società che ha perso la figura paterna, papa Francesco si richiama ad un uomo che non ha generato biologicamente il figlio, ma lo ha accolto e amato come proprio.
La frase incriminata di papa Francesco non condannava l’amore per i cani e per i gatti delle nostre case. Poneva invece l’attenzione sulla mancanza di generosità delle coppie che pur potendo aver figli rifiutano la genitorialità, anche quella non biologica ma legale, e magari colmano il vuoto – perché il vuoto in qualche modo rimane – “sostituendo” i figli con gli animali.
Figli e animali: aut aut o et et?
In questa ed in altre occasioni, papa Francesco non ha mai mostrato di avercela con gli animali, con i cani e con i gatti né con chi li adotta. Voleva invece mettere in luce un atteggiamento un tempo inimmaginabile, oggi diffuso, per cui si rifiuta di fare figli, ma anche di adottarli – rischiando di rifugiarsi su un meno esigente amore per le piccole creature che ci danno la loro compagnia e la loro amicizia, e che in cambio chiedono così poco… mentre i figli, indubbiamente, ma anche giustamente, chiedono molto.
In effetti, non c’è nesso di causa ed effetto tra non volere figli e volere animali. Ci sono coppie che non hanno figli e non hanno animali, come al contrario ci sono coppie che hanno figli ed hanno animali. Papa Francesco vuol dire proprio questo: che insieme agli animali si possono avere figli – è evidente, se leggete il discorso.
Laudato si’, la prima enciclica di un Papa sulla Resurrezione delle creature
C’è un pensiero, non cristiano ma consolidato nella storia, secondo cui solo l’essere umano ha valore di per sé, mentre gli animali sono solo strumenti ad uso e consumo dell’uomo. Vi ricordo che papa Ratzinger, noto per essere un amante dei gatti, in una omelia del 13 gennaio 2008 affermò che rispetto all’uomo
«nelle altre creature, che non sono chiamate all’eternità, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra» (QUI).
Ma papa Francesco che ha scritto, nella Laudato si’ (n. 243-244), le frasi seguenti, non è certo un nemico delle piccole creature che ci danno amicizia nelle nostre case:
«Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza di Dio (cfr 1 Cor 13,12) e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo, che parteciperà insieme a noi della pienezza senza fine. Sì, stiamo viaggiando verso il sabato dell’eternità, verso la nuova Gerusalemme, verso la casa comune del cielo. Gesù ci dice: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5).
La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati. Nell’attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perché «se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore» (S. Basilio Magno, Hom. in Hexaemeron, 1, 2, 6). Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza».
Dalla Laudato si’
Nessun papa si era mai spinto tanto nel suo magistero, fino a riconoscere il valore assoluto (non semplicemente strumentale) che le creature non umane hanno, fino a vederle piene della presenza luminosa di Cristo. Ecco alcune affermazioni fondamentali:
84. Insistere nel dire che l’essere umano è immagine di Dio non dovrebbe farci dimenticare che ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua.
89. Le creature di questo mondo non possono essere considerate un bene senza proprietario: «Sono tue, Signore, amante della vita» (Sap 11,26). Questo induce alla convinzione che, essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile.
92. D’altra parte, quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità. Di conseguenza, è vero anche che l’indifferenza o la crudeltà verso le altre creature di questo mondo finiscono sempre per trasferirsi in qualche modo al trattamento che riserviamo agli altri esseri umani. Il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone.
100. Il Nuovo Testamento non solo ci parla del Gesù terreno e della sua relazione tanto concreta e amorevole con il mondo. Lo mostra anche risorto e glorioso, presente in tutto il creato con la sua signoria universale: «È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,19-20).
Questo ci proietta alla fine dei tempi, quando il Figlio consegnerà al Padre tutte le cose, così che «Dio sia tutto in tutti» (1 Cor 15,28). In tal modo, le creature di questo mondo non ci si presentano più come una realtà meramente naturale, perché il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di pienezza. Gli stessi fiori del campo e gli uccelli che Egli contemplò ammirato con i suoi occhi umani, ora sono pieni della sua presenza luminosa.
Per leggere la Laudato si’, cliccare QUI.
Da parte mia, ho trattato il tema del rapporto tra uomini e animali insieme all’autorevolissimo P. Maurizio Faggioni nel saggio Uomini e animali. Per un’etica della relazione e dei destini comuni, EDB. Per una anteprima di lettura, cliccare QUI.
L’intervento di Eusebio Ciccotti, che commenta pacatamente le parole di papa Francesco, si conclude così:
«Papa Francesco ci ha voluto ricordare i valori di sempre. Il senso del suo intervento, volutamente travisato, era pacifico: si faccia una famiglia e poi si adottino, eventualmente, anche animali domestici. Semplicemente. Cari signore e signori, aggiungiamo noi, badate che il vostro cane vuole giocare anche con i vostri bambini» (per l’intero commento, cliccare QUI).
Le creature non umane devono essere veramente molto grate a papa Francesco, che è stato il primo Papa a riconoscere loro un valore autonomo e il primo che ha aperto ufficialmente le porte della resurrezione attraverso cui gli animali – come, Dio solo lo sa – sono attesi con gli uomini!