
Andando avanti con la lettura continua della Bibbia, e affrontando libri come Giobbe e Qohelet, mi rendo sempre più conto che per tutti o quasi tutti ciò comporta riandare alle proprie personali ferite più o meno rimarginate; ma per alcuni queste ferite inferte dalla vita sono ancora aperte, a volte sanguinosamente aperte. Talvolta, le persone vicine a questi feriti fanno come gli amici di Giobbe, che lo affossano con false spiegazioni della sua condizione di sofferenza. Una di questa consiste nel considerare la situazione di dolore come mandata da Satana: una spiegazione facilmente fornita da gruppi fondamentalisti. Ma la Parola di Dio non dice questo: pur senza minimizzare la tragicità dell’esperienza di dolore, l’immagine fondamentale che ci dona è quella di un Dio che ama teneramente con le viscere di una madre (Rachamîm) e che non abbandonerebbe mai la persona amata in balia di un aguzzino. Il suo è un Amore crocifisso, che ha abbracciato il dolore dell’uomo e l’ha elevato con sé sulla croce, per la resurrezione e la comunione eterna con lui. Il sofferente non è in preda a Satana, ma ha un buon Compagno di strada e amico, il Signore, che conosce benissimo questa strada perché l’ha percorsa prima di lui, e lo guida accompagnandolo.
Mi viene in mente, a questo riguardo, l’apologo delle orme sulla sabbia, un tempo presentato come anonimo ed ora attribuito a Margaret Fishback. Sia come sia, è bellissimo:
Orme sulla sabbia
«Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti
c’era solo un’orma…
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.
Ho domandato, allora:
“Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
più difficili?”.
Ed il Signore rispose:
“Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo:
i giorni in cui tu hai visto solo un’orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio”».