Otto mesi di guerra!

Kiev dopo il bombardamento del 18 ottobre. Di Dsns.gov.ua, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=124359465

Siamo tristemente arrivati agli otto mesi di guerra…

Legge marziale nei territori occupati

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto in base al quale la legge marziale viene introdotta nelle quattro regioni ucraine che la Russia ha annesso illegalmente: quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e di Kherson. Il Consiglio federale russo ha prontamente approvato all’unanimità. 

La legge marziale stabilita nelle quattro regioni ucraine “liberate” dai russi dimostra che la liberazione è piuttosto un’occupazione: la legge marziale, infatti, si impone per tenere sottoposto un territorio, non per consentire la libertà agli abitanti. Permette requisizioni, deportazioni, mobilitazioni, censura militare sulle comunicazioni, limitazioni dei diritti in ogni campo…

Infatti, i funzionari del governo filorusso della regione di Kherson hanno iniziato a trasferire civili in territorio russo, giustificando il trasferimento con il timore di una controffensiva ucraina. Si parla di piani per trasferire fino a 60.000 persone sulla riva sinistra del fiume Dnepr e in Russia nei prossimi giorni, a un ritmo di 10.000 persone al giorno.

In questo caso si sente parlare, da parte dei funzionari filorussi, di “reinsediamento” in Russia dei civili evacuati dalla regione di Kherson. Bene, è la scusa che avevano trovato i nazisti per trasferire gli ebrei nei campi di concentramento. Ma lo facevano anche gli assiri e i babilonesi, e lo chiamavano deportazione.

Mobilitazione forzata

L’arcivescovo maggiore di Kiev denuncia inoltre: «Abbiamo ricevuto la notizia che nel territorio occupato di Zaporizhia, a Melitopol, letteralmente negli ultimi giorni l’occupante ha mobilitato con la forza 3.000 uomini, costringendoli a combattere contro le loro famiglie. Preghiamo affinché questa occupazione temporanea delle regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Crimea e Donbas finisca il prima possibile, per poter riunire le nostre famiglie».

Il capo della Chiesa greco – cattolica ucraina, di ritorno da una visita pastorale a Odessa, racconta di aver sentito tante storie di famiglie ferite. Lancia quindi un appello agli statisti responsabili delle politiche sociali: «Facciamo di tutto per non separare le nostre famiglie! Facciamo di tutto affinché marito e moglie, padre e madre possano stare insieme. Insieme ai loro figli».

Putin crede nei referendum? Allora…

Ho riportato qualche tempo fa che una emittente olandese voleva indire un referendum per annettere la Federazione russa ai Paesi Bassi. Era chiaramente uno scherzo. Ma pare che non scherzino i cittadini della repubblica popolare di Sakhalin, la più grande isola russa ubicata in prossimità del Giappone e appartenente alla Federazione russa, che vogliono esprimersi in un referendum per ottenere l’indipendenza dalla Russia. L’isola è ricca di petrolio e gas naturale.

E non scherzano neppure i nazionalisti bashkiri che hanno annunciato la formazione di un movimento di resistenza armata per opporsi al conflitto in Ucraina. Centri di arruolamento vengono bombardati e uffici dei partiti politici sono dati alle fiamme, allo scopo di ottenere l’indipendenza per il Bashkortostan.

I Bashkir sono un gruppo etnico turco, concentrati nel Bashkortostan, una repubblica della Federazione Russa, e nella regione di Badzhgard, che si estende sui due lati dei monti Urali. Originariamente nomadi e orgogliosamente indipendenti, i Bashkir passarono gradualmente sotto il dominio russo a partire dal XVI secolo.

Gli attivisti bashkiri, mentre cercano l’indipendenza per la loro repubblica, combattono la campagna di mobilitazione di Mosca. Tutti rifiutano l’idea di andare a combattere e morire per un “mondo russo”.

Bombardamenti con droni

È in continua crescita il numero delle vittime civili dovuto agli attacchi di droni che l’Ucraina denuncia essere di produzione iraniana. Tra le vittime  una giovane coppia, marito e moglie, che aspettavano un figlio. Russia e Iran negano di avere rispettivamente acquistato / fornito droni iraniani. Tuttavia, un fuori onda televisivo ne ha dato la conferma. L’ammissione è stata registrata durante la trasmissione «Che cosa significa» su Rbk tv. Lo racconta il sito Meduza. Un noto esperto militare, Ruslan Pukhov, non rendendosi conto di essere in diretta, si è lasciato sfuggire che i droni usati dalla Russia sono iraniani, ma che «non vogliono che si sappia».

Censura sull’Holodomor

Monumento all’Holodomor, Mariupol. Тетяна Миколаївна – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21211572

La testata online «Meduza» riferisce che l’amministrazione filorussa di Mariupol ha smantellato un memoriale del 2004 dedicato «alle vittime del Holodomor del 1932 e del 1933 e alle repressioni politiche». Il monumento era stato eretto nel 2004.

Secondo la testata indipendente, un video pubblicato dall’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti mostra il monumento in granito (raffigurante quattro spighe di grano legate con un nastro, vicino a del filo spinato) che viene smontato con una gru e caricato su un camion per essere «riciclato e utilizzato per le costruzioni». L’Holodomor fu una gravissima carestia provocata dal regime sovietico nell’Ucraina degli anni Trenta. Vi morirono almeno un milione e mezzo di persone (alcune stime parlano di 5 milioni) ed è considerato un genocidio, conseguenza della collettivizzazione imposta da Stalin nel 1928.

Gli occupanti considerano tale monumento una fonte di disinformazione, in quanto negano i milioni di morti dovuti alla carestia in Ucraina negli anni 1932-1933. Sì, e sei milioni di ebrei si sono ammazzati da soli… e la Terra è piatta.