Onora tuo padre e tua madre. Questo comandamento occupa nel Decalogo una posizione importante, all’incrocio fra i comandamenti riguardanti Dio e i comandamenti riguardanti gli uomini. I genitori, infatti, rappresentano sia la dimensione orizzontale della vita (il rapporto con gli altri) sia la dimensione verticale (perché la vita, che viene da Dio, è passata da essi). Forse per lo stesso motivo è anche l’unico comandamento su 613 – insieme ad un altro che si trova nel Codice Deuteronomico) – legato ad una promessa di ricompensa. L’altro comandamento che promette una lunga vita nella terra è, non casualmente, il comando di lasciare libera la madre quando da un nido si prelevano le uova o i piccoli (Dt 22,6): anche qui troviamo il rispetto per la genitorialità, ancorché animale.
Onora tuo padre e tua madre
Nel Talmud, il comandamento di onorare i propri genitori umani è paragonato all’onorare Dio. Ma nel senso originario non si tratta di obbedire ai genitori. Si tratta, quando sono anziani, di provvedere con gioia a tutti i loro bisogni. Il Midrash commenta: «Se le persone non onorano i loro genitori, Dio dice: “È bene che io non abiti tra gli uomini, altrimenti anche loro mi avrebbero trattato con arroganza”». Guardate cosa è successo quando è andato davvero ad abitare fra gli uomini…
Il Talmud (Talmud Kiddushin 31) nota dice che, in una serie di passaggi della Torah costruiti in modo simile, l’onore verso i genitori e l’onore verso Dio sono intenzionalmente equiparati:
Onora tuo padre e tua madre (Es 20,12) Ogni persona rispetterà sua madre e suo padre (Lev 19,3) Chiunque maledice suo padre o sua madre sarà messo a morte (Es 21,17) | Onora Dio con le tue ricchezze” (Prov 3,9) Rispetterai Dio tuo Signore, servirai Lui (Dt 10,20) Chi maledice Dio porterà il suo peccato (Lev 24,15) |
E poiché onorare i genitori corrisponde all’onorare Dio, la validità del comandamento non dipende dalla qualità del genitore: «Anche se suo padre è malvagio e peccatore, deve temerlo e riverirlo… Un convertito al giudaismo non deve maledire né disprezzare suo padre non ebreo» (Kitzur Shulchan Aruch 143:13,25). Lo stesso onore è dovuto ai genitori adottivi, a un fratello maggiore che ha allevato il minore, e ai propri insegnanti. La madre deve essere onorata al pari del padre: in alcuni passi biblici il padre viene menzionato per primo, in altri la madre viene prima.
Il comandamento ricorre otto volte in tutta la Bibbia.