Lettura continua della Bibbia. Luca: il Pane spezzato (9,10-62)

Pane spezzato
Pani e pesci simbolo eucaristico. Chiesa della Moltiplicazione a Tabga. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7973912

Gesù, dopo aver dato alle folle la Parola e la salute, al declino del giorno, le raduna per la cena e dà loro il Pane che, ci dirà Gv 6,51, è lui stesso per la vita del mondo. Non si può comprare né vendere questo pane: è un dono gratuito di cui i Dodici devono farsi tramiti (“Date loro voi stessi da mangiare”) usando quello che loro stessi hanno.

La Cena pasquale

È poca cosa, ma 5 (pani) più 2 (pesci) fa 7, la pienezza, il numero divino. Così pure, il numero di 5.000, e le 12 ceste di avanzi, esprimono la sovrabbondanza del dono: gli avanzi ci richiamano alla cena pasquale, in cui un pezzo di pane azzimo, l’afiqoman, viene nascosto per esser consumato alla fine quando tutti sono sazi. Alla cena pasquale ci richiama anche l’atteggiamento da sdraiati dei commensali, quello che nell’antichità – non solo pagana – assumevano a tavola gli uomini liberi, tipico della sera della liberazione, osservato ancora oggi nella notte di Pasqua.

Il Pane spezzato

Ma questo pane che sazia oltre ogni speranza è un pane spezzato: questo è il senso delle successive predizioni della passione del Figlio dell’uomo. Di nuovo risuona la domanda: Chi è Gesù? Questa volta è lui che la pone ai discepoli, provocando una risposta generica (un profeta), poi, dalla fede impulsiva di Pietro, una genuina convinzione: il Cristo di Dio, ovvero il Messiapromesso.

È un appello graduale: dapprima Le folle chi dicono che io sia? (9,18); poi Ma voi, chi dite che io sia? (9,20). E infine il mistero: Il Figlio dell’uomo deve soffrire […] venire ucciso e risorgere il terzo giorno (9,22).

La prima risposta si ferma alla superficie: un profeta.

La seconda è una risposta convinta: il Cristo mandato da Dio, il Messia; ma non è ancora sufficientemente profonda. L’idea autentica di Gesù è quella di un Messia che deve essere respinto e perseguitato e ucciso (9,22), un Maestro i cui discepoli dovranno seguire la medesima via umile e paziente (9,23 s.). Solo la passione del Figlio dell’uomo chiarisce l’autentica identità del Messia mostrandolo con i lineamenti del Servo sofferente che riscatta la moltitudine dei peccatori con l’offerta della sua vita innocente per manifestarsi poi come Signore risorto (cfr. Is 52,13-53,12).

La frase con cui Gesù lo afferma (Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato)è inquietante nella sua enigmaticità, tanto che suscita un vago timore e impedisce di fare altre domande, come quando il futuro si profila minaccioso e si preferisce non saperne di più.

Il Figlio dell’uomo è consegnato

In quelle poche parole, volutamente oscure, è contenuto il senso della vita del Cristo: il titolo di Figlio dell’uomo ne evoca il cammino, apparentemente contraddittorio, di umiltà, sofferenza e gloria. Il verbo al passivo “essere consegnato”, sottintendente il complemento di agente che chiaramente è Dio (“passivo divino”), esprime che ciò che avviene è conforme ad un piano salvifico nella storia. Il verbo stesso, paradidomi / consegnare indica la morte del profeta e del martire nelle mani dei peccatori. Gesù è consegnato, e si lascia consegnare, alla morte perché si è, fin dall’inizio, consegnato alla vita: tutta la sua esistenza è accettazione obbediente di una salvezza per gli altri che passa per lui attraverso le conseguenze dell’obbedienza, la persecuzione e la morte.

Questa parola è per tutti: l’unica via per la sequela del Maestro è la via della croce. Siamo davanti ad un bivio: “Rinuncia a te stesso, e troverai il tuo vero io. Perdi la tua vita e la salverai. Sottomettiti alla morte – alla morte, ogni giorno, delle tue ambizioni e dei tuoi desideri prediletti, e alla morte di tutto il tuo corpo alla fine; sottomettiti con ogni fibra del tuo essere, e troverai la vita eterna. Non trattenere nulla. Soltanto ciò che avrai donato sarà realmente tuo. Soltanto ciò che in te è morto risorgerà dai morti. Cerca te stesso, e a lungo andare troverai solo odio, solitudine, disperazione, rabbia, rovina, disfacimento. Ma cerca Cristo e lo troverai, e con lui tutto il resto per sovrappiù” (C.S. Lewis).