Ricordo di Padre Fiorenzo

Padre Fiorenzo Locatelli
Padre Fiorenzo Locatelli

Piombino, ottobre 1971. Nella Chiesa, il cambiamento è nell’aria, ma è ancora tutto da attuare: sono i tempi del post concilio. Non cambiamenti dottrinali, ma pastorali, di primaria importanza. L’anno prima, il 4 novembre 1970, mons. Lorenzo Vivaldo aveva fatto l’ingresso nella diocesi di Massa Marittima e Populonia (si chiamava ancora così): si stanno per incontrare vari elementi, persone e circostanze che contribuiranno, negli anni ’70-’80, a fare della parrocchia dell’Immacolata un fervido centro di rinnovamento conciliare. È nell’ottobre 1971 che viene assegnato come parroco, all’Immacolata di Piombino, padre Fiorenzo Locatelli.

La famiglia e l’infanzia

Padre Fiorenzo a 12 anni
Padre Fiorenzo a 12 anni

Padre Fiorenzo era nato a S. Piero in Bagno, nell’Alta Romagna o Romagna Toscana, il 14 febbraio 1938, battezzato col nome di «Santi», terzo di quattro figli. La sua era una famiglia di fede profonda e di generosità assurta a regola di vita, sempre disponibile a dividere le proprie cose con chi aveva di meno, nelle incertezze e ristrettezze di quegli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale.

«Fa’ il bene e scòrdalo», diceva mamma Alessandra ai figli, insegnando loro la carità disinteressata. Il babbo, Antonio, era mugnaio, e la vecchia casa sulla gora del molino era sempre aperta a tutti, ai contadini come agli operai che venivano per lavorare, ma anche a tutti quelli che passavano di lì certi di ricevere un aiuto. La mensa sempre pronta per essere condivisa, il rosario recitato la sera tutti insieme davanti al focolare, quattordici persone che vivevano nella stessa casa con poche pretese e con tanto rispetto (oltre ai genitori e ai quattro figli, c’erano anche dei cugini). Una famiglia patriarcale degna delle memorie di papa Giovanni. Una famiglia dove non si sa cosa sia l’egoismo, una famiglia che genera santi con la stessa naturalezza con cui queste ultime generazioni producono individualisti.

Gli anni della formazione

Padre Fiorenzo novizio alla Verna
Novizio alla Verna

A dodici anni, il primo ottobre 1950, il ragazzo entra in convento. Questa sarà la sua vera vita, sempre vissuta con gioia non ostante il doloroso distacco dalla famiglia d’origine cui sarà sempre legato da tenero affetto.

Entra in convento nel collegio di Giaccherino (Pistoia), insieme a tanti altri compagni che per la maggior parte si sarebbero limitati a compiere gli studi e sarebbero usciti prima di prendere i voti, dopo aver conseguito un titolo di studio, per collocarsi da buoni cittadini nella società.

Il futuro padre Fiorenzo, che avrebbe emesso i voti perpetui solo tredici anni dopo, anni intensi di studio, di preghiera e di riflessione vissuti comunitariamente, deve ancora frequentare la prima media, perché dopo la licenza elementare ha interrotto la scuola e per un anno è andato a lavorare come apprendista da un falegname.

Solo la vocazione religiosa lo ricondurrà allo studio: dotato di una buona cultura e di un’ottima intelligenza, ma di carattere eminentemente pratico, per tutta la vita manterrà questa propensione all’azione piuttosto che al pensiero speculativo, e mostrerà anche una grande vicinanza al mondo del lavoro, indossando spesso la tuta, da parroco e persino da guardiano della Verna, per confondersi con gli operai che lavorano nel convento, e con i lavoratori delle Acciaierie che come genitori prestano la loro opera nell’asilo San Francesco frequentato dai loro figli.

Un lungo iter

È lungo il periodo di formazione: collegio a Giaccherino (Pistoia); ginnasio a S. Romolo, Figline Valdarno; noviziato alla Verna; liceo classico a Colleviti, Pescia; teologia a Fiesole; Sacra Eloquenza all’Osservanza di Siena. Il 29 giugno 1965 padre Fiorenzo, che aveva pronunciato i voti perpetui due anni prima, viene ordinato sacerdote. Svolge il proprio ministero in vari luoghi, poi nel 1971 viene destinato a Piombino. Vi rimarrà fino al 1985. Come vi abbia vissuto e lavorato è sotto gli occhi di tutti. Mi limiterò ad alcune sottolineature.

Parroco a Piombino

Piombino. Matrimonio nella chiesina di Cittadella. Aprile 1972
Padre Fiorenzo celebra un matrimonio nella chiesina di Cittadella. Aprile 1972

Padre Fiorenzo e il ruolo dei laici

Padre Fiorenzo credeva molto nei giovani. Credeva nella famiglia, nel ruolo dei genitori. È vero che si trattava, allora, di una generazione di giovani «in cerca di autore», di giovani e di adulti disposti a spendersi per i valori in cui credevano, fossero o no all’interno della Chiesa. Padre Fiorenzo e mons. Vivaldo – né dobbiamo dimenticare padre Sergio, anche lui a Piombino fin dal 1972 – hanno potuto muoversi in un contesto sociale, in un ambito di persone che non è più quello attuale. Anche le persone che hanno potuto accostare, i giovani, gli adulti, hanno permesso che la loro azione fosse volta al cambiamento, sulla linea del pensiero conciliare.

Figlio della Chiesa conciliare, padre Fiorenzo credeva fortemente nella dimensione comunionale della vita ecclesiale e nel ruolo dei laici, partecipanti a pieno titolo al mandato di una Chiesa ministeriale. Ha dunque sempre saputo che il parroco non ha la totalità dei carismi, ma il carisma della totalità, quindi il compito e la capacità di promuovere con vivacità e coordinare con ogni cura la vita e le attività portate avanti dalla comunità secondo i ministeri e i carismi di ciascuno.

Le iniziative

Padre Fiorenzo a Piombino: il momento del canto e del gioco
Un momento di canto e di gioco

Sono di quegli anni, nella parrocchia dell’Immacolata, il rinnovamento liturgico e quello catechistico; nasce l’iniziativa del Dopocresima.

Si dà inizio alla raccolta di carta e indumenti per i poveri locali e quelli del Terzo Mondo, precedendo quelle che saranno le iniziative civiche; prende forma il gruppo «Esperienze, Incontri» in cui si raccoglieranno e si formeranno tanti giovani; nascono i campi scuola.

Il campo scuola e la passione per il calcio
La passione per il calcio

Nasce, nel 1976, il Gav, Gruppo di Assistenti Volontari per l’assistenza domiciliare agli anziani soli, anche questo in anticipo sulle iniziative pubbliche di assistenza domiciliare che verranno solo in seguito. Si sviluppano le giornate missionarie per la Bolivia, cui padre Fiorenzo sarà sempre tanto legato, anche per il tramite di alcuni confratelli: ad esempio il padre Diodato De Geronimo, suo compagno di studi, e il padre Francesco Focardi, recentemente scomparso, grande amico dell’Immacolata dove fece la sua professione solenne e dove fu ordinato sacerdote.

Padre Fiorenzo. Il canto con i bambini dell'asilo
Il canto con i bambini dell’asilo

E come dimenticare il Piccolo Coro dell’Immacolata, iniziato dall’instancabile suor Fedele e diretto per tanti anni da padre Fiorenzo? Come dimenticare la gita a piedi a Populonia ogni Primo Maggio, inaugurata nel 1975 e mantenuta fino al 1989, estintasi alla fine per mancanza di convinzione?

Opere educative

Padre Fiorenzo con i bambini della scuola materna
Con i bambini della scuola materna

Anche ai due asili ospitati nella parrocchia, quello intitolato a San Francesco, gestito dal parroco per conto delle Acciaierie per i figli dei dipendenti, e quello intitolato all’Immacolata, curato dalle suore Minime, padre Fiorenzo dedica molta attenzione, così come – anzi, ancor di più – dedica la sua attenzione e il suo amore ai bambini dell’Istituto Senni.

Padre Fiorenzo e suor Clemens con i bambini dell'Istituto Senni
Padre Fiorenzo con suor Clemens e i bambini dell’Istituto Senni, 1983

L’importanza della formazione

Ma per svolgere un ministero si deve essere formati: il laico non meno del sacerdote.

Perciò padre Fiorenzo, che tanto ha condiviso lo svolgimento della propria azione pastorale con i laici, tanto ha anche investito, delle proprie risorse, per la loro formazione, moltiplicando le iniziative in tal senso e cogliendo tutte le occasioni di formazione. Elenchiamone alcune: i corsi di formazione liturgica; l’organizzazione delle Giornate Francescane, che oltre a rappresentare occasioni di incontro e di fraternità costituivano anche occasioni preziose di conoscenza e approfondimento comune delle Fonti; il Corso diocesano di teologia; i corsi di aggiornamento per i catechisti della diocesi; l’idea del gruppo di lettura continua della Bibbia. L’esperienza di approfondimento sistematico della Scrittura, come cammino comune, rimane ancora, io credo, l’unico modo valido, in una parrocchia, di conoscere il testo biblico, e di farlo insieme. A padre Fiorenzo il merito – fra tutti gli altri che gli dobbiamo riconoscere – di averlo compreso già in quei tempi lontani.

6 febbraio 1983, la S. Messa in Tv, presieduta da mons. Lorenzo Vivaldo
6 febbraio 1983, la S. Messa in Tv, presieduta da mons. Lorenzo Vivaldo

La relazione del Visitatore generale

Il Visitatore generale, nel marzo 1979, scrive questa bella sintesi della vita pastorale dell’Immacolata:

«Compio oggi, 15 marzo ’79, la visita a questa comunità parrocchiale di Piombino.

Anzitutto esprimo la mia soddisfazione per aver potuto prendere contatto con una così grande e ricca realtà di bene. Si trovano qui riassunti e felicemente armonizzati tutti i valori costitutivi della nostra identità francescana.

C’è nei cinque confratelli lo spirito dell’orazione che si esprime nell’accurata celebrazione dell’Eucarestia e della Liturgia delle Ore, momenti in cui la comunità dei frati si unisce alla comunità delle Suore e al gruppo dei fedeli. Il lavoro poi, distribuito con sapiente equilibrio secondo i ruoli e i carismi di ciascuno, procede in piena collaborazione sia nel settore conventuale che in quello parrocchiale, con particolare riguardo alla catechesi, alla pastorale giovanile, alla cura degli anziani e malati, all’insegnamento, alla formazione dei bimbi negli annessi asili e orfanotrofio.

Bisogna sottolineare che anche il contributo dei laici alla vita della chiesa e alla evangelizzazione è stato sviluppato secondo le indicazioni del Concilio, con la creazione di adeguati strumenti operativi. Queste realtà, vissute in un clima di vera fraternità, fanno convergere qui l’attenzione della città e la stima del Vescovo».

L’attenzione alla città

Padre Fiorenzo a Piombino. Inaugurazione del presepe con il sindaco Benesperi
Natale 1983. Padre Fiorenzo inaugura il presepe di Piazza della Costituzione
insieme al sindaco Benesperi

«L’attenzione della città», sottolinea il Visitatore. Non dimentichiamo, tra le altre dimensioni, quella per così dire ad extra, verso l’impegno civico e i buoni rapporti con le autorità che rappresentano tale impegno, in un contesto, all’epoca, ancora enfaticamente anticlericale… Ma l’incontro e il dialogo, come ai tempi di padre Giustino Senni, fanno il miracolo.

Padre Fiorenzo alla Verna. Professione di suor Sara
La Verna, professione di suor Sara, 1997

Un parco per padre Fiorenzo

Parco Orto dei frati
Il parco intitolato a padre Fiorenzo

E la città non lo ha mai dimenticato, né dopo la sua partenza avvenuta nel settembre 1985, né dopo la sua scomparsa avvenuta il 19 febbraio 2007: siamo già al 15° anniversario. Per iniziativa della gente comune, mediante una partecipatissima raccolta di firme, il Comune già il 30 maggio 2008 deliberò di intitolargli il parco cittadino che stava nascendo nell’ex Orto dei frati, con la seguente motivazione:

La motivazione dell’intitolazione

«Valutata l’eccezionalità del caso, trattandosi di una particolarissima area di circolazione, ubicata proprio in corrispondenza del convento e della parrocchia nei quali F. Fiorenzo esercitò il proprio ministero nella nostra città, e che pertanto non può esistere neppure in prospettiva futura area di circolazione più adatta per essere a costui dedicata; ritenuta la particolare benemerenza di F. Fiorenzo Locatelli per la comunità piombinese in particolare e toscana in generale; ritenuto pertanto di assegnare all’area di circolazione sopra indicata il toponimo “Orto dei Frati: Parco F. Fiorenzo Locatelli”… delibera di dare mandato al sindaco di richiedere al Prefetto di Livorno l’autorizzazione in deroga…».

Il Prefetto di Livorno concesse l’autorizzazione alla deroga dal limite minimo di dieci anni che per legge devono intercorrere dalla data della morte per poter intitolare un luogo pubblico a qualcuno, e il 5 maggio 2012 il parco «Ex Orto dei Frati» fu aperto e intitolato a Padre Fiorenzo Locatelli: una collina bellissima, con l’uliveto e i giochi per i bambini, a ricordare una persona che tanto si adoperò per le giovani generazioni della città. Una persona dallo stile dialogico, «sinodale» si direbbe oggi, dato che papa Francesco ha voluto indire un cammino sinodale per tutta la Chiesa. Una persona per cui tutti erano della stessa importanza, i lontani come i vicini, anzi con una predilezione per chi si teneva lontano, perché era quello che più aveva bisogno di lui.

Una voce da non dimenticare

Per ascoltare la voce di Padre Fiorenzo che, alla Verna, recita la preghiera di Giovanni Paolo II a San Francesco, cliccare QUI.

L’omelia di Natale 1971

In occasione delle feste padre Fiorenzo non teneva quasi mai l’omelia, perché era nella navata, accanto all’organo, a dirigere il coro. Ma nella notte di Natale all’Immacolata cantava la corale Mascagni, quindi il parroco poteva finalmente rivolgere la sua parola ai parrocchiani. Ecco l’omelia del suo primo Natale a Piombino, il Natale del 1971.

Una nuova famiglia

«Miei cari fratelli, è con immensa gioia che celebro questo primo Natale in mezzo a voi come vostro parroco, come pastore delle vostre anime.

Sono 21 anni che non trascorro il Natale in famiglia, da quando cioè il Signore mi chiamò a seguirlo nella vita religiosa e sacerdotale e lasciando il mondo entrai in Seminario. Ma quest’anno a differenza degli anni scorsi non sento la nostalgia della famiglia perché il Signore mi ha dato un’altra famiglia più grande, la famiglia della parrocchia dell’Immacolata e voi siete mio padre, mia madre, i miei fratelli e le mie sorelle. E con voi voglio rivivere nel modo più santo, più vero, il sublime mistero del Natale.

La povertà del Natale

Il Figlio di Dio che i profeti annunciarono, che l’umanità ha atteso per secoli, nasce uomo tra gli uomini, bambino tra i bambini, povero tra i poveri. Dio viene dal cielo per salvare il mondo, e il mondo che è suo, creatura delle sue mani, non ha neppure un alloggio da offrirgli. Qual è quel bimbo che per nascere non ha una casa, sia pur misera e povera? C’era l’umile casetta di Nazareth pronta ad accoglierlo, Maria l’aveva preparata con tanto amore, ma Gesù non ha voluto neppure quella, Betlemme è piena di ospiti, per tutti c’è un cantuccio, ma per lui che è l’ospite regale, il Creatore, il Re dell’universo non c’è posto. E deve nascere fuori città, così come morirà fuori città.

Cosa deve essere il Natale per noi?

Ci sentiamo in dovere di indignarci nei confronti di quelli che gli hanno sbattuto la porta in faccia, ma noi in realtà siamo migliori di loro? Quante volte il Signore ha bussato alla porta del nostro cuore e non abbiamo aperto…

Cristo è venuto a portare la luce (Is 9,1). Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. Ma ci siamo subito resi conto che quella è una luce scomoda, indiscreta che fruga in tutti gli angoli, che mette a nudo le nostre miserie, le nostre insufficienze, le nostre vigliaccherie? È una luce che impegna, che esige mutamenti di rotta nella nostra vita, è una luce spietata, fastidiosa, che provoca. Cristo è venuto a regalarci la gioia… Gioia perché abbiamo un Dio che si occupa dell’uomo, che scende verso l’uomo, che si fa uomo. «Dio si è fatto uomo perché l’uomo potesse diventare Dio». C’è da impazzire di gioia. E invece, no, rifiutiamo la gioia. Allora chiediamoci: cosa deve essere realmente il Natale per noi? Natale è Dio che si mette in cammino verso di noi per entrare in comunione» (25 dicembre 1971).

Il disegno di una vita

(Da un quaderno di appunti di P. Fiorenzo)

Vedere Dio nel prossimo (Lc 4,16-30)

«È venuto nella sua casa e i suoi non lo hanno accolto» (Gv 1,1)

Essere profeti. I segni dei tempi. Sapersi inserire nella storia

Il figliol prodigo: Approviamo il modo con cui l’Amore ama? Siamo capaci di capire la strategia della misericordia di Dio?

Non dobbiamo insistere sulla bruttezza del peccato, quanto sulla bellezza della grazia… Grazia è provare più piacere a non peccare che a peccare.

Ubbidienza: Non si rifiuta l’obbedienza, bensì un’obbedienza cieca, che impedisce un’intelligente collaborazione.

Aiutiamo l’Immacolata per il rifacimento del tetto

Alla comunità dell’Immacolata, padre Fiorenzo è stato ricordato con una S. Messa nel giorno anniversario della sua nascita, il 14 febbraio, e sarà ricordato il giorno del 15° anniversario della sua scomparsa, il 19 febbraio. È una comunità che ancora vive in uno stato di itineranza, a causa dell’inagibilità della chiesa verificatasi ormai oltre un anno fa. I lavori di rifacimento del tetto sono ancora in corso, e la somma necessaria a pagarli è notevole.

Cronistoria dell'Immacolata
Cronistoria dell’Immacolata

Un modo che la cittadinanza ha per contribuire è dare un’offerta in cambio della più recente edizione della Cronistoria «Fra terra, cielo e mare» (157 pagine) in cui si trovano i dati salienti e le immagini più significative del primo novantennio di vita della chiesa piombinese.

Il libro può essere acquistato anche presso la cartoleria Jolly di via Fucini: QUI.